Arriverà a gennaio nelle sale italiane Cyrano, il nuovo progetto del regista britannico Joe Wright: una rielaborazione in chiave musicale del celeberrimo Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand, con Peter Dinklage, Haley Bennett, Kelvin Harrison Jr e Ben Mendelsohn nei ruoli principali. Basato sull'adattamento teatrale realizzato nel 2018 dalla drammaturga Erica Schmidt e girato in prevalenza in Sicilia, proprio nel periodo successivo all'inizio della pandemia, Cyrano è stato uno dei titoli presentati alla Festa del Cinema di Roma 2021: un'anteprima nazionale corredata dalla presenza all'Auditorium di Joe Wright e dell'attrice americana Haley Bennett, compagna di Wright dal 2018 e qui impegnata a prestare volto e voce al personaggio di Roxanne.
Ma alla conferenza stampa di Cyrano hanno preso parte anche Bryce Dessner, che ha composto la colonna sonora del film insieme ad altri due membri dei National (Aaron Dessner e Matt Berninger), il co-produttore Guy Heeley, il costumista italiano Massimo Cantini Parrini e lo strepitoso protagonista, Peter Dinklage, quest'ultimo in collegamento video da Atlanta, dove in questi giorni è impegnato nelle riprese del film Brothers. Ecco dunque cosa ci hanno raccontato Joe Wright, regista di Espiazione e L'ora più buia, e il suo team a proposito di questo coinvolgente musical di cui sentiremo molto parlare durante la prossima stagione dei premi.
Il Cyrano di Joe Wright, dal palcoscenico all'Etna
Joe Wright, cosa ti ha spinto a confrontarti con un classico della letteratura quale Cyrano de Bergerac?
Joe Wright: È stata Haley Bennett, mi ha invitato a vedere la produzione a cui partecipava a teatro, realizzata da Erica Schmidt. Ho sempre amato la storia di Cyrano de Bergerac e ho avvertito una forte affinità con il protagonista, come ogni adolescente che si senta fuori posto. Al momento di girare il film volevo vedere Peter Dinklage e Haley Bennett recitare fianco a fianco e, allo stesso tempo, proporre una versione nuova e illuminante di quest'opera.
Cosa ti ha convinto a ingaggiarli come protagonisti?
Joe Wright: In realtà sono stati loro a scegliermi, non il contrario: ho chiesto ad Haley di poter parlare con Erica e lei è stata d'accordo. Inoltre, penso che l'esperienza personale di Peter Dinklage abbia contribuito molto a conferire un senso di autenticità al suo ruolo e ad evocare uno straordinario pathos. E l'alchimia fra lui e Haley Bennett è eccezionale; Haley fornisce una versione molto più passionale di Roxanne rispetto a quanto abbiamo visto in passato.
Come vi siete trovati a girare il film in Sicilia?
Joe Wright: Ho un lunghissimo rapporto d'amore con il cinema italiano, per me il vostro è il cinema più bello della storia! Il film preferito di mio padre è Ladri di biciclette, Federico Fellini è il mio eroe, ma anche Michelangelo Antonioni, Luchino Visconti e registi contemporanei come Paolo Sorrentino. Il cinema italiano esprime una ricchezza della vita che non esiste in alcun altro tipo di cinema. Quindi ho sempre cercato un'opportunità di lavorare in Italia, e quando è successo per Cyrano eravamo nel bel mezzo del lockdown. È stata un'idea folle quella di girare il film durante la pandemia e abbiamo cercato un modo per limitare i rischi di contagio: perciò girare su un'isola, senza troppi turisti, ci è parsa una buona idea. Ma la cosa più importante è che volevo creare una sorta di scenario fantastico rispetto al tempo e allo spazio: l'opera originale di Rostand è ambientata nel 1640, ma io volevo un luogo da sogno, e la Sicilia mi è sembrata il luogo più romantico possibile. E poi ovviamente c'è l'Etna, dove abbiamo girato la scena della battaglia: una delle scelte più folli della mia carriera! Una fonte molto affidabile ci aveva detto che sull'Etna non avrebbe nevicato prima di febbraio, e invece a dicembre, una settimana prima delle riprese, ha iniziato a nevicare. E poi, l'ultimo giorno, il vulcano ha eruttato! Sospetto che la Dea dell'Etna volesse che ci togliessimo di mezzo!
Haley Bennett: Mi ricordo che ero su un aereo per visitare l'Etna, una sera: ero molto eccitata perché era un panorama spettacolare, quando in cielo ho visto una grande palla di luce. Sembrava la luna, ma una grande luna rossa, come una luna di sangue, e chi mi accompagnava mi disse: "Quello è il monte Etna, e sta eruttando!". Nessuno mi aveva avvertito che voi stavate girando quelle scene su un vulcano in attività!
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Gli interpreti, i costumi e le canzoni del film
Com'è nata la vostra grande complicità sul set e come vi ha aiutato a esplorare i vostri personaggi?
Peter Dinklage: Io e Haley ci conoscevamo già dalla produzione teatrale, quindi al momento delle riprese fra noi c'era già un'alchimia e c'era già un'amicizia. A volte arrivi su un set, incontri un altro attore e devi subito girare una scena con lui, quindi devi 'recitare' quest'alchimia; ma io e Haley avevamo il vantaggio di conoscerci e di condividere un forte senso dell'ironia.
