Si era un po' persa nel marasma seriale che ha affollato ancora più del solito queste settimane le piattaforme, ma approfittiamo della nostra recensione di Inverso - The Peripheral per dirvi che la nuova serie originale Prime Video è assolutamente da tenere d'occhio e potrebbe rinverdire il genere sci-fi unito alla componente umana come già avevano fatto Westworld (con cui condivide i produttori), Fringe e Counterpart prima di lei. La serie, non ancora rinnovata per una seconda stagione (speriamo al più presto), è tratta dal romanzo omonimo di William Gibson, adattato per la tv da Scott B. Smith (A Simple Plan) e prende in prestito qualcosa dalle serie citate del passato costruendo però un universo narrativo e visivo proprio e affascinante.
Futuro distopico che è presente alternativo
Il plot di Inverso - The Peripheral, proprio come quello di Westworld, sembra inizialmente complicato ma via via che la storia prosegue e si entra nell'atmosfera e nel meccanismo narrativo, si riesce ad appassionarsi alla storia e ai personaggi. Non sappiamo sinceramente dire se si tratta di un pregio o di un difetto l'averla pensata per il rilascio settimanale e non da binge watching, dato che ha bisogno di almeno 3-4 episodi e quindi molteplici settimane di programmazione per ingranare. Però una volta entrati in questo futuro distopico non vorrete più uscirne e desidererete sapere cosa accadrà ai personaggi. Un futuro distopico non troppo lontano (2032) che ne racconta uno molto più lontano (70 anni dopo) in cui convivono umani e periferiche, espansioni fisiche simil-androidi in cui riversare una coscienza umana, che vi entra attraverso un visore e la realtà virtuale come fosse un gioco. Ma questo, come scopriremo presto insieme alla protagonista Fynne Fisher (Chloe Moretz), non è un gioco ma una vita reale proiettata (parola che non scegliamo a caso) dal futuro. Lei lavora in un negozio di stampe 3D nell'entroterra rurale americano, in un paesino in cui bene o male si conoscono tutti e in cui ognuno sbarca il lunario come può, sempre controllato dal crimine locale. Non è un mondo completamente allo sbando fatto di detriti e fumo, ma la situazione non è comunque delle migliori, si sopravvive alla giornata. Burton (Jack Reynor), il fratello maggiore di Flynne, è stato in guerra e porta ancora quelle cicatrici, soprattutto interne e psicologiche, ed è rimasto amico della sua squadra, con cui passa il tempo a bere birra, fumare erba, e immergersi in realtà virtuali pagati da altri per completare il gioco. La madre dei due (Melinda Page Hamilton), unica genitrice del quadro familiare, è malata e i due devono fare di tutto per avere i soldi per continuare a comprare le medicine per alleviarle il dolore.
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Passato alternativo che è presente distopico
Tutto cambia per la famiglia Fisher quando, sostituendo Burton per l'ennesima volta in un gioco di realtà virtuale, Flynne si ritrova catapultata nella Londra del futuro di 70 anni più avanti. Solo che non un gioco, ma la realtà nata da una diramazione temporale dovuta al cosiddetto Jackpot, una rottura nello spazio-tempo legata ad un evento ben preciso del passato-presente. Qualcuno a Londra, settant'anni nel futuro, ha trovato il modo per aprire una porta sul mondo di Flynne e Burton e ora qualcun altro venuto da quel futuro alternativo cerca di ucciderli nel loro presente. Inizia così una lotta contro il tempo attraverso due piani temporali e spaziali che rimbalzano sempre più e via via che gli episodi procedono si fa sempre più serrata, mentre devono anche trovare una misteriosa donna scomparsa che sembra in qualche modo legata a molte delle personalità coinvolte. Una struttura narrativa che inizialmente può sembrare eccessivamente complessa per le tante informazioni da digerire ma che poi ci fa entrare da tutti i punti di vista nel gioco della vita dei protagonisti, mostrandoci man mano tutti i pezzi del puzzle, le origin story e i background dei personaggi. L'aspetto affascinante dello show è che non c'è un vero e proprio cattivo o villain, perché in molti hanno una doppia faccia da mostrare - come la Dr.ssa Cherise (T'Nia Miller, già apprezzata in The Haunting 2 e Years and Years) e Corbell Pickett (Louis Herthum) - e allo stesso tempo verso il finale molti dei "buoni" avranno una rivincita personale su chi li ha vessati per anni, con tifo istintivo da parte del pubblico a casa. Proprio perché il serial à costruito sui rapporti e non solo sull'aspetto sci-fi, grande chimica è dimostrata non solo dagli interpreti della famiglia Fisher e dai loro amici, ma anche e soprattutto da colui che si ritrova ad essere l'accompagnatore di Flynne a Londra. Wilf Netherton (Gary Carr) guida con aplomb ed eleganza inglesi la ragazza nel suo romanzo di formazione futuristico, per così dire, avvicinandosi sempre più e forse rubandole il cuore. C'è tutto il mix di elementi che aveva fatto la fortuna di serie di genere come Westworld (con cui Inverso condivide i coniugi Jonathan Nolan e Lisa Joy), Fringe e la purtroppo inedita in Italia Counterpart, che parlava di due realtà parallele da un certo punto della Storia in poi, con ognuno dei personaggi che aveva una controparte dall'altro lato.
