La saga di James Bond ha tagliato il traguardo del sessantesimo anniversario e, per l'occasione, Metro-Goldwyn-Mayer e EON Productions hanno presentato un documentario, The Sound of 007, dedicato alle canzoni e alle colonne sonore che hanno accompagnato le avventure dell'agente segreto nell'arco dei decenni.
Anche noi vogliamo qui rendere omaggio alle musiche dedicate a James Bond attraverso una selezione tratta dalle principali partiture che hanno contraddistinto la storia del franchise. Sono molti i compositori che hanno preso parte alla saga: su tutti spicca ovviamente John Barry, autore di undici colonne sonore bondiane tra il 1963 e il 1987, arrangiatore del tema di 007 scritto da Monty Norman e orchestratore per Agente 007 - Licenza di uccidere, che diverrà il trait d'union della serie. Al musicista britannico si sono affiancati lo stesso Norman, che compose il resto della partitura del primo capitolo, George Martin (Vivi e lascia morire), Marvin Hamlisch (La spia che mi amava), Michael Kamen (Vendetta privata), Éric Serra (GoldenEye), David Arnold (per cinque film tra il 1997 e il 2008), Thomas Newman (Skyfall e SPECTRE) e Hans Zimmer (No Time To Die).
Andiamo dunque a riscoprire i migliori brani della saga di 007, i più importanti dalle origini degli anni Sessanta fino ai capitoli più recenti. Buona lettura e buon ascolto.
Il Bond classico (1962-1971)
Negli anni Sessanta, la scrittura di John Barry ha regalato forse le migliori colonne sonore bondiane di sempre. Ogni film include dei temi entrati nell'immaginario collettivo, e che hanno contribuito a creare il mondo di 007 con un approccio unico. L'ampio utilizzo di strumenti a fiato dona classicità a uno spirito che viaggia tra il jazz e il rock: un miracolo sonoro possibile soltanto grazie al talento di Barry, che inizialmente arrangia e orchestra le note del tema di James Bond composte da Monty Norman per Dr. No, per poi introdurre il proprio stile a partire da Dalla Russia con amore.
In questo capitolo il timbro è decisamente morbido dato l'innamoramento di Tatiana Romanova (interpretata da Daniela Bianchi) nei confronti dell'agente britannico, che la proteggerà fino al finale a Venezia. Molto più forte invece in Missione Goldfinger, a partire dall'insuperabile canzone interpretata da Shirley Bassey e poi adattato all'antagonista del film, che è "l'uomo con il tocco di Mida, un tocco da ragno". Ma c'è spazio per il jazz con il brano Into Miami, che accompagna il vero e proprio inizio del capitolo, prima di variazioni sul tema di Goldfinger che evidenziano i vari passaggi del film.
Ancora più impegnativo il lavoro firmato per Thunderball, nel quale oltre alla splendida canzone intrepretata da Tom Jones fanno il proprio esordio altri due temi: Mr. Kiss Kiss, Bang Bang, che avrebbe dovuto essere il brano d'apertura del film venendo però sostituito per scelta di Albert "Cubby" Broccoli e di Harry Saltzman; e, soprattutto, 007, che va ad affiancarsi al tema di James Bond come brano caratteristico delle scene d'azione, venendo ripreso anche successivamente.
Se Si vive solo due volte si ricorda soprattutto per la canzone d'apertura (e chiusura) di Nancy Sinatra, Al servizio segreto di Sua Maestà è invece una delle colonne sonore più importanti dell'intero franchise. We have all the time in the world di Louis Armstrong è una delle canzoni intramontabili della serie, e nel film appare tanto nella versione cantata quanto in quella orchestrale, con molteplici variazioni significative: è, in particolare, il tema d'amore tra James e Tracy, intrepretati da George Lazenby e Diana Rigg. Al brano principale si affiancano una versione più drammatica del tema di Bond e il tema dei titoli di testa, un altro tassello fondamentale del film e tra le composizioni più iconiche della saga. Vi è anche una seconda canzone, dalla vocazione natalizia: Do You Know How Christmas Tree Are Grown, intrepretata da Nina Van Pallandt.
Una cascata di diamanti, che segnò il ritorno di Sean Connery nella serie per l'ultima volta, vide nuovamente Shirley Bassey protagonista della canzone di testa: Diamonds Are Forever è tra i brani bondiani più ammiccanti e provocatori, tanto per il testo (scritto da Don Black) quanto per la musica. Erano ormai gli anni Settanta, già per questo parecchio rivoluzionari ma sempre nel segno di Barry.
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Il Bond moderno (1973-2002)
Per Vivi e lascia morire, fu Paul McCartney a comporre la canzone di testa, insieme alla moglie Linda, e la interpretò insieme ai Wings. Ancora adesso uno dei brani più strabilianti del franchise, segno del cambiamento in corso nella serie, grazie all'ingresso di Roger Moore nel ruolo di James Bond: sarà il protagonista per sette film, come mai nessun altro prima e dopo di lui. Uno 007 più scanzonato in molti frangenti, ma non per questo meno elegante.
Dopo The Man With The Golden Gun di Lulu (che richiama parecchio le sonorità già esplorate con Shirley Bassey), arriviamo alla colonna sonora più importante dell'epoca Moore: La spia che mi amava, composta dal musicista statunitense Marvin Hamlisch, già premio Oscar con Come eravamo (1973).
Per l'occasione, l'autore fece sfoggio del proprio talento proponendo un perfetto incontro tra sonorità elettroniche e musica orchestrale, in particolare nel brano Bond 77. Utilizzò invece fiati e percussioni per il delicato tema di Anya (impersonata da Barbara Bach), ma è certamente con Nobody Does It Better che Hamlisch si impose come una tra le firme più autorevoli della serie, grazie a un brano raffinato e soave, perfettamente interpretato dalla cantautrice americana Carly Simon e riproposto a più riprese anche nella versione strumentale.
