Si è fatto attendere a lungo, ma ne è valsa la pena. Johnny Depp ha fatto il suo ingresso in conferenza stampa di Jeanne du Barry, film d'apertura di Cannes 2023, con oltre 40 minuti di ritardo, ufficialmente bloccato nel traffico. Per la prima parte della conferenza la sua sedia è rimasta vuota, forse per dare spazio alla regista Maïwenn e al cast francese del film visto che, dal momento del suo ingresso, ha catalizzato inevitabilmente su di sé l'attenzione della stampa. Elegante con un completo grigio antracite, i capelli lunghi sciolti sulle spalle, Depp è apparso in gran forma all'indomani dell'ovazione che ha accolto la sua performance nei panni di Re Luigi XV.
Quanto il progetto è stato annunciato, ha destato curiosità la scelta di Maïwenn, regista e interprete del biopic, di volere un attore americano nel ruolo Luigi XV. Si dice sorpreso anche lo stesso Johnny Depp che confessa scherzosamente: "Credevo che qualcuno avesse fatto un terribile errore. Ho perfino chiesto a Maïwenn se non volesse provare con un attore francese. Ci ha pensato un po', poi mi ha detto che aveva già proposto loro la parte e non aveva funzionato. È stata abbastanza coraggiosa da scegliere un buzzurro del Kentucky per interpretare Re Luigi XV, anche se ero un po' intimorito. Non volevo appropriarmi di una cultura non mia, ma sono felice che lei abbia insistito. Maïwenn ha avuto molta pazienza con me".
La scelta di Johnny Depp, una "felice eccezione"
Maïwenn descrive Johnny Depp come una "felice eccezione". Il biopic su Marie-Jeanne Bécu, più nota come Madame du Barry, ultima favorita di Re Luigi XV morta durante il periodo del Terrore seguito alla Rivoluzione francese, l'ha "ossessionata per 17 anni. Volevo restare fedele alla mia visione e questo non richiedeva per forza un attore francese. Quando ho incontrato Johnny ho scoperto che conosceva Luigi XV meglio di me. In Francia si sente a casa, è stato qui per vent'anni, è curioso, ama il paese, la pittura, la musica, quindi è stato una scelta ovvia".
D'altronde Jeanne du Barry - La favorita del re si discosta nettamente dai period movie tradizionali, come ammette la sua stessa autrice, che ha escluso fatti storici come la morte di Jeanne per concentrarsi sulle sue storie d'amore. "Quando ho iniziato a scrivere il film ho capito cosa non volevo. Ho visto tanti film sull'epoca, su Maria Antonietta, e non mi piacevano perché c'era troppo dialogo" spiega Maïwenn. "Non volevo farmi risucchiare dall'epoca, volevo cercare la mia identità, lasciare che la mia personalità emergesse. Non volevo che il film fosse anacronistico, volevo che gli attori fossero giusti, credibili, evitando l'improvvisazione per non rischiare il tono da parodia. Ho cercato di conciliare il rispetto dell'epoca e degli attori allo stesso tempo".
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Boicottato da Hollywood?
Come rivela anche la nostra recensione di Jeanne du Barry, il film ha diviso la critica. Mentre Maïwenn ammette di non leggere i giornali né seguire la radio o tv quando parlano del suo film ("Devo proteggermi"), Johnny Depp si dice "orgoglioso di vedere il risultato di un buon lavoro. Un film è come un figlio, il figlio di Maïwenn". Riguardo al circo mediatico che domina Cannes, l'attore commenta scherzosamente: "Nel 1993 sono venuto a Cannes col film di Emir Kursturica (Il valzer del pesce freccia, ndr) e sono rimasto scioccato dal caos mediatico. Mai visto prima niente di simile. Oggi è la stessa cosa, sono cambiate le facce, ma le azioni sono le stesse. Il modo in cui i media parlano delle opere è strano, siamo qui perché abbiamo fatto un film, non un prodotto da vendere. La maggior parte delle cose che leggo è fantascienza".
La star di Pirati dei Caraibi e di tanti film di Tim Burton se l'è cavata piuttosto bene anche a recitare in una lingua non sua grazie all'aiuto della vocal coach Mathilde, che ringrazia per "avermi torturato per ore e ore sul set. Per farmi imparare il francese mi ha scombussolato la testa. Sul set ho cercato di essere il più preciso e concentrato possibile. Spero che questo non sia il mio ultimo lavoro in francese". Arriva anche il momento per una domanda "scomoda". Quando viene chiesto Johnny Depp se si sente ancora boicottato da Hollywood, lui risponde: "Non mi sento boicottato da Hollywood perché non penso a Hollywood. Non ne ho bisogno. Stiamo vivendo un periodo strano in cui tutti vorrebbero essere se stessi, ma non possono perché devono conformarsi. Se volete vivere così fate pure, io sarò da un'altra parte".
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Cannes e la metafora del McDonald's
In tempi di cultura della cancellazione, Johnny Depp viene stimolato a ipotizzare come reagirebbe se Cannes decidesse di bandirlo come persona non gradita, un po' alla maniera di quanto accaduto con Lars von Trier. Il divo risponde con una curiosa metafora che chiama in causa McDonald's, Big Mac e purè di patate luminosi. "Ipoteticamente parlando", esordisce, "se mi dicessero 'Non puoi andare a mangiare da McDonald's per il resto della vita' perché da qualche parte ci sono delle persone che mi hanno guardato mangiare Big Mac in loop... loro chi sono? Cosa gliene importa? Perché si preoccupano? Un mucchio di purè di patate coperto di luce dallo schermo di un computer, anonimo?".
Ma quando si parla di un "ritorno al cinema", Johnny Depp risponde perplesso: "Le persone usano spesso questo slogan, a star loro dietro avrei già avuto 17 ritorni. La parola 'ritorno' mi lascia perplesso perché non sono andato da nessuna parte. A essere preciso, vivo a 45 minuti da qui. In realtà le persone hanno smesso di chiamarmi, non so di cosa avessero paura. Ma io me ne sto qui e aspetto. Parlare di ritorno è come se io me ne fossi venuto fuori ballando il tip tap o qualcosa del genere".