Esperienza televisiva
Quella di Inverso - The Peripheral è una vera e propria esperienza di visione televisiva, che fa immergere gli spettatori nei tanti mondi raccontati proprio come se indossassero il visore anche loro. Questo grazie anche alla messa in scena coreografata ad hoc mescolando dialoghi potenti e filosofici a scene più propriamente d'azione e romance, in un'esperienza di gioco continua. Tutto questo ci ricorda come Inverso possa essere vista come un grande omaggio e metafora della settima arte, un mondo in cui scegliamo di immergerci ogni volta che entriamo in sala e si spengono le luci. Un mondo che nella nostra realtà e nel nostro presente si sta facendo via via sempre più interattivo proprio grazie alla VR di cui la serie diventa in un certo senso specchio (non troppo) futuristico, anche se di strada da fare, soprattutto in Italia, c'è n'è ancora molta. La Londra del futuro è anche un mondo in cui Flynne torna periodicamente, proprio come si fa con le serie tv, trasformando quindi Inverso anche in simbolo e metafora anche della serialità da appuntamento settimanale vecchia scuola.
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Sci-fi sul rimorso
Inverso - The Peripheral è uno show sci-fi che affronta attraverso il genere moltissime tematiche attuali ma è soprattutto una serie sul rimorso e su quanto il tempo sia determinante su quest'aspetto. Se potessimo cambiare il passato, lo faremmo? E quanto e cosa cambieremmo per rendere la nostra vita diversa? Sceglieremmo un evento in particolare o un periodo? Ma quel piccolo cambiamento potrebbe davvero modificare radicalmente la nostra vita come dice l'effetto farfalla? Tutti i personaggi sembrano esserne preda: Flynne non riesce a superare la cotta del liceo per il vicesceriffo locale, nonostante razionalmente si renda conto dell'assurdità della faccenda. Burton non riesce a non chiedersi se avrebbe potuto essere un ragazzo diverso non andando in guerra e prendendo decisioni diverse per la squadra una volta lì. Il suo compagno rimasto senza gambe e senza un braccio si chiede come sarebbe stato se non fosse accaduto l'incidente. Mamma Fisher pensa a quanto abbia potuto sprecare nella vita prima di ammalarsi, e così via. Un sentimento tanto potente quanto pericoloso perché può farci facilmente dimenticare ciò che abbiamo invece di ciò che abbiamo perso.
Conclusioni
Nella nostra recensione di Inverso - The Peripheral abbiamo cercato di spiegare perché si tratta di una serie sci-fi distopica che ha saputo mostrare un lato inedito e accattivante del genere, mescolando tanti sottogeneri e riconducendo tutto ai rapporti tra i personaggi e la loro evoluzione su diversi piani temporali e spaziali. Uno show che è metafora della settima arte e del sentimento del rimorso. C’è ancora qualcosa da dire e non possiamo che esserne felici.
Perché ci piace
- La chimica tra Chloe Moretz, Jack Reynor e Gary Carr.
- L’idea di un futuro distopico alternativo che è anche pura realtà.
- La realtà virtuale come metafora del cinema e della serialità.
- La tematica del rimorso legato inevitabilmente al tempo.
- La messa in scena non eccessivamente futuristica.
Cosa non va
- Può risultare eccessivamente complicata o già vista inizialmente, se non le si dà qualche episodio per ingranare e farsi trasportare nell’atmosfera e nella storia.