Siamo al Cartoon Forum, manifestazione dedicata interamente all'animazione dove artisti e studi propongono i loro lavori a possibili investitori e produttori. Inutile dire che stiamo vedendo molti progetti interessanti e tra questi c'è Mission Delta serie kids realizzata da MAD Entertainment e Eagle Original Content, che vede alla regia Marino Guarnieri, noto volto di MAD, animatore e illustratore, conosciuto per titoli come Gatta Cenerentola, co-diretto con Alessandro Rak e per Le figlie della Luna, opera animata presentata proprio quest'anno al Giffoni film festival.
La nuova serie in produzione, invece, parla ad un pubblico molto giovane e lo fa attraverso un gruppo di piccoli astronauti che devono colonizzare e rendere abitabile il pianeta Delta, un corpo celeste che presenta una forma riconducibile a quella della lettera greca, ricco di risorse e natura incontaminata. A mettere i bastoni tra le ruote ai protagonisti ci sarà, però, uno scienziato egoista e senza scrupoli che mirerà ad impadronirsi delle risorse del nuovo pianeta. Abbiamo avuto modo di chiacchierare un po' con il regista in modo da avere qualche notizia in più sulla serie e per non farci sfuggire la ghiotta occasione di parlare di animazione con chi se ne occupa da una vita.
Un nuovo progetto
Per prima cosa, ovviamente, Marino Guarnieri ha raccontato Mission Delta, una serie interessante e che parlando ai più piccoli assume anche un ruolo didattico: "Lavoro con MAD da quando lo studio è stato fondato e così mi hanno chiesto di partecipare a questo progetto. Essendo un autore ho domandato di poter mettere creativamente le mani in questo lavoro e nei suoi contenuti, ma l'idea è di Maria Scoglio che ha scritto libri che si rivolgono a un pubblico di bambini e spiegano le regole, la democrazia, la parità, temi molto importanti però semplificati per un pubblico di giovanissimi. Stiamo lavorando per unire tutto questo ad una parte più comedy perché puntiamo a realizzare qualcosa di molto divertente: ci sono persone che hanno mancanza di memoria a breve termine, cani parlanti bipedi, cose strane che tendono all'intrattenimento."
La comedy non è comunque l'unico registro utilizzato: "C'è anche l'avventura, quindi la voglia di inseguirla, poi ci sarà un filo conduttore, che è il rapporto del Dottor X, l'antagonista, con questi ragazzi. Quello che stiamo provando a fare in realtà è creare qualche cosa che sia originale, perché normalmente quando le serie televisive vengono progettate in ambito industriale tendono un po' ad avere delle similitudini, ma noi siamo piuttosto irrequieti e tendiamo a inventarci mano a mano le cose che facciamo."
Le sfide del linguaggio
Ed è qui che si presenta, forse, la parte più complessa della realizzazione di prodotti per l'infanzia: il dover scegliere un linguaggio che si adatti alla perfezione al pubblico e che risulti così facilmente comprensibile e assimilabile: "Sì, è una questione di linguaggio: a un bambino puoi dire le stesse cose che dici a un adulto, ma con termini diversi. A volte devi semplificare, sei costretto anche emotivamente a essere più sintetico. In un lavoro pre-school, dove i bambini non sanno né leggere né scrivere, devi fare una serie intera di animazioni, magari di 260 minuti, senza poter mettere una scritta, senza poter mettere una parola, perché a volte i bambini conoscono ancora poche parole. Non è facile raccontare le cose in questo modo."
Un filo conduttore
Alla scorsa edizione di Giffoni è stato presentato Le figlie della Luna un speciale per la televisione in co-produzione con Rai Kids che parla del ricordo, dell'importanza di avere radici e in qualche modo di genitorialità, tema che Guarnieri riprende anche nel suo corto Due Battiti. Due lavori per due target molto diversi ma che sembrano uniti da un unico filo conduttore che è, appunto, il legame parentale, ma anche la dimensione del sogno: "Nella mia visione il mondo onirico è il mondo in cui siamo liberi, sempre, di fare quello che vogliamo, di dire quello che vogliamo, ma anche di imparare quello che vogliamo. Se in due battiti il sogno è un modo per comunicare con un altro individuo, che individuo ancora non è ma lo sta per diventare, ne Le figlie della Luna il sogno invece serve per ritornare ai momenti ancestrali della propria appartenenza, nel caso della protagonista, quindi, ritrovare una cultura che non ha mai vissuto. E quindi in realtà il riconnettersi con quello che siamo, che saremmo potuti essere ma non saremo mai, è una cosa che mi incuriosisce molto. Il passato come forma di testimonianza è una cosa secondo me molto importante: se non sai da dove vieni è difficile andare avanti."
Ci siamo permessi, a fine intervista, un'ultima domanda di rito: un titolo animato importante per la formazione di Marino Guarnieