Un ritorno alle origini, un matrimonio, la voglia di amare, e di farsi amare. Asciugando sovrastrutture e orpelli, normalizzando le tematiche da classica commedia progressista, ecco Io e mio fratello, diretto da Luca Lucini e disponibile in streaming su Prime Video dal 21 aprile. Un dramedy, chiameremmo oggi, in cui seguiamo Sofia, interpretata da una bravissima Denise Tantucci che, da Milano, torna nella sua Calabria. Suo fratello Mauro (Cristiano Caccamo) sta per sposarsi con Michela (Greta Ferro), ossia l'unico vero amore di Sofia. Un ritorno burrascoso, ma anche dosato ed equilibrato, giocato sui toni lievi tipici della commedia.
Un umore particolarmente efficace, che rispecchia i colori scelti dal regista, che ci spiega nella nostra video intervista come ha lavorato sul set: "Mi piace collaborare con la fotografia, ma anche con la scenografia. Abbiamo lavorato su colori in contrasto, tra Milano e la Calabria, tenendo per mano Sofia. Cromaticamente abbiamo usato lenti anamorfiche, facendo della Calabria una protagonista". Sempre Luca Lucini, dichiara poi com'è stato approcciare ai ricordi della protagonista, che tornano nei numerosi flashback. "Abbiamo fatto sì che Sofia si potesse riappropriare del territorio costruendo tutto tramite dettagli e primi piani, con questa realtà che si tornava ad avvicinare. E poi il personaggio di Nino Frassica aiuta".
Io e mio fratello: video intervista a Denise Tantucci, Cristiano Caccamo, Greta Ferro
Tra i temi di Io e mio fratello, scritto da Marta e Ilaria Storti, c'è poi quello che riguarda le aspettative. Pesantissime per i protagonisti del film, e pesanti per un attore che ha a che fare con un lavoro complicato. "Le aspettative? Mi riempio di cose, perché mi arricchisce", spiega Denise Tantucci: "Questo è un lavoro. E se non c'è, la questione diventa grave. Poi nel film... tornando a casa recupero e sorprendo mia madre che non si aspettava più il mio ritorno". Sull'argomento, ecco il parere di Cristiano Caccamo: "Con il nostro lavoro le aspettative devono essere a breve termine. Devi stare al gioco. Spero solo di continuare, senza chiedermi troppo".
Quelle aspettative che Greta Ferro spiega così: "Sì, anche il mio personaggio subisce una serie di aspettative. Ma dal mio punto di visa, beh, cerco di vivere con tranquillità questo lavoro, perché è fatto di alti e bassi da sapere gestire emotivamente". Se le aspettative artigliano, in particolar modo, la generazione dei trentenni, ritratta da Lucini, è il matrimonio tra Mauro e Michela a legare la commedia. Ma come vivono loro un invito ad una festa di matrimonio? "Ho un matrimonio a maggio, non è sadico... certo, a giugno o luglio, in un paesino sperduto, è difficile...", scherza Caccamo: "Ecco, io non mi sposerò!". Aspettative, uno sposalizio, e il potere dei ricordi. "Riassaporare il passato? Mi capita quando torno a casa dai miei, vicino ad Ancona. Quando vai via ti restano le radici, e ogni tanto sono belle da rivedere e contemplare", confida Denise Tantucci. A proposito di ricordi, Greta Ferro ci dice: "Sono pieni di nostalgia e molto potenti. Soprattutto di quando ero più piccola. Mi ricordano una leggerezza che non torna".
Io e mio fratello: un incontro tra amici nella clip in esclusiva tratta dal film di Luca Lucini
Io e mio fratello: video intervista a Luca Lucini, Teresa Mannino, Claudio Colica
Come ogni commedia che si rispetti, anche Io e mio fratello ha una verve umoristica, affidata a Claudio Colica, che interpreta Alessandro, miglior amico di Sofia, e alla zia di famiglia, con il volto di Teresa Mannino. Proprio Colica, nella video intervista racconta il suo approccio ai matrimoni: "Se mi chiama un mio amico caro, mi viene ansia perché magari sarà testimone. Poi ai matrimoni si balla e si mangia...". Molto più diretta la Mannino: "Perché vi sposate? Sposarsi è anacronistico. Poi le feste sono belle, perché ci si ricorda di quelle. Per dire, io mi sono sposata e mi sono sposata a luglio...". Altari e confetti, e anche con loro affrontiamo la conflittualità delle aspettative. Claudio Colica ci dice: "Odio i limbi. Odio le notizie da aspettare. Soprattutto quando non dipendono da te. Vivo male l'attesa". In chiusura, Teresa Mannino, si affida ai ricordi: "In Sicilia riconosco qualcosa del mio passato, ogni giorno. Sento la terra madre. Odori, suoni. Risveglia la memoria".