Ecco qualcuno che non ha paura di leggere, qualcuno che non ha paura degli scrittori e che non ha paura di trasporli... di fare da intermediario, di essere una porta tra il mondo dei libri e il mondo del rock.
Con queste parole Neil Gaiman, il fumettista e scrittore di Sandman e American Gods, intervistato nel 2014 per il documentario della BBC The Kate Bush Story, esprimeva la propria ammirazione per Kate Bush. E chi conosce e ama la grande cantautrice inglese sa bene come la sua musica costituisca un punto d'incontro fra le arti più diverse: la letteratura, la danza, la poesia, il cinema... una varietà di suggestioni che, nelle note e nella voce di Kate Bush, prendono forma di racconti ed evocazioni dotati di straordinario fascino.
Non è un caso, del resto, se la sua fama è legata principalmente al suo primo cavallo di battaglia: quella Wuthering Heights scritta a soli diciotto anni, in una notte d'inverno del 1977, dopo aver letto Cime tempestose di Emily Brontë (anche lei nata il 18 luglio, centoquarant'anni esatti prima di Kate). Nei quattro minuti di quella struggente ballata, la potentissima voce della Bush sarebbe diventata il veicolo di pensieri e sensazioni di Catherine Earnshaw, la protagonista del classico della Brontë, e della sua tormentata passione per il tenebroso Heathcliff: la musica pop, insomma, come strumento di narrazione romanzesca, arricchito da uno spiccato gusto teatrale.
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"It's me, Cathy": Kate Bush e i suoi racconti in musica
È David Gilmour dei Pink Floyd a scoprire per primo il talento di Kate Bush, allora quindicenne, tanto da recarsi in casa dei suoi genitori per ascoltarla dal vivo, farle incidere un demo e convincere la EMI a metterla sotto contratto. Nel gennaio 1978 arriva nei negozi il suo primo singolo, Wuthering Heights, che l'11 marzo conquista il primo posto in Gran Bretagna (la prima volta in assoluto per un brano composto e interpretato da una donna), resistendovi per quattro settimane. Nell'arco dei mesi a venire Wuthering Heights si rivela un successo planetario, dominando le classifiche anche in paesi come l'Italia e l'Australia, mentre l'album di debutto di Kate Bush, il magnifico The Kick Inside, sarà uno dei dieci dischi più venduti dell'anno in patria.
Si tratta del primo capitolo di una carriera che, nel decennio a venire, vedrà la giovane popstar segnare nuovi record (nel 1980, Never for Ever è il primo album di studio di una cantante donna a raggiungere il numero uno della classifica britannica); cimentarsi con coraggiosi esperimenti musicali, dal rock d'avanguardia dell'album The Dreaming alla suite The Ninth Wave, sulla seconda facciata dell'LP Hounds of Love; penetrare finalmente anche nelle classifiche statunitensi e collaborare più volte con l'amico e collega Peter Gabriel, con il quale nel 1986 incide lo splendido duetto Don't Give Up. Poi, alla soglia dei quarant'anni, il ritiro dalle scene per dedicarsi alla vita familiare: un ritiro interrotto solo saltuariamente, con la pubblicazione di tre nuovi dischi e, nel 2014, con una serie di concerti all'Hammersmith Apollo di Londra (i suoi primi spettacoli dal vivo dopo trentacinque anni).
Star elusiva e quasi sempre lontana dai riflettori, questa Greta Garbo del rock ha esercitato tuttavia un'immensa influenza su un'intera generazione di artisti, da Tori Amos a Björk, mentre la sua musica rimane uno scrigno da cui scaturiscono storie ed emozioni di ogni tipo. In ogni canzone Kate Bush adotta il punto di vista di un personaggio, come un'attrice impegnata a immedesimarsi di volta in volta in un ruolo differente, talvolta prendendo spunto anche dal cinema: la sua The Wedding List ripropone la missione omicida de La sposa in nero di François Truffaut, mentre Get Out of My House è un incubo visionario palesemente ispirato a Shining di Stanley Kubrick. E in occasione del suo sessantesimo compleanno, oggi vogliamo rendere omaggio alla meravigliosa Kate con una classifica dei 10 migliori video in grado di illustrare una parte del suo irripetibile percorso artistico.
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10. This Woman's Work
Inclusa nella scorsa stagione di The Handmaid's Tale, This Woman's Work viene composta da Kate Bush nel 1988 per la colonna sonora del film di John Hughes Un amore rinnovato, per poi essere inserita un anno più tardi all'interno dell'album The Sensual World. Ad accompagnare questa emozionante ballata è un video diretto dalla stessa Bush e che mette in scena i versi della canzone: l'angosciosa attesa di un uomo (Tim McInnerny), corredata da alcuni flashback, mentre la sua compagna sta dando alla luce loro figlio.
