Dopo un lancio promettente, un inarrestabile calo degli ascolti che indusse la CBS a una chiusura precoce, la richiesta a furor di popolo da parte dei fan di un'ulteriore chance ha convinto il network a produrre una seconda stagione di Jericho, dramma corale con protagonista l'aitante Skeet Ulrich; ma, trasmessi i sette episodi promessi, stavolta è finita per davvero. E non possiamo dare torto alla CBS, per una volta: nonostante le buone premesse, questa fulminea seconda stagione dello show ha dimostrato come le fucine creative del trio Steinberg, Chbosky e Schaer fossero tristemente esigue ed infeconde quanto i portafogli dei produttori.
Ritroviamo il nostro eroe Jake Green, i suoi Ranger e gli altri coraggiosi abitanti di Jericho alle prese con lo spietato Phil Constantino e i suoi cittadini/ combattenti di New Bern. Ma la battaglia - che rischiava di essere disatrosa per l'irrisoria compagine di Jericho - viene sedata immediatamente dall'intervento dell'esercito regolare, inviato nella zona dal governo di Cheyenne, che è venuto a sapere che proprio nella nostra ridente cittadina si nasconde il misterioso Robert Hawkins.
I militari useranno il pugno di ferro con New Bern, mentre a Jericho, grazie alla ragionevolezza del Maggiore Beck e alle doti diplomatiche dei fratelli Green, almeno inzialmente sembra regnare un'atmosfera diversa. Almeno finché la Jennings & Rall, corporation che si installa in città con l'obiettivo di "riportare la normalità", non chiama a proprio sostegno una vecchia conoscenza, Goetz, leader dell'inquietante milizia mercenaria di Ravenwood.
Intanto Hawkins continua a spillare segreti dalle sue fonti per ricostruire il complotto che lega direttamente gli attacchi nucleari che hanno distrutto ventitre metropoli americane all'attuale governo, non certo democraticamente eletto, degli Stati Uniti, e a destreggiarsi per evitare la cattura. Quando il nemico è a un passo dall'acciuffarlo, Hawkins riceve una telefonata di avvertimento da tale John Smith, enigmatico individuo che sa molto più quanto non lasci trasparire.
Tra tensioni interne nelle cittadina e intrighi di portata nazionale, la storia procede non senza colpi di scena; peccato che, nel tentativo di avvincere e lasciare senza fiato lo spettatore, ci si dimentichi di curare l'elemento che aveva permesso alla prima stagione di carburare, ovvero l'umanità della gente di Jericho: con Jake impegnato tra la collaborazione con i militari, il ruolo di sceriffo, il braccio di ferro con Goetz e l'assistenza a Hawkins, non c'è più tempo per approfondire il suo rapporto con il fratello Eric o con l'amata Emily, mentre la madre viene persino convenientemente rimossa dalla scena. Allo stesso modo, non si parla più dei sensi di colpa di Eric per la morte della moglie o del suo amore per Mary, o dei conflitti familiari di Hawkins. L'unica coppia che sembra mantenere un minimo di rilievo è quella - del resto adorabile - composta da Mimi e Stanley. Gran parte dei personaggi e delle storyline secondarie svaniscono o sono relegate a occasionali e inutili apparizioni, e la sensazione è che gli autori abbiano voluto accelerare e risolvere in fretta le questioni più ingenti per assicurare alla vicenda una conclusione accettabile visto l'approssimarsi del colpo di accetta da parte del network. Questo senza riuscire a trovare un equilibro tra le potenzialità ancora esistenti dell'idea di base - quella di una cittadina con le sue peculiari dinamiche che, isolata dal mondo in seguito a un disastro nucleare, deve trovare da sé il modo di sopravvivere - e gli sviluppi e le complicazioni successive, maturati su scala più vasta, ma senza organicità e coesione. Peccato: non ci voleva poi molto a lasciarci di Jericho un ricordo migliore.