"Non sono frustrato dall'idea che un film non possa cambiare le cose. Se davvero fosse così, visto che Hollywood è la più grande potenza cinematografica, tutto il mondo si convincerebbe che l'America è il paese più democratico del mondo".
Sull'onda del vento irlandese Ken Loach fa ritorno a Cannes per la quattordicesima volta con Jimmy's Hall, appassionata pellicola che mescola le istanaze politiche tanto care al regista britannico con un vivace e appassionato spaccato dell'Irlanda anni '30. Sulla Croisette, che considera la sua seconda casa, Ken rassicura il pubblico sulle voci che lo vorrebbero pronto ad appendere la telecamera al chiodo trasformando Jimmy's Hall nel suo canto del cigno artistico. "Non so ancora se questo sarà il mio ultimo film. Prima ci guarderemo i Mondiali di Calcio e poi vedremo che cosa porterà l'autunno. Per il momento abbiamo portato a Cannes un po' di maltempo irlandese".
Jimmy's Hall, ambientato dieci anni dopo Il vento che accarezza l'erba (Palma d'Oro nel 2006), racconta la storia di James Gralton, attivista comunista irlandese e leggenda locale le cui iniziative, volte a rafforzare lo spirito politico della comunità, attirarono su James le ire delle autorità e della chiesa costringendolo a fuggire a New York. Dieci anni dopo Jimmy farà ritorno dall'esilio aprendo un centro per la danza, musica ed educazione che attirerà l'interesse dei concittadini. Quale aspetto di questa storia ha attratto Loach a tal punto da farne un film? "Jimmy ha aperto una sala da ballo, un luogo in cui le persone potessero incontrarsi, parlare, divertirsi e cambiare le proprie idee. E' stato Paul a farmi conoscere la sua storia". Il fedele Paul Laverty, sceneggiatore di Loach, aggiunge: "Jimmy Gralton era un personaggio incredibile, uno spirito libero, molto carismatico. Dopo aver passato dieci anni negli USA, dove ha sperimentato la durezza della Depressione, è riuscito a tornare a casa e a donare agli irlandesi uno spazio in cui coltivare il libero pensiero e divertirsi. Era un passionale, un idealista, una figura molto attraente".
Lo spirito di Jimmy Gralton è ovunque
Per il suo film, Ken Loach ha deciso di affidarsi a interpreti poco noti o addirittura a esordienti. A interpretare il volitivo Jimmy è Barry Ward. "Per preparare il mio personaggio ho provato a lungo" spiega Barry. "Ken e Paul fanno film da un bel po' di tempo perciò con loro ero in buone mani. Per un periodo di tempo mi hanno anche spinto a lavorare in una fattoria così ho compreso a fondo lo stile di vita e le abitudini dell'epoca in cui il film è ambientato. La mia preparazone consisteva nel ballare e zappare la terra, spesso contemporaneamente. Oggi credo che lo spirito di Jimmy Gralton sia ovunque. Sono molte le persone che hanno appreso i suoi insegnamenti". Gli fa eco la coprotagonista Simone Kirby, al suo terzo lungometraggio dopo Hamlet e L'ultimo dei templari. "Prima di girare il film non conoscevo la storia di Jimmy Gralton, ma mia nonna all'epoca viveva nell'Irlanda occidentale perciò conosco bene lo stile di vita e la vita di campagna. Sono stupita del fatto che oggi non si parli di questo personaggio nelle scuole irlandesi".Didattica e spettacolo
Ken Loach e Paul Laverty hanno scelto una vetrina prestigiosa come Cannes per raccontare una storia dimenticata da molti. Di fronte alla possibile funzione didattica della settima arte, il regista spiega: "La didattica è solo una parte del ruolo del cinema. Il suo scopo principale è raccontare una buona storia, ma il fatto che, grazie a un film, sia possibile nel presente venire a contatto con una vicenda del passato è un vantaggio. Jimmy Gralton è riuscito a illuminare la sua comunità con la sua opera, ma ha trovato una grande resistenza e una strenua opposizione". Sia la chiesa cattolica che i grandi proprietari terrieri avevano interesse nel fare tacere Jimmy. La chiesa lo additava come un anticristo perché voleva mantenere il controllo sull'educazione e sul tempo libero. Per la chiesa il jazz era la musica del diavolo perché spingeva a peccare. La ferocia della chiesa dell'epoca non può essere dimenticata. Quanto ai proprietari terrieri, volevano difendere i loro privilegi contro le proteste del popolo. Questa è una situazione che oggi si verifica in molti posti del mondo". Aggiunge Paul Laverty: "Non dobbiamo stupirci che oggi questa figura sia poco nota, perché in Irlanda è stato fatto tutto il possibile per cancellare la sua memoria. Tutte le persone che sono entrate in contatto con lui, e che all'epoca dei fatti hanno messo a rischio le loro vite per aiutarlo nella sua battaglia, si sono trasferite o ne sono state cancellate le tracce".I film influenzano la società? Meglio di no!
