La vita e la carriera di Julie Andrews, pseudonimo di Julia Elizabeth Wells, non si sono mai sviluppate su binari paralleli, bensì seguendo una stessa strada. Perché l'arte è sempre stata la sua vita e non ha perso occasione, sin da quando era una bambina, per dimostrarne il suo amore per la cultura e l'arte in generale e il suo talento innato. Nata da genitori già appartenenti al mondo dello spettacolo, Julie Andrews - che oggi riceverà il Leone d'Oro alla Carriera a Venezia 2019 - dimostra di avere delle qualità canore ben prima dei dieci anni, diventando una bambina prodigio, coltivando il suo talento tra spettacoli teatrali e dischi incisi.
E proprio qui nasce un amore indiscusso e indissolubile per il teatro, partendo dal basso per arrivare ad essere una delle attrici più richieste del panorama di Broadway, soprattutto grazie al successo di My Fair Lady. Eppure, dopo una solida carriera teatrale, il debutto cinematografico (dopo il rifiuto della Warner di volerla per la versione cinematografica di My Fair Lady) è avvenuto nei panni di colei che, nel corso degli anni, è diventata un'icona collettiva: Mary Poppins. È proprio grazie al film del 1964 che Julie Andrews ha potuto dimostrare le sue qualità recitative e canore, ma non solo: con questo film, l'attrice ha espresso, grazie al suo personaggio, il suo carattere forte, deciso e mai remissivo, incline alla disciplina e all'amore per il suo lavoro.
Tra Mary Poppins e Tutti insieme appassionatamente
Julie Andrews ha dimostrato sin da subito di essere una professionista e di non farsi mettere i piedi in testa, senza firmare contratti pluriennali o di più film con una stessa major, scegliendo di volta in volta i titoli che le venivano offerti. E, infatti, è andata proprio così quando ha interpretato Mary Poppins, la governante più famosa e amata al mondo (un film targato Disney che le ha regalato l'Oscar per la migliore attrice), così come quando ha accettato di interpretare Maria in Tutti insieme appassionatamente. Il film, diretto da Robert Wise e prodotto da 20th Century Fox, ha contribuito a renderla famosa per tante generazioni dell'epoca e per quelle successive. Un successo che non è nato per caso.
La vera fortuna dell'attrice è stata quella di aver debuttato al cinema negli anni che profumavano di cambiamento, anni in cui era già tramontato il dominio assoluto degli studios sui prodotti cinematografici e circa l'audiovisivo in generale. E, soprattutto anni in cui la commedia musicale stava mutando, in cui si era affacciato un nuovo modo di realizzare i musical, film portatori di tematiche sociali, rivolti ad un pubblico più ampio e soprattutto giovanile. Condizioni e caratteristiche che l'attrice inglese, una volta assorbite, ha saputo rilanciare sul grande schermo, diventando non solo un'interprete molto amata, ma anche, e soprattutto, una portavoce dei sentimenti del tempo, capace di esprimerne i contenuti indipendentemente dalla trama dei film.
Quella volta che Mary Poppins baciò una donna davanti alla First Lady
Il matrimonio con Blake Edwards e il loro sodalizio artistico
Dopo Mary Poppins e Tutti insieme appassionatamente, Julie Andrews raggiunge la maturazione artistica grazie alla sua collaborazione con Blake Edwards, (con il quale si sposò in seconde nozze nel 1969), dopo aver recitato per George Roy Hill (Hawaii e Millie) e per Alfred Hitchcock (Il sipario strappato). Tra partenze (e ritorni) da quella Hollywood che voleva avere il controllo sulla lavorazione dei film di Edwards, il regista e l'attrice collaborano per numerosi film, come Operazione Crêpes Suzette, E io mi gioco la bambina, I miei problemi con le donne e Così è la vita. Ma forse, i film che hanno messo maggiormente in mostra il loro estro artistico sono stati S.O.B. e Victor Victoria.
