Non solo master of horror. Joe Dante è un maestro dei generi, capace di passare con nonchalance dalla fantascienza alla commedia, dal thriller alla satira politica, sempre con un occhio di riguardo a quel mestiere appreso sul campo quando, negli anni '70, si è avvicinato al cinema unendosi alla factory di Roger Corman. Una carriera, quella del regista 72enne, mai facile, sempre in bilico tra cinema indipendente e studios con cui il rapporto non è stato privo di frizioni.
Nonostante le difficoltà, le creature partorite dalla mente di Joe Dante - Gremlins in testa - sono ancora nel cuore del pubblico così Lucca Film Festival ed Europa Cinema 2019 ha deciso di omaggiare il cineasta con un premio alla carriera, una ricca retrospettiva e l'anteprima della sua ultima fatica, Nightmare Cinema, horror antologico realizzato insieme all'amico Mick Garris. Joe Dante non è tipo da rimpianti, come ci confessa quando lo incontriamo a Lucca: "Non credo che se tornassi indietro rifarei le cose in modo diverso. Sono orgoglioso dei film che ho fatto, ma per l'ultimo lavoro con uno studio che ho girato, Looney Tunes: Back in Action, ho subito un sacco di interferenze. Per la mia sanità mentale, ho capito che era meglio lavorare solo a progetti indipendenti con pochi soldi che dover dar retta a persone che hanno pessime idee. La vita è troppo breve".
Joe Dante: un regista indipendente con Hollywood nel cuore e l'Italia nella mente
L'esordio di Joe Dante si colloca subito dopo la fine dello studio system, in pieno boom del cinema indipendente, ma anche un cineasta fieramente indie come Dante non rinnega le proprie origini. Dietro l'allure pop e la passione per l'horror si nasconde un cinefilo raffinato, come conferma lui stesso: "Il mio background è nel cinema indipendente, lavoravo con Corman nell'epoca in cui lui veniva considerato il fuorilegge di Hollywood. Poi, a sorpresa, gli studios che lo deridevano iniziarono a copiarlo e fecero le stesse versioni dei suoi film, ma ad alto budget. Sono entrato nell'industria al crepuscolo di Hollywood, ma le opere prodotte da quel sistema mi hanno ispirato e mi hanno fatto amare il cinema. Quali sono i film e i registi che fanno sognare oggi?"
Sicuramente a far sognare Joe Dante è (anche) il cinema italiano. Il regista dall'italianissimo cognome è un estimatore della nostra produzione, che ammette di conoscere piuttosto bene: "Sono cresciuto guardando molti film italiani di generi diversi. In America quando ero giovane andava il double feature e il secondo film era una pellicola straniera, spy movie, western o horror. Ho visto un po' di tutto, adoro il cinema italiano, sono un grande fan di Fellini". Il cinema, per l'adolescente Joe Dante, era "l'unico modo per vedere film che non avrei potuto vedere altrimenti. Non esisteva l'home video, non c'era internet, dovevamo collezionare 16mm altrimenti non avremmo potuto vedere i film fino al prossimo passaggio televisivo. Oggi internet è la miglior biblioteca".
Joe Dante: 70 anni tra gremlins, piranha e licantropi
Dalla sperimentazione tecnologica al ricordo di Carrie Fisher
Pur essendo legato al cinema con cui è cresciuto, quella produzione immaginifica degli anni '50 magistralmente omaggiata in Matinee, l'approccio di Joe Dante alla settima arte non è affatto conservatore. Tutt'altro, il cineasta ammette di essere attratto dalle nuove tecnologie come ha dimostrato in più occasioni, sperimentando la narrazione interattiva con la serie Splatter e cimentandosi nell'uso del 3D con l'horror The Hole in 3D, "pianificato e girato in 3D. Era un film senza grandi star pensato per il 3D, che all'epoca non era in tutti i cinema. In America non ha attratto il pubblico mentre qui è andato molto bene".
Ripercorrendo la sua carriera, tra i film più cari a Joe Dante c'è L'erba del vicino, scatenata commedia con Tom Hanks che è anche il primo film prodotto dalla Imagine Entertainment di Ron Howard. Il regista ricorda con dolcezza la co-protagonista Carrie Fisher, "l'unico personaggio sano di mente del film. E' stata un'esperienza molto positiva, all'epoca io e Carrie uscivamo insieme. Mi hanno proposto la sceneggiatura, era molto divertente così ho accettato. La produzione girare in una vera periferia in Arizona, ma io pensato che fosse sbagliato, lì ci viveva la gente in vere case, mentre io volevo che sembrasse un film. All'epoca c'era uno sciopero degli sceneggiatori, abbiamo improvvisato molto sul set e dal momento che abbiamo girato in sequenza abbiamo potuto sviluppare i personaggi in libertà. Il film è andato molto bene e anche se ha avuto cattive recensioni è diventato un cult, ha il suo sito web, gli spettatori commentano la sceneggiatura ed è uscito anche un libro sul tema".
Dai Gremlins a Batman: 'dissi no perché mi importava solo del Joker'
Al di là di tutti i lavori realizzati, il nome di Joe Dante resterà sempre legato ai Gremlins. Da anni si sente parlare della possibilità di un terzo sequel, ma Dante ci confessa: "Se mai lo faranno, sarò l'ultima persona a saperlo. Non vorrebbero me alla regia perché non hanno apprezzato Gremlins 2 - La nuova stirpe. Non hanno capito il film, non volevamo una copia del primo". L'incredibile successo della pellicola del 1984 che ha fatto conoscere al mondo gli animaletti pelosi capaci di trasformarsi in creature orribili, malefiche e dispettose ha rischiato di far girare a Joe Dante perfino Batman, poi passato a Tim Burton. "Dopo gli incassi di Gremlins Warner Bros. ha deciso che il mio film successivo sarebbe stato Batman. Avevano una sceneggiatura molto diversa da quella poi realizzata, scritta da uno degli autori di James Bond. Era buona, ma a me in realtà interessava il punto di vista del Joker. Mi sono svegliato una notte pensando 'Non posso fare questo film perché non credo in Batman e nella sua idea di giustizia, a me importa solo del joker, non sono la persona giusta'. Quando ho rifiutato pensavano che fossi pazzo, ma con il tempo ho capito che era la cosa giusta da fare".
Fino all'ultima risata: i volti (e le voci) del Joker sullo schermo
A fianco del senso dello spettacolo e dello humor marcato, esiste però un altro Joe Dante, un fine autore satirico con una lucida visione politica che emerge da opere "minori" come La seconda guerra civile americana. Riguardandolo, il film sembra girato ieri per l'attualità dei temi, in particolare del problema dei migranti. Lo stesso regista sembra colpito nel riconoscere le proprie capacità predittive: "Quando ho girato il film non avrei mai immaginato che col passare degli anni sarebbe diventato profetico. Ogni volta che lo rivedo c'è un nuovo aspetto che emerge dalle notizie dei tg, è incredibile. Se si esclude il formato televisivo, avrebbe potuto essere girato ieri".