Major viene arrestato con l'accusa di essere il cosiddetto Chaos Killer, e per scagionarlo Liv è costretta a rivelare il suo segreto a Clive. Una volta risolto quel problema, la squadra deve fare i conti con una difficoltà maggiore: una vera e propria invasione di zombie, legata alla famigerata Max Rager...
L'importante è divertirsi
Sin dal suo debutto, accompagnato da quella sigla strepitosa affidata al disegnatore del fumetto originale Mike Allred, iZombie si è imposto come un serial diverso, versatile, capace di adattarsi anziché seguire rigidamente le regole di un genere quale quello legato ai morti viventi. Pur promettendo nell'immediato un'apocalisse zombie come si deve, la prima stagione si era anche fatta notare per la componente ironica/umoristica, forte della presenza di Rob Thomas al vertice creativo, e per l'attento lavoro sui personaggi, chiudendo con un finale intimo e devastante. Il secondo ciclo, che non ha sofferto per il numero maggiore di episodi (diciannove anziché tredici), ha continuato a sfruttare le potenzialità multiformi della premessa, abbracciando il lato supereroistico della serie nel finale midseason Cape Town, in cui Liv diventa un'eroina mascherata dopo aver consumato il cervello di un vigilante in costume, o concedendosi una parentesi più goliardica e folle in Fifty Shades of Grey Matter, dove Liv si trasforma in una ninfomane dopo essersi nutrita della materia grigia di un'autrice di romanzi erotici (l'altra chicca di quell'episodio è il cameo audio di Kristen Bell, alias Veronica Mars).
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Apocalypse Soon
Per il doppio finale del secondo ciclo, Dead Beat e Salivation Army, Rob Thomas e Diane Ruggiero riescono a chiudere in modo soddisfacente le varie sottotrame, senza che queste soffochino l'evento principale, ossia l'attacco di zombie che ci è stato promesso sin dall'inizio. Il personale e l'apocalittico si fondono in un tutt'uno spettacolare nonostante le limitazioni di budget, dove l'action alimenta e vive in simbiosi con la sempre ottima evoluzione dei diversi personaggi, in primis la deliziosa Liv interpretata da Rose McIver, che continua a superare con brio ogni sfida recitativa imposta dai poteri del personaggio. L'altro punto altissimo, per quanto riguarda il cast, è Steven Weber, finalmente promosso al rango di vero e proprio Big Bad e, di conseguenza, deliziosamente sopra le righe. Ma il momento migliore è riservato per pochi eletti, un inside joke costruito su misura per i fan del co-creatore della serie, dato che tra le vittime dell'armata zombie c'è anche un cantante di nome... Rob Thomas. La battuta meta per eccellenza per salutare il pubblico fino all'autunno, che promette ulteriori sorprese.
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Seattle, caput zombie?
Le immagini finali ci lasciano con la concretizzazione graduale di quello che Blaine aveva annunciato a suo tempo, al termine della prima stagione: Seattle in mano ai morti viventi, che sembrano voler esercitare un vero e proprio controllo militare sulla città, costringendo Liv a scegliere tra i propri simili e il genere umano. Ammesso che la situazione non si risolva subito nella premiere della terza stagione (la cosiddetta "sindrome da Smallville"), possiamo aspettarci una storyline più distopica e puramente "di genere" (seppure al servizio di una narrazione molto sui generis)? È proprio il caso di dire, visto il contesto, che la speranza sarà l'ultima a morire...
Movieplayer.it
4.5/5