Di cosa parliamo quando parliamo d'amore. Per Raymond Carver sono due anziani che si tengono per mano in ospedale; per Jojo Moyes e Thea Sharrock è una ragazza dai gusti eccentrici in fatto di abbigliamento che volteggia sulle ginocchia dell'uomo che ama, un giovane tetraplegico a cui la vita ha dato e poi tolto tutto costringendolo su una sedia a rotelle. In Io prima di te si ride e si piange, spesso contemporaneamente. Alla sua prima prova sul grande schermo, l'inglese Thea Sharrock centra il bersaglio con un film diretto e delicato, una fiaba romantica e al tempo stesso drammatica che riesce a camuffare brillantemente le sbavature scommettendo sulle atmosfere sognanti e sul carisma dei due giovani protagonisti.
Per far funzionare sullo schermo un romanzo strappalacrime come quello di Jojo Moyes senza scivolare nel solito romanticismo young adult occorreva uno sguardo originale, e dobbiamo ammettere che la Sharrock ce la rende tutta per farci uscire dalla sala con la sensazione di aver visto un romance diverso dagli altri. Fin dall'incipit la regista, che ha alle spalle una ricca esperienza teatrale e televisiva, predilige scene brevi e coloratissime e un montaggio secco per catapultarci nel cuore della vicenda, l'incontro tra il tetraplegico Will Traynor e l'eccentrica Louisa Clark.
Due mondi in rotta di collisione
Io prima di te parte dall'assunto dell'incontro/scontro tra due mondi opposti, vero e proprio topos della letteratura romantica, ma lo declina in modi inediti. Bastano pochi tocchi per delineare l'ambiente in cui vive Will, giovane e altero uomo d'affari la cui famiglia possiede un antico castello nel villaggio inglese in cui dimora anche la proletaria Lou, cameriera in una sala da tè costretta a riciclarsi come badante per aiutare i genitori disoccupati. Da una parte una famiglia ricca e gelida, dall'altra un nucleo familiare numeroso, affettuoso e comprensivo di cui fa parte anche la sorella di Lou, la mente della famiglia interpretata dalla star di Doctor Who Jenna-Louise Coleman. Terreno minato per un film che, soprattutto nella prima parte, rischia di scivolare nel già visto. La regista, però, ha il polso della situazione e sceglie la strada dell'asciuttezza tratteggiando brevi e rapidi quadretti che imprimono al film un ritmo vivace.
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Ma l'ingrediente che rende Io prima di te una romcom davvero meritevole di attenzione è la chimica che si sviluppa tra i due protagonisti. Dopo franchise popolari come Hunger Games, Pirati dei Caraibi e Biancaneve e il cacciatore, stavolta Sam Claflin viene chiamato a sfoderare le proprie doti attoriali lavorando sulla sottrazione per interpretare un giovane uomo paralizzato dal collo in giù. Senza raggiungere i picchi di Daniel Day-Lewis o Eddie Redmayne, la sua performance è efficace e coinvolgente. Dopo l'iniziale freddezza, il suo personaggio si scioglie grazie all'incontro con la travolgente Lou e proprio a Will sono affidate alcune tra le battute più sincere ed emozionanti del film. La sua performance misurata riesce anche a calmierare l'eccesso interpretativo della collega Emilia Clarke, la cui Lou tutta moine e sorrisi sembra uscita da un cartone animato.
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Questione di scelte
Per riscaldare il cuore delle adolescenti che - prevediamo - affolleranno le sale, Io prima di te è costellato di momenti romantici che comprendono concerti di musica classica, baci a fior di labbra, vacanze in luoghi esotici e una struggente scena in pista da ballo che segna il definitivo avvicinamento tra Will e Lou al matrimonio della ex fidanzata dell'uomo. Il film si discosta, però, dalle altre commedie romantiche per la scelta coraggiosa di toccare un tema delicato come l'eutanasia. La sceneggiatura evita saggiamente l'approccio moralistico evidenziando fin da subito come la volontà delle autrici sia quella di affrontare la questione da un punto di vista prettamente personale e soggettivo tanto da mettere in piedi un contraddittorio tra i vari personaggi. Nonostante il tocco delicato e prudente usato dalla Sharrock prevediamo che, come è accaduto negli Usa, anche in Italia la scelta di parlare esplicitamente di eutanasia in una pellicola diretta a un target adolescenziale farà molto discutere, ma vista la naturalezza con cui il pubblico di Giffoni ha accolto il film è probabile che le prevedibili strumentalizzazioni politiche faranno molto rumore per nulla.
Perché Io prima di te è prima di tutto un film sul potere dell'amore, sulla speranza e sulla rinascita. È un film che mostra come una buffa ragazza di provincia che ama le calze colorate e le scarpe da "drag queen degli gnomi" riesca a far tornare la voglia di vivere e di amare a un uomo privato della salute. E lo fa con una leggerezza e una vitalità tale da spingerci a perdonare eccessi interpretativi e ingenuità stilistiche. Grazie anche all'ambientazione, che ci svela un'inedita Inghilterra fiabesca e solare, Io prima di te è una boccata di aria fresca nel panorama cinematografico. Ma se oltre a intrattenerci, il film riesce a emozionarci e a farci riflettere, il merito va soprattutto a Sam Claflin. La pellicola si regge in gran parte sulle sue spalle e l'attore porta brillantemente a termine il compito delicato affidatogli dimostrando di essere pronto a spiccare il salto verso un cinema più adulto.
Movieplayer.it
3.5/5