Invincible, recensione del finale di stagione: l’eredità del padre

Recensione del finale della prima stagione di Invincible, la serie animata supereroistica di Amazon Prime Video basata sul fumetto di Robert Kirkman.

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Invincible: Padre e figlio in una scena della serie Prime Video

Scrivendo la recensione del finale di stagione di Invincible, la nuova serie di Amazon Prime Video che adatta in forma animata il fumetto scritto da Robert Kirkman e pubblicato da Image Comics (in Italia SaldaPress), si arriva alla conclusione di oltre un mese di attesa, avendo la piattaforma implementato l'ormai consueta strategia ibrida per il debutto degli episodi: i primi tre in blocco, i cinque successivi a ritmo settimanale. Un'attesa scandita all'interno della serie dalla schermata del titolo, che con ogni episodio acquista toni sempre più rossi fino a diventare praticamente una grande pozza di sangue una volta arrivati al finale. Un'immagine intrisa di significato perché, al di là della pura questione splatter, che giustifica il format animato (anche in streaming sarebbe stato difficile tradurre in live-action i momenti più brutali del fumetto), il legame di sangue è la componente centrale di questi primi otto episodi (e, per chi conosce la fonte cartacea, di gran parte della serie in generale), inaugurati dal senso di inadeguatezza di Mark Grayson nei confronti del padre supereroe.

Padre bugiardo

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Invincible: Mark in azione nella serie Prime Video

Il grande mistero al centro di Invincible è stato quello introdotto alla fine del primo episodio: perché Nolan Grayson alias Omni-Man (J.K. Simmons) ha brutalmente ucciso i propri colleghi, i Guardiani del Globo? Si dava per scontato che fosse controllato da qualcuno, ma ora è arrivato il momento della verità per lui e per Mark (Steven Yeun): Nolan non proviene da un pianeta pacifico come precedentemente affermato, ma da un mondo bellicoso che, dopo aver ridotto i propri ranghi in base alla legge del più forte, ha cominciato a conquistare gli altri pianeti. Nolan si trova sulla Terra da decenni con l'unico scopo di preparare l'invasione, e ora che Mark ha poteri a sua volta è previsto che padre e figlio guidino l'assalto insieme. Peccato che Mark, essendo cresciuto sulla Terra con valori molto umani che vanno contro la filosofia del padre, non ne voglia sapere. E così inizia il brutale duello tra genitore e figlio, dal cui esito potrebbe dipendere la sorte dell'intero pianeta. Anche perché, come ricorda Cecil (Walton Goggins) a Debbie Grayson (Sandra Oh), non c'è praticamente nessun altro in grado di intervenire, dato il livello dei poteri di Nolan e Mark...

Invincible, la recensione dei primi episodi: Supereroi animati per reinventare il genere

Supereroi con superproblemi

Stan Lee nell'episodio Bottoms Up di Entourage
Stan Lee nell'episodio Bottoms Up di Entourage

La filosofia di Stan Lee nel creare gli eroi Marvel (e Spider-Man in particolare) era quella dei cosiddetti "superproblemi", difficoltà nel privato che facevano da contraltare alle gesta eroiche. Un equilibrio di cui Robert Kirkman è stato pienamente consapevole nel creare la serie, rendendo il protagonista un liceale (emblematico lo scambio di battute finale di questa stagione), e che è alla base del fascino della trasposizione animata del fumetto. Certo, la componente pulp e splatter ha un suo perché, soprattutto per chi vede lo show in lingua originale e riconosce il sottotesto del casting per i membri della prima formazione dei Guardiani, uccisi da Omni-Man (sono tutti attori di The Walking Dead, altro adattamento di un'opera di Kirkman), ma sotto i fiumi di sangue batte un cuore molto umano, e la scrittura e l'animazione sono al meglio quando si tratta di rendere sullo schermo i patemi tipici della vita quotidiana, aggiungendo un pathos che, salvo casi eccezionali, è volutamente assente dalle parti più strettamente supereroistiche, votate al parossismo.

Robert Kirkman su Invincible: "Questi supereroi sono i più folli di sempre"

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Invincible: una scena tratta dalla serie Prime Video

Da quel punto di vista è stata efficace anche la strategia di Amazon, che dopo averci fatto affezionare a questi personaggi con i primi tre episodi ha poi trovato modi per farci sentire male e tenerci sulle spine per cinque settimane, mantenendo lo show vivo e vegeto a livello di conversazioni tra gli spettatori come già accaduto con The Boys (anche se, rispetto a quest'ultimo, manca un po' la presenza di un elemento assolutamente folle in ogni episodio). E il servizio streaming è palesemente soddisfatto dei risultati, avendo annunciato proprio in questi giorni il rinnovo di Invincible per la seconda stagione, e anche per la terza. Un segnale chiaro: in questo universo narrativo credono molto e, come noi, non vedono l'ora di sapere come andrà avanti la storia (sì, c'è il canovaccio fumettistico, ma non sono escluse deviazioni grosse a seconda delle esigenze dello show). Che si tratti di un corpo a corpo in mezzo alla città o di una tranquilla chiacchierata tra amici, inframezzata da viaggi cosmici e altre trovate, non mancano i motivi per tornare a rivedere questi primi otto capitoli, realizzati con tanto cuore e tanto cervello.

Conclusioni

Chiudiamo la recensione del finale della prima stagione di Invincible sottolineando come sia un episodio che conferma i punti di forza della serie: tanto cuore abbinato a una forza dissacrante espressa attraverso abbondanti dosi di violenza. La prima annata chiude la propria storyline in modo coerente e lascia aperta la porta per nuovi sviluppi importanti.

Movieplayer.it
4.5/5
Voto medio
4.9/5

Perché ci piace

  • Lo scontro tra Nolan e Mark è brutale e ottimamente realizzato.
  • I nodi vengono al pettine in modo efficace.
  • Gli indizi su ciò che vedremo nella prossima stagione sono promettenti.

Cosa non va

  • Perché solo otto episodi?
  • Astenersi persone sensibili.