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I should be crying but I just can't let it show/ I should be hoping but I can't stop thinking/ Of all the things I should've said that I never said
9. Deeper Understanding
Sempre all'interno di The Sensual World c'è anche Deeper Understanding, una canzone in cui il tema dello sviluppo della tecnologia si intreccia con quello della solitudine dell'individuo; e ventidue anni più tardi, Kate Bush proporrà una nuova incisione di quel brano come primo singolo del suo album Director's Cut, del 2011. Il video, diretto dalla cantante, costituisce una sorta di Black Mirror ante litteram, con un protagonista (Robbie Coltrane) che si abbandona al conforto 'virtuale' di un programma informatico come antidoto alla propria disperazione, fra parentesi oniriche ed un tragico epilogo.
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Hello, I know that you're unhappy/ I bring you love and deeper understanding
8. Army Dreamers
Terzo singolo tratto dall'album del 1980 Never for Ever (lanciato in cima alle classifiche britanniche dalla celebre hit Babooshka), Army Dreamers è una malinconica ballata pacifista i cui versi esprimono il dolore per i ragazzi rimasti uccisi in guerra e privati del loro futuro. Realizzato da Keef MacMillan, regista di quasi tutti i video girati da Kate Bush fra il 1978 e il 1980, Army Dreamers mostra la popstar all'interno di una giungla, in tenuta mimetica e armata di mitragliatrice: uno scenario di guerra in cui, fra un'esplosione e l'altra, i piani della realtà e dell'immaginazione finiscono per confondersi.
But he never even made it to his twenties/ What a waste, army dreamers
7. Breathing
Pubblicata come singolo nella primavera del 1980 per anticipare l'uscita di Never for Ever, Breathing è una delle canzoni più suggestive mai scritte da Kate Bush, che adotta il punto di vista di un feto impegnato a respirare e a combattere per la propria esistenza, mentre il pianeta è sconvolto da un disastro nucleare.
L'intensità drammatica del brano viene trasferita in un video di grande fascino nel quale l'artista compare avvolta in un 'involucro' che rappresenta il ventre materno; quando infine ne uscirà per approdare all'esterno, emergendo dall'acqua troverà un mondo post-atomico, in cui si riflettono inquietudini che si sarebbero mantenute ben vive per tutto l'ultimo decennio di Guerra Fredda.
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My radar send me danger/ But my instincts tell me to keep breathing
6. The Dreaming
Title track dell'omonimo, strepitoso album del 1982, The Dreaming offre un saggio emblematico del nuovo corso, sempre più coraggioso e sperimentale, della musica di Kate Bush: una canzone in cui l'artista, con voce cupa e stregonesca, evoca un conflitto fra gli aborigeni australiani e i coloni intenzionati ad impossessarsi delle loro terre. E il relativo video, firmato da Paul Henry, riproduce la stessa atmosfera tenebrosa del brano, con Kate, in una bizzarra divisa bianca dal taglio futuristico, impegnata in una danza notturna insieme a delle misteriose creature, che alla fine saranno inghiottite dalla sabbia.
Coming in with the golden light in the morning/ Coming in with the golden light with no warning
5. Wuthering Heights
Nella sua sostanziale semplicità il video di Wuthering Heights, l'instant classic che nel 1978 lancia la carriera dell'esordiente Kate Bush, possiede un'indiscutibile forza iconica, tanto che pochi giorni fa è stato riprodotto da centinaia di fan in diverse parti del mondo. Il primo video della canzone vede una giovanissima Kate, vestita di bianco, esibirsi su uno sfondo buio, ma in seguito verrà realizzato un secondo video, ben più famoso, per la pubblicazione del singolo sul mercato americano. E in questa nuova versione Kate, sola in mezzo alla brughiera e avvolta in un lungo abito rosso, si produce nel suo avvincente re-enactment della vicenda di Catherine Earnshaw, il cui spirito bussa alla finestra dell'adorato Heathcliff supplicandolo di lasciarla entrare ("Heathcliff, it's me, Cathy/ I've come home, I'm so cold/ Let me in-a-your window"): una performance che unisce in maniera magistrale canto, recitazione e danza e che da quarant'anni si è impressa nel nostro immaginario collettivo.