Haley Bennett: Cyrano è la creatura di Erica: lei ha realizzato la produzione teatrale, mi ha chiesto di interpretarla e mi ha permesso di rendere mio il personaggio. Da allora, nel corso di questi cinque anni le vite di tutti noi sono cambiate insieme: è stato un lungo viaggio che abbiamo condiviso, esplorando questi personaggi e permettendoci di commettere errori. Durante questo lavoro io e Peter eravamo sempre lì l'uno per l'altra, in una maniera molto spontanea, bella e umana.
Peter Dinklage: Questo è stato utile anche per sviluppare i personaggi, perché Cyrano e Roxanne sono innanzitutto grandi amici, prima ancora di essere amanti. Ovviamente, con l'amore e il matrimonio, la persona che ami dovrebbe essere anche la tua migliore amica.
Massimo, cosa puoi dirci del tuo contributo per i costumi del film?
Massimo Cantini Parrini: Quando sono stato chiamato per questo film non potevo crederci, è stato un sogno! Joe è stato immediatamente comprensivo, anche perché sono stato chiamato solo un mese prima delle riprese e ho avuto enormi problemi con gli ordini delle stoffe: kilometri e kilometri di stoffe che non arrivavano mai perché avevano chiuso le frontiere. Però la bellezza di lavorare con Joe è stata l'estrema libertà: non amo i costumi pomposi, credo che sia più importante arrivare all'anima delle cose. Joe mi ha aiutato con delle idee meravigliose, e l'ispirazione mi è venuta visitando vari musei e osservando gli acquerelli: mi è venuto in mente di rendere tutto leggero e trasparente, anche per dare un impatto più moderno ai costumi. Del Settecento rimane solo l'essenza dell'epoca: preferivamo abiti che non fossero storicamente realistici, perché comunque avevamo a che fare con un musical. Ho visto il film ieri sera per la prima volta e ancora non mi sono ripreso dalla perfezione raggiunta da Joe: è stato un burattinaio magnifico e sono felice e orgoglioso che si sia fidato di me!
Bryce Dessner, qual è stato il vostro approccio per comporre le musiche del film?
Bryce Dessner: Le canzoni sono emerse dalle nostre conversazioni con Erica Schmidt, che ha scritto la sceneggiatura del film e ha diretto la produzione teatrale. L'idea era quella di trasformare i lunghi monologhi in versi del dramma originale in canzoni. Non sono tipiche canzoni da spettacolo di Broadway: sono canzoni che fanno parte dell'atmosfera poetica del film, e volevamo che anche la colonna sonora fosse parte di questo universo. Di solito si viene ingaggiati per una colonna sonora dopo che il film è già stato girato, mentre con Joe abbiamo lavorato a lungo sulle musiche prima dell'inizio delle riprese: è stata una delle più intense collaborazioni della mia carriera.
Peter Dinklage e il suo Cyrano, eroe di ieri e di oggi
Peter Dinklage, quanto ti senti vicino a un personaggio come Cyrano?
Peter Dinklage: I capolavori letterari scritti secoli fa sono dei classici perché sono rilevanti ancora oggi. Anton Cechov è il mio scrittore preferito: puoi metterlo in scena dopo secoli e continua a parlarci della condizione umana, e lo stesso vale per l'opera di Edmond Rostand. Noi tutti, come Cyrano, ci nascondiamo dietro differenti versioni di noi stessi, e le lettere d'amore permettono a Cyrano di nascondersi dietro a Christian. È una storia ancora rilevante se pensiamo alle nostre identità online, che non corrispondono davvero a noi stessi. Oggi non ci si telefona più, ma si mandano messaggi, mail e le proprie foto migliori: è una versione di noi stessi che vogliamo presentare al mondo, e online c'è anche chi si nasconde dietro identità altrui. Cyrano de Bergerac, insomma, è rilevante oggi più che mai.
Come cambia, nel film, il modo di esprimere i sentimenti?
Peter Dinklage: Cyrano scriveva delle lettere lunghissime, ma nel film queste lettere sono state tramutate in maniera brillante in canzoni. Oggi la gente farebbe fatica ad assistere a un allestimento di quattro ore di Cyrano de Bergerac: l'esperienza teatrale non è più come in passato, c'è perfino chi guarda il cellulare. L'intento di questa produzione era di mantenere l'anima dell'opera originale, ma racchiuderla in uno spazio di due ore per il pubblico odierno, e questo è stato facilitato dal ricorso alle canzoni: cantare d'amore è molto più bello che parlare d'amore.
Haley Bennett: Per esempio come la nuova canzone di Adele, Easy on Me... l'avete sentita? La musica arriva dritta al cuore!
Peter Dinklage: E i monologhi non funzionano del tutto al cinema come fanno a teatro. Il ritmo delle canzoni corrisponde ai battiti del cuore, ed è come se tutto il racconto fosse attraversato da un ritmo che non si interrompe mai.
Pensi che il personaggio di Cyrano sia attuale anche rispetto al tema del body shaming?
Peter Dinklage: Non si tratta di come ci vedono gli altri, ma di come vediamo noi stessi: il body shaming comincia da noi e da come ci percepiamo. Nessuno è del tutto a suo agio nel proprio corpo, almeno non in ogni momento della giornata. E tutti hanno una fotocamera a ricordarcelo: oggi siamo molto più coscienti dell'apparenza rispetto al passato. Per questo penso che il personaggio di Cyrano sia universale, che possa parlare a tutti quanti: non solo a chi si sente diverso fisicamente, ma a chiunque si senta insicuro o pensi di non meritare di essere amato.