Tra il 1979 e il 1983 si registrò una fase di passaggio, con John Barry che tornò saldamente al ruolo di compositore di riferimento della saga: Moonraker, For Your Eyes Only e All Time High non si ricordano però come fra i brani più riusciti in assoluto. Nel 1985 arrivò un deciso cambio di ritmo, grazie ai Duran Duran e alla loro A View To A Kill, scritta per Bersaglio mobile, ultimo capitolo con Moore nel ruolo dell'agente segreto di Sua Maestà: la collaborazione tra Barry e il gruppo britannico non fu semplice, ma decisamente proficua.
The Livings Daylights degli a-ha e Licence To Kill di Gladys Knight accompagnarono rispettivamente Zona pericolo e Vendetta privata, i due film con Timothy Dalton nuovo James Bond. Dopo un periodo di pausa, il franchise tornò nel 1995 con Goldeneye, e fu un rientro in grande stile grazie a Tina Turner, che interpretò la canzone d'apertura su testo e musica di Bono e The Edge. Fu il primo dei quattro film con Pierce Brosnan protagonista, ai quali seguirono Il domani non muore mai, Il mondo non basta e La morte può attendere. Sheryl Crow, i The Garbage e Madonna interpretarono le canzoni dei tre film successivi, e in particolare The World Is Not Enough si ricorda per la straordinaria eleganza.
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Il Bond contemporaneo (2006-2021)
Nel 2006 il franchise di James Bond conobbe una profonda riscrittura. La serie ripartì letteralmente dalle origini del personaggio, seguendo l'esempio di Batman Begins, nel quale Christopher Nolan aveva firmato il magnifico reboot dell'Uomo Pipistrello. 007 doveva uscire dall'impianto tradizionale e imporre un tipo di narrazione differente, stavolta lineare. Daniel Craig venne scelto come nuovo Bond: glaciale, spietato, ma anche vulnerabile e non indifferente ai sentimenti.
Un nuovo 007 suggeriva anche un approccio differente dal punto di vista musicale. David Arnold avrebbe scritto le partiture per Casino Royale e Quantum of Solace; Thomas Newman quelle per Skyfall e SPECTRE; Hans Zimmer la più recente, quella per No Time to Die. Due punti accomunano le cinque colonne sonore: un nuovo utilizzo del tema di James Bond e una maggiore cupezza delle composizioni, perfettamente intonate con il nuovo 007, decisamente più complesso e introverso dei suoi predecessori. Molto particolare quanto proposto da Arnold in Casino Royale, nel quale il tema bondiano appare alla fine della pellicola, nell'ultima scena e sui titoli di coda. Questo perché il film introduce un passo alla volta le caratteristiche di Bond, che soltanto in chiusura diverrà il personaggio che apparirà anche nei capitoli seguenti, dopo aver dovuto rinunciare a Vesper Lynd, il grande amore perduto tragicamente e per la quale inizialmente serberà profondo rancore, credendo di essere stato tradito.
Più riflessivo lo stile proposto da Thomas Newman il quale, soprattutto in Skyfall, ha saputo interpretare straordinariamente il tono drammatico del film, nella sfida spietata tra Bond e Silva e nella difesa di M da parte di 007, fino all'epico finale nella casa natìa di James. Il Bond contemporaneo, oltretutto, si adatta perfettamente ai tempi: terrorismo, spionaggio su larga scala, minacce informatiche sono protagoniste soprattutto in questo capitolo, tra i più importanti della saga.
SPECTRE ricalca sonorità già esplorate nel precedente film, ma con una sostanziale novità dovuta all'ingresso di Madeleine Swann (interpretata da Léa Seydoux), che addolcisce le note attraverso il tema a lei dedicato.
Ed è ancora lei il fulcro di No Time To Die, poiché centrale sarà il suo personaggio anche per il James Bond del commiato: nuovamente innamorato, poi apparentemente tradito, ma infine nuovamente vicino alla donna che lo ha reso padre e cambiato profondamente, forse anche più di quanto non avesse fatto Vesper. Il lavoro di Hans Zimmer per la colonna sonora del film è stato estremamente complesso: infatti, il tono della pellicola cambia più volte, mantenendo un accento cupo e drammatico, ma con momenti catartici e liberatori, sia per le figure in scena che per gli spettatori, fino allo straziante finale. Brani come Matera, Home e Final Ascent rappresentano la sintesi dell'eccellente partitura del compositore due volte premio Oscar. Attraverso Gun Barrel e Square Escape viene ripreso il tema di Bond, che prima ricalca il classico per poi virare su un'impostazione da scena action (è la sequenza degli spari contro l'Aston Martin DB5 a Matera); Good To Have You Back è invece un omaggio al tema di John Barry per i titoli di Al servizio segreto di Sua Maestà, che viene anche citato attraverso la ripresa di We Have All The Time In The World. I due film hanno diversi punti di contatto, e non potrebbe essere altrimenti.
Rivestono un ruolo fondamentale anche le canzoni del Bond contemporaneo. Da You Know My Name di Chris Cornell a Another Way To Die di Jack White e Alicia Keys fino a Skyfall di Adele, Writing's On The Wall di Sam Smith e No Time To Die di Billie Eilish. Le ultime tre hanno qualcosa di eccezionale in comune, ovvero di essere state premiate con l'Oscar per la miglior canzone originale, come mai era accaduto in precedenza per i brani di apertura dei film di 007: l'ennesimo primato infranto dalla saga, che ha saputo rinnovarsi anche attraverso i suoi fiori all'occhiello musicali. In attesa di ascoltare i prossimi successi.