Bad dreams in the night/ They told me I was going to lose the fight/ Leave behind my Wuthering, Wuthering, Wuthering Heights
4. The Red Shoes
Nel 1993, Kate Bush ritorna sulla scena con un ambizioso progetto: l'album The Red Shoes e un mediometraggio musicale da lei stessa scritto e diretto, della durata di quasi un'ora, dal titolo The Line, the Cross and the Curve, con all'interno i video di alcune delle canzoni del disco. Fra questi, merita un posto d'onore il video di The Red Shoes, brano pubblicato nella primavera del 1994 come terzo singolo dell'album: un autentico minifilm basato sul classico Scarpette rosse. Kate ha il ruolo di una ballerina che all'improvviso riceve la visita una donna misteriosa, interpretata dall'attrice Miranda Richardson, la quale le regala un paio di scarpe rosse. Come nel film di Michael Powell ed Emeric Pressburger la protagonista, colpita da un sortilegio, viene trascinata in una danza 'maledetta': un'occasione, per Kate, per rievocare il proprio passato di ballerina ma anche per rendere omaggio al suo maestro, il coreografo e mimo Lindsay Kemp, presente nel video come una figura ghignante e malefica che sembra uscita da un'opera di David Lynch. Due anni più tardi, The Line, the Cross and the Curve sarebbe valso alla Bush la candidatura al Grammy Award per il miglior film musicale.
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Oh, it's gonna be the way you always thought it would be/ But it's gonna be no illusion
3. Running Up That Hill
Pubblicata nell'estate 1985 come singolo di lancio per il fortunatissimo album Hounds of Love (considerato da molti critici il suo capolavoro), che sarebbe schizzato subito in cima alla classifica britannica, Running Up That Hill è una delle canzoni-simbolo della carriera di Kate Bush: oltre a conquistare il terzo posto in classifica in patria, il brano diventa la prima, vera hit della Bush negli Stati Uniti e sarà oggetto di numerose cover, fra cui quella dei Placebo nel 2003. Nell'ipnotico video di David Garfath Kate, immersa in una luce dai toni violacei, si esibisce in un sensuale ballo a due con Michael Hervieu, mentre nel finale si concretizza quel "patto con Dio" raccontato nei versi della canzone: uno scambio di generi fra lei e il proprio partner, simboleggiato dall'ingresso di uomini e donne con i volti coperti dalle maschere di Hervieu e della Bush. Nell'estate del 2012, Kate inciderà una nuova versione di Running Up That Hill per la cerimonia di chiusura delle Olimpiadi di Londra, riportando il brano nella Top 10 britannica.
And if I only could I'd make a deal with God/ And I'd get him to swap our places
2. Cloudbusting
Dopo Running Up That Hill, il secondo singolo tratto dall'album Hounds of Love è Cloudbusting, una ballata incentrata sul rapporto tra il controverso psichiatra austriaco Wilhelm Reich e suo figlio Peter e sulla costruzione del cosiddetto cloudbuster, uno strumento volto a provocare la pioggia. E l'avvincente video della canzone, concepito da Kate Bush insieme a Terry Gilliam e diretto da Julian Doyle, ricostruisce proprio questa vicenda, con Kate nel ruolo di Peter e Donald Sutherland in quello di Reich: insieme padre e figlio si preparano a testare la prodigiosa invenzione, fin quando Reich non viene arrestato da agenti dell'FBI sotto lo sguardo impotente di Peter, al quale affiderà il compito di proseguire la loro missione scatenando un temporale.
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But every time it rains you're here in my head/ Like the sun coming out/ Oh, I just know that something good is going to happen
1. Experiment IV
Nell'autunno del 1986, per accompagnare la pubblicazione della sua prima antologia, The Whole Story, Kate Bush registra una nuova canzone intitolata Experiment IV e, sulla base del testo del brano, dirige uno dei migliori video musicali dell'epoca. Modellato sui generi della fantascienza e del thriller, Experiment IV narra infatti di un pericoloso esperimento condotto in segreto per l'esercito: creare un suono talmente spaventoso da uccidere gli esseri umani. L'esperimento riesce e sprigiona una misteriosa entità, una sorta di banshee impersonata dalla Bush, che tuttavia sfugge al controllo degli scienziati: la banshee si trasforma infatti in una creatura mostruosa che provoca un massacro nella base militare. Il video, un divertentissimo horror in miniatura, non viene proiettato a Top of the Pops perché ritenuto troppo violento, ma in compenso otterrà la nomination al Grammy Award; e se prestate attenzione, fra i malcapitati scienziati di Experiment IV potrete riconoscere anche un giovane Hugh Laurie.
They told us all they wanted/ Was a sound that could kill someone from a distance/ So we go ahead and the meters are over in the red