Ciak, si cambia sesso: il cinema en travesti
S.O.B. è una commedia grottesca e dissacratoria che, grazie anche a molti riferimenti autobiografici, descrive una Hollywood padre-padrone, mentre la Andrews mostra la sua natura ironica nei panni di un'attrice che, dal fare film per famiglie, si ritrova ad interpretare un personaggio provocatorio e molto diverso dai suoi soliti ruoli. In seguito, il film più incisivo del loro sodalizio artistico (e conosciuto ai più) è Victor Victoria: realizzato nel 1982 e ambientato verso la metà degli anni '30, il film si dimostra lungimirante nelle tematiche affrontate e l'idea di Edwards di far interpretare a Julie Andrews una soprano disoccupata che, per potersi esibire, si finge un uomo che si traveste da donna, risulta vincente.
Il Ritorno di Mary Poppins, Julie Andrews ha adorato l'interpretazione di Emily Blunt!
Non solo cinema: il teatro e il doppiaggio
Come già sopra citato, la carriera di Julie Andrews non si è sviluppata solo sul grande schermo. Dopo aver lasciato il teatro per dedicarsi al cinema nei primi anni '60, l'attrice è tornata al suo primo amore nel 1995, interpretando la protagonista dell'adattamento teatrale di Victor Victoria, sempre gestito dal marito Blake Edwards. Dopo questa performance, l'attrice ha lavorato nell'ambiente teatrale prevalentemente dietro le quinte a causa anche di un'operazione alla gola avvenuta verso la fine degli anni '90 che le ha danneggiato le corde vocali. Dopo essersi ripresa dal trauma, l'attrice non si è persa d'animo, come ha sempre dimostrato, e ha prestato la propria voce per il doppiaggio di film come Shrek, Come d'incanto, Cattivissimo Me a Aquaman, oltre che aver lavorato in televisione, vestendo di volta in volta i panni dell'attrice, presentatrice. Inoltre, ha anche scritto, prodotto ed interpretato la serie per bambini Julie's Greenroom, trasmessa su Netflix. Tra le altre cose, l'attrice britannica è anche una stimata autrice, insieme alla figlia Emma Walton Hamilton (avuta dal primo marito, lo scenografo e costumista Tony Walton), di libri per bambini, oltre ad aver realizzato l'autobiografia Home: A Memoir of My Early Years.
Julie Andrews come icona transgenerazionale
Grazie alla sua carriera cinematografica e alle sue scelte artistiche, Julie Andrews ha dimostrato fermezza, amore per il suo lavoro e difesa dei propri ideali, qualità che l'hanno sempre contraddistinta da quanto era bambina fino ad oggi. L'attrice, classe 1935, ha saputo scegliere progetti audiovisivi transgenerazionali, film interpretabili a diversi livelli a seconda dell'età. Ma non solo: nonostante il successo dei primi film, l'attrice si è discostata da questi ruoli, non ne è rimasta "incastrata" dalla memoria collettiva, danzando di progetto in progetto e ammaliando tutte le scale generazionali con grazia estrema. Un'icona per le famiglie e anche un'icona gay, capace di essere popolare presso i pubblici più diversi: "Sono uno strano miscuglio: da un lato sono un'icona gay e, dall'altro, ci sono nonni e genitori che sono grati del fatto che faccia la babysitter ai loro figli".
La differenza esistente tra lei e altre attrici hollywoodiane è che Julie Andrews è sempre stata la governante di tutti noi. Non ha contribuito a salvare solo il signor Banks e a dare gioia solo alla famiglia von Trapp: con le sue interpretazioni, con la sua arte e con il suo carattere ha saputo prendere ogni spettatore, a dispetto di qualsiasi età, facendolo emozionare e dandogli l'opportunità di confrontarsi con la società e con il mondo sia dell'epoca che contemporaneo. E il Leone d'oro alla carriera, che le verrà conferito oggi 2 settembre, è solo l'ultima delle consacrazioni che fanno di Julie Andrews una delle donne e delle artiste più amate di tutto il mondo.