Jeanne du Barry è il nuovo progetto diretto, co-scritto e interpretato da Maïwenn, attrice e cineasta francese che ha già dimostrato il suo talento con Polisse e Mon roi - Il mio re. La pellicola, che tra l'altro sarà presentata alla 76esima edizione del Festival di Cannes, in apertura dell'evento cinematografico ovvero il 16 maggio 2023, racconta la storia dell'omonima figlia illegittima di una sarta (incarnata dalla stessa Maïwenn) che, nel 1700, fece una vera e propria scalata sociale arrivando direttamente da Re Luigi XV. Il sovrano, che ha il volto di Johnny Depp, si innamora perdutamente di lei, portandola poi a Versailles, dove il suo arrivo, ovviamente, scandalizza tutta la corte parigina. Per quanto Jeanne du Barry rischi effettivamente di attrarre l'attenzione mediatica più per la presenza di Depp stesso che per la possibile qualità dell'opera in sé, considerando il crollo personale e lavorativo dell'attore negli ultimi anni, è opportuno analizzare come mai tale lungometraggio può rappresentare la sua rinascita al cinema.
Un progetto non troppo famoso
Partiamo con il dire che Jeanne du Barry è un progetto che non vola troppo in alto: certo, sarà presentato a Cannes, ma non si tratta comunque di una pellicola di alta fascia creata con l'ambizione di avvicinare il pubblico generalista, ma sembra appartenere a quel filone di film di nicchia dalla profonda vena autoriale. Non è un caso, infatti, che ci troviamo di fronte ad una storia vera non molto conosciuta di una outsider, una figura di grande spessore e ingegno che però, per sua stessa natura, non può essere protagonista di un lungometraggio mainstream. In tutto questo, Johnny Depp è riuscito a ritagliarsi uno spazio dignitoso, affidandosi ad una produzione (nella fattispecie Why Not Productions) che ha creduto in lui nonostante il recente scontro legale con la Heard e le voci di corridoio che serpeggiavano tra gli Studios. E un'opera simile, non ambiziosa ma dal concept interessante, è la finestra perfetta per far riemergere un attore "dimenticato" dalle ombre, in punta di piedi.
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Una nuova scalata
Se ci pensate bene, considerando quanto è accaduto a Johnny Depp, sembra di ricominciare da capo. Un divo quasi totalmente privato della sua notorietà, senza più gli agganci profondi e sicuri che aveva maturato negli ultimi anni (Disney e Warner Bros. in particolare) che è costretto a ripartire da zero per scalare la tanto agognata celebrità. Per arrivare però alle major (e quindi riacquistare fiducia) sembra quasi che l'artista debba superare un periodo di transizione, una sorta di prova d'iniziazione in cui deve nuovamente dimostrare il suo talento. Jeanne du Barry è un punto di partenza ideale per la sua nuova ascesa alle stelle perché non si tratta in primis di un titolo demenziale o scadente, ma di un lungometraggio già di per sé promettente che ha scelto di sfruttare l'esperienza di Depp come valore aggiunto, tra l'altro prendendosi un rischio. Un interscambio profondo dal quale sia la produzione che l'attore possono sicuramente trarre dei vantaggi, ma dal quale l'unico certo vincitore sembra essere l'attore perché non può che guadagnarci.
La redenzione a Cannes
Il Festival di Cannes è da sempre uno dei grandi eventi cinematografici dell'anno, una vetrina di punta che dà visibilità ai film presentati e che rappresenta, al contempo, un palcoscenico autorevole dal quale far risuonare la propria voce. In un'edizione 2023 già particolarmente frizzante, tra la proiezione dell'ultimo capitolo della saga di Indiana Jones, il nuovo film di Martin Scorsese Killers of the Flower Moon, ecco che è stato trovato lo spazio necessario anche per Jeanne du Barry. La sola presenza della pellicola ad una kermesse così tanto importante già automaticamente sposta nuovamente l'attenzione su Johnny Depp, ma non è tutto. Proprio perché Cannes, come anticipavamo prima, è un luogo di aggregazione e comunicazione, la celebrità americana avrà la possibilità di confrontarsi non solo con i suoi colleghi, con produzioni, registi e creativi, ma avrà tutta la platea disponibile per rivolgersi ai giornalisti, ai critici e raccontare la sua nuova storia e dovrà sicuramente dosare molto bene le sue parole.
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Un ruolo adatto
Esaminando la multiforme e ricchissima carriera di Johnny Depp, per quanto alcuni detrattori sostengano l'uniformità di alcuni suoi ruoli (con un'indubbia predilezione per i personaggi eccentrici e fuori dalle righe), l'artista ha sempre dimostrato un talento molto duttile, in grado di adattarsi a molte situazioni diverse tra loro. Questo nuovo personaggio, un sovrano francese che ha governato tra luci e ombre, circondato da amanti, mogli e figli illegittimi, sembra calzare a pennello con il curriculum artistico dell'interprete statunitense. Una parte complessa, stratificata e ricca di sfumature, una sfida attoriale per nulla semplice, ma che è l'ennesima dimostrazione di una scelta accurata del casting perché è stato fatto affidamento su un genio cristallino e su un attore che, arrivato a questo punto, vuole solo riappropriarsi di quel lavoro che lo ha consacrato tra i più grandi di Hollywood. Nella sua delicata situazione professionale, Depp sa benissimo che con questo ruolo non può proprio sbagliare, ma è consapevole, al contempo, che un suo trionfo potrebbe essere altisonante.
Ancora sulle retrovie
Per concludere, c'è un altro piccolo dettaglio da non sottovalutare nella nostra analisi. Perché se andiamo ad osservare bene proprio il ruolo assegnato a Johnny Depp, ci rendiamo conto che, per quanto sia sicuramente importante all'interno di Jeanne du Barry, parliamo pur sempre di una parte secondaria rispetto alla protagonista incarnata da Maïwenn. Non si tratta infatti di un film che ripercorre tutta la vita di Re Luigi XV, ma che invece è dedicato proprio a Marie-Jeanne Bécu, contessa du Barry. Ciò dice davvero tanto perché se da un lato Depp ha un margine di manovra maggiore non essendo effettivamente l'attore centrale della storia, cede anche il proprio spazio scenico ad un'artista che, nonostante sia conosciuta, non è famosa come lui. Dopo tutto quello che è accaduto in tribunale, inoltre, questo passaggio di consegne artistico, in cui c'è un'attrice a tirare le fila, mentre lui è solo di sfondo, metaforicamente sembra un'immagine calzante del post-processo, con Johnny sì vincitore dello scontro legale, ma comunque non completamente perché condannato a 2 milioni di dollari di risarcimento per le accuse di un suo ex avvocato nei confronti di Amber Heard.