John Wick 4, ora al cinema con 01 Distribution, ha chiuso (almeno per il momento) le avventure action del protagonista interpretato da Keanu Reeves. In attesa del film spin-off con Ana De Armas intitolato Ballerina e della serie prequel incentrata sull'hotel The Continental, che in Italia vedremo su Prime Video, questo quarto capitolo si dimostra una sorta di concentrato all'ennesima potenza di ciò che ha decretato il successo della saga, di come ha saputo costruirsi un proprio universo narrativo e di cosa lascia ai posteri (oltre ai titoli citati in arrivo, oramai se non hai un universo condiviso nell'audiovisivo non sei nessuno). Nel farlo, ha omaggiato come mai prima il cinema di genere, rompendo definitivamente qualsiasi pregiudizio si potesse avere da spettatori e facendo rientrare le citazioni nel tessuto narrativo della pellicola. Vediamole insieme.
Un duello all'ultimo... western
Il western ammanta tutta la pellicola, nelle location, nei movimenti di macchina, negli stilemi e caratteristiche perfettamente applicati alle situazioni che si vengono a creare. Il genere apre e chiude la pellicola: all'inizio con la sequenza nel deserto a cavallo e l'uccisione dell'Anziano, l'unico individuo al di sopra della Gran Tavola. A fine film, assistiamo invece al duello annunciato molto prima tra John e il Marchese Vincent de Gramont (Bill Skarsgård), un membro anziano della Gran Tavola e "villain" principale di questo quarto capitolo. Il duello ha tutte le caratteristiche del caso: la possibilità di scegliere una persona che combatta per i due sfidanti, un numero di passi prestabilito prima di girarsi e un numero di proiettili inserito nella pistola. Il colpo di scena finale non lascia scampo. Lo stesso tipo di lavoro viene fatto col genere wuxia in una sequenza dalla precisione certosina ambientata a Osaka in cui Chad Stahelski non lascia nulla al caso, con protagonisti Shimazu Koji (Hiroyuki Sanada) e la figlia Akira (Rina Sawayama) direttori del Continental locale, invaso dalle persone che cercano John Wick.
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L'Arco di Trionfo: una missione impossibile
Anche questo quarto capitolo viaggia in giro per il mondo, rispettando i crismi dell'action e della spy story, e a Parigi assistiamo a una delle sequenze più rocambolesche e al cardiopalma di tutto il film. Per l'occasione Chad Stahelski, da ex stuntman, ha voluto osare ancora di più e girarla intorno all'Arco di Trionfo, un luogo notoriamente trafficato e particolarmente pericoloso. Soprattutto se vede protagonista un'automobile che sfreccia nell'opposto senso di marcia senza praticamente fermarsi mai. Una follia simile era stata fatta in Mission: Impossible - Fallout, quarto capitolo delle avventure dell'agente Ethan Hunt in cui il regista Christopher McQuarrie aveva dovuto chiedere uno speciale permesso per chiudere al traffico quella parte della capitale francese e poter girare la scena spericolata. Lo stesso deve aver fatto Stahelski e l'omaggio al predecessore non è un caso perché ha un altro punto molto importante in comune: Tom Cruise, ovvero Hunt, e il nostro Keanu Reeves che si è dato anima e corpo per John Wick, sono tra i pochi attori a compiere quasi interamente i propri stunt, anche quelli più pericolosi, e questa dedizione si vede tutta nella resa di quelle sequenze. Questa all'Arco di Trionfo ne è un perfetto esempio e raddoppia il minutaggio rispetto a Fallout, rendendo tutto ancora più immersivo per il pubblico.
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Una deejay da... guerrieri della notte
Nella parte finale di John Wick 4, di cui fa parte anche la sequenza all'Arco di Trionfo, c'è tutta la corsa da parte di John per poter arrivare in tempo alla Chiesa di Sacré-Cœur, in cima ai gradini dove si terrà il duello con il Marchese, che barando sguinzaglia chiunque contro l'antieroe protagonista. A cadenzare i vari attacchi contro Baba Jaga e narrarli in voice over è una misteriosa deejay che sembra tifare proprio per il Marchese. L'idea e la messa in scena sono un omaggio a I guerrieri della notte, cult di genere diretto da Walter Hill e ispirato all'omonimo romanzo di Sol Yurick che vede protagonista la gang del titolo che deve ritornare nel proprio quartiere a Coney Island dopo essere stata ingiustamente accusata di aver ucciso un capobanda rispettato da tutti, che voleva una tregua.
Nel loro percorso a ritroso, i Warriors vengono attaccati più volte dalle varie gang dei quartieri che attraversano e lo stesso accade in questo film a John, che deve affrontare vari livelli sempre più difficili come in un videogioco per arrivare alla chiesa per il duello, mentre la deejay inquadrata mai in volto fa da voce narrante al presunto destino segnato del (super)uomo. L'aspetto videoludico da sparatutto si è fatto sempre più evidente nella saga e vi è un bellissimo omaggio in una sequenza girata dall'alto negli interni di una casa in quest'ultimo film, proprio a chiudere il cerchio e mettere in scena una dichiarazione d'intenti per il cinema di genere. Ora tocca a voi fan: ne avete trovati altri di citazioni e omaggi?