Quando si dice che una ragazza è la fine del mondo. Nel caso di Jessica De Gouw, dev'essere esattamente quello che ha pensato il regista Zak Hilditch quando l'ha scelta per il ruolo di Zoe, oggetto degli amorosi sensi di James, ovvero Nathan Phillips, uno sbandato che nelle ultime ore di vita del pianeta Terra che si sta avvolgendo nelle fiamme causate dall'impatto con un meteorite riesce a rimettere insieme la sua complicata vita e a dare un senso a tutto prima che sia troppo tardi.
Jessica De Gouw, venticinque anni, australiana di Perth dalla pelle diafana, lo sguardo assassino e una contagiosa simpatia, riesce a essere la vera protagonista del film apparendo in realtà solo in due scene. Non era facile, ma quando si ha qualcosa in più, la macchina da presa se ne accorge. Se ne sono già accorti già negli Stati Uniti, gente che se ne intende di meteore e di stelle da lanciare nel firmamento dello showbiz. Prima il ruolo di Ilona nei dieci episodi di Dracula, al fianco di Jonathan Rhys Meyers, poi il bel personaggio di Helena Bertinelli, nota anche come The Huntress, nella seconda stagione del fortunato Arrow, alla corte della Warner e della DC. Il futuro le riserva Deadline Gallipoli, uno dei film australiani più attesi della prossima stagione e che vedremo probabilmente in uno dei grandi festival dell'anno, al fianco di Hugh Dancy e Sam Worthington.
Un'australiana sulla Croisette
Noi abbiamo incontrato Jessica a Cannes, dove These Final Hours - 12 ore alla fine era in selezione alla Quinzaine des Realisateurs. Una bella chiacchierata sulla Croisette, in esclusiva per voi.
È strano essere una delle protagoniste principali di un film con solo due scene? Sì, abbastanza, oltretutto ho girato tutto in un giorno e quando ho visto il film è stato divertente scoprire quello che succede tra l'inizio e la fine. Ma a parte questo, il personaggio di Zoe è una presenza costante, è il motore delle azioni di James, quindi non mi sono mai sentita solo una piccola parte della storia.
Non potrebbe essere altrimenti, è un tale farabutto a lasciarti in quel modo a poche ore dalla fine del mondo... Hai perfettamente ragione, ma è anche molto bello il modo in cui il suo personaggio prende coscienza di quello che realmente vuole dalla vita prima che tutto finisca.
In fondo Zoe e James sono una sorta di Adamo ed Eva al contrario. Non ci avevo pensato, ma è vero, è una bellissima immagine, e questo ritorno alle origini è dettato dalle scelte di James nel corso del suo viaggio, che sono sempre più pure, fino a scoprire l'amore originale. Sono assolutamente d'accordo con te.
Nonostante l'apocalisse
Inoltre c'è una circolarità narrativa che inizia e finisce con te, anzi, il contrario in realtà, dato che sei l'unica fonte di vita della storia. Esatto, credo sia un bellissimo messaggio, che anche quando tutte le speranze sono perdute e l'ultimo briciolo di umanità sparito dalla nostra razza, c'è comunque la prospettiva di una nuova vita che può nascere.
In fondo il messaggio di These Final Hours è che la felicità è una ricerca molto più semplice di quello che può sembrare. Già, solo che molti perdono di vista quest'aspetto convinti che la vita sia fatta di altro. Invece ciò che rende un'esistenza felice sappiamo cos'è, non c'è niente di complicato.
Spiccando il volo
Tornando a questioni più prosaiche, professionalmente parlando sei felice? Gli ultimi due anni sono stati all'ultimo respiro, ho lavorato moltissimo e ho avuto la fortuna di far parte di due produzioni televisive importanti come Dracula e Arrow, che mi hanno dato la possibilità di essere conosciuta dal grande pubblico. Nel mentre ho girato These Final Hours e un altro film in Australia, Cut Snake, un thriller molto duro ambientato negli anni Settanta. Sì, credo di poter dire di essere felice sotto questo punto di vista.
In Dracula hai lavorato con Jonathan Rhys Meyers. Com'è stato dividere la scena con lui? Ti dico la verità, la prima volta che ho visto Jonathan non riuscivo a credere che fosse così bello. Ma a parte questo, è incredibile vedere come un attore come lui abituato a lavorare in produzioni enormi sia collaborativo con chiunque sul set. Molti pensano che un attore sia solo una piccola parte di una grande macchina, ma non è così, tutti devono fare la loro parte perché quando si fa un film o una serie tv ci sono in gioco tanti soldi e posti di lavoro. Jonathan, era la star, ma anche uno dei produttori, ed era il primo ad aiutare tutti, a dare consigli, a partecipare al lavoro sul set.
Ma lavoro a parte, cosa fa una bella ragazza australiana come te nel suo tempo libero? Mi rilasso! Sto a casa, vado a trovare la mia famiglia, passo il tempo con i miei amici, e soprattutto mi piace esplorare il mio paese. L'Australia è piena di posti incredibili che non ho mai visto e ogni volta che mi è possibile cerco di scoprirne di nuovi. Credo sia il regalo migliore che mi posso fare.
Cate, un modello ingombrante
Torniamo a These Final Hours: il tuo primo impatto con il set è stata la torrida scena di sesso iniziale. Non dev'essere stato facile. Certamente non era una situazione confortevole, ma la maggior parte del lavoro di un attore è lontano dal set. Quando ho letto la sceneggiatura mi sono preparata a lungo per affrontare la scena, ne ho parlato con Zak Hilditch, il regista, e con Nathan Phillips. Alla fine l'atmosfera sul set era perfetta e tutto è stato molto semplice, a dire il vero. Ma in ogni caso, essere un'attrice significa anche questo, non credo che Cate Blanchett si sconvolgerebbe se il primo giorno sul set fosse così.
Cate Blanchett? Quindi è questo il tuo obiettivo, diventare la nuova Cate? Perché no? O meglio, lei è Cate Blanchett, non scherziamo, ma l'obiettivo è certamente quello di fare del proprio meglio e ottenere dei risultati sempre più alti. Mi sto impegnando per riuscirci.