Al di là del valore didattico del cinema, il rosso Ken non ha cambiato le sue posizioni né la sua visione del mondo e sa prendere le distanze dall'importanza e dal valore del cinema sottolineando con spirito caustico: "Ritengo che sia un bene che l'importanza del cinema sia limitata. Non sono frustrato dall'idea che un film non possa cambiare le cose. Se davvero fosse così, visto che Hollywood è la più grande potenza cinematografica, tutto il mondo si convincerebbe che l'America è il paese più democratico del mondo. Chi è abbastanza ricco potrebbe realizzare film che influenzino la gente, perciò mi auguro che il potere del cinema resti limitato. Un film deve far riflettere, spingere il pubblico a farsi delle domande che lo tormentino anche all'uscita del cinema".Riguardo al punto di vista scelto per descrivere l'Irlanda degli anni '30, Paul Laverty sottolinea: "Eravamo consapevoli della responsabilità di dipingere la mentalità di un'epoca. Il vento che accarezza l'erba era ambientato in un momento delicato della storia irlandese, con lo Sinn Féin che dava vita per la prima volta a un Parlamento indipendente. Dieci anni dopo, con la nuova apertura, Jimmy Gralton vide la possibilità di fare ritorno in patria ed è da qui che prende il via la sua fondamentale esperienza". "Il vento che accarezza l'erba era un film epico e potente, questa è un'opera semplice su un microcosmo fatto di danza, idee e poesia, attività più sovversive del combattere con le armi" chiosa Loach.
Il museo della pellicola e le nuove tecnologie
Sono noti a tutti i problemi tecnici attraversati da Ken Loach e la carenza di pellicola sofferta durante la lavorazione di Jimmy's Hall, problemi che hanno spinto i creativi della Pixar a correre in soccorso del regista inviandogli i materiali mancanti per completare il lavoro. La scomparsa della pellicola è una delle cause che potrebbe spingere Ken a ritirarsi dall'attività? "La pellicola deve essere montata. Il suo uso richiede un'attenzione maggiore rispetto al digitale perché è più costosa e perché necessità della collaborazione di un gruppo di lavoro numeroso. E' un lavoro tangibile, la materia si può toccare con le mani. Mentre montavamo abbiamo finito le bobine che servono per sincronizzare video e audio. Ordinarne di nuove era costoso perciò abbiamo chiesto agli studi se gli avanzasse qualcosa nei magazzini e la Pixar è subito intervenuta inviandoci non solo le bobine, ma anche dei cartoni animati con i loro personaggi preferiti". Aggiunge Paul Laverty: "Le persone amano la tradizione perciò continueremo a lavorare nello stesso modo, però è un peccato perché la pellicola e i cinema capaci di proiettarla stanno scomparendo velocemente. Per il prossimo film ci auguriamo di trovare un museo che ci doni i materiali che ci servono".