La sua filmografia è sterminata, ma il grande pubblico di tutto il mondo la ricorderà sempre per i gemiti e i sussurri sensuali di Je t'aime... Moi non plus, scandaloso brano firmato dal compagno Serge Gainsbourg. E pensare che prima di lei, a cantare la censuratissima canzone insieme a Gainsbourg era stata Brigitte Bardot. L'inglesina Jane Birkin, figlia della swinging London (epoca che liquida affermando che "tutto sommato non era niente di che"), dopo essersi trasferita a Parigi nel 1968 ha infranto i cuori di tanti spettatori trasformandosi in una delle icone di stile più celebri al mondo tanto da spingere la Maison Hermés a dedicarle addirittura una borsa, la celebre Birkin Bag.
La presenza di Jane Birkin a Locarno è tanto più eccezionale se si pensa al suo ruolo di musa di registi come Jacques Deray, Roger Vadim, Alain Resnais, Bertrand Tavernier e Jacques Doillon, suo compagno di vita e padre della sua terza figlia. L'attrice, affaticata da problemi di saluti e dai dolori inferti dalla vita (nel 2013 la sua prima figlia, Kate Berry, si è suicidata lanciandosi dalla finestra del suo appartamento di Parigi), non ha perso un briciolo del suo fascino. La sua voce, sensuale come un tempo, provoca ancora i brividi a tanti uomini mentre Jane parla dell'esperienza sul set di La fille prodigue, diretto proprio da Jacques Doillon nel 1981.
La scoperta del dramma
Grazie all'incontro con Jacques Doillon, per Jane Birkin è arrivata la svolta drammatica dopo tanti ruoli in cui interpretava la ragazza buffa e sensuale. "La fille prodigue è stato il primo film in cui mi è stato chiesto di interpretare un personaggio drammatico. Dopo tante commedie, questo è stato anche il primo lavoro in cui mi è stato detto che ero una brava attrice. Ho avuto tante pagine di copione da imparare, ma devo confessare che Michel Piccoli è l'interprete ideale per chi ha lunghe parti da imparare. E' un uomo incredibile, non ha mai avuto un agente. Per lavorare con lui devi chiamarlo direttamente e l'esperienza sul set in Normandia è stata davvero eccezionale".
Pur essendo all'epoca il suo compagno, sul set Jacques Doillon non ha fatto sconti a Jane Birkin. L'attrice ricorda: "Jacques continua a girare finché non è contento di te. Siamo arrivati a ripetere una scena anche 120 volte. Ama le variazioni, ti fa recitare più piano, più veloce, ti fa cambiare registro. Taglia solo quando è essenziale, è molto ambizioso e questo è fantastico per un regista. E poi non ti incoraggia per niente sul set. Gira lunghe scene in silenzio e tu devi essere all'altezza dell'inizio alla fine. Era molto esigente e anche io ero molto esigente con me stessa".
Capolavori che mettono alla prova
Tre anni dopo La fille prodigue, Jane Birkin torna a essere diretta da Jacques Doillon in La pirate. Dopo la palestra della precedente pellicola, stavolta le cose, sul set, sembrano andare meglio. Come ammette l'attrice "girare La pirate è stato diverso, più facile. Prima di iniziare, però, c'era stato uno scambio di ruoli tra me e Isabelle Adjani. A un certo punto lei è stata vicinissima a interpretare La pirate, mentre a me era stato proposto un altro ruolo, ma nel mio cuore sentivo che La pirate doveva essere mio. Per fortuna ho riavuto il mio personaggio".
Anche se la passione per la recitazione non si è mai sopita, Jane Birkin ammette di non rivedersi mai. "Alla Cinematheque ripropongono spesso i miei film, ma io non li ho mai rivisti per 40 anni. Sono molto nervosa all'idea di rivedermi al cinema e la ragione è che la mia voce è troppo bassa. Se fossero tutti muti non sarebbe così terribile, ma non sopporto la mia voce". Curiosamente è proprio la voce che ha reso celebre la Birkin, quel tono basso e sensuale che l'ha fatta diventare famosa anche come cantante. "In Francia puoi essere attrice e cantante allo stesso tempo. Guardate la Bardot, la Moreau, hanno sviluppato due carriere complementari nel cinema e nella musica. Non come in America dove devi fare una scelta".
A proposito di scelte, parlando dei film memorabili interpretati, Jane Birkin ricorda Blow-up, in cui è stata diretta da Michelangelo Antonioni. Il film è stato reso celebre anche per la scena del suo primo nudo. "Quando Antonioni mi ha proposto il ruolo, ne ho parlato con mio marito John Berry e lui mi ha detto 'Se devi spogliarti, meglio farlo con Antonioni che è il più grande di tutti'. Quando le persone sono molto timide, sono capaci di sconvolgere. Ho accettato di spogliami perché mio marito credeva che non fossi in grado di farlo. Ho voluto dimostrargli che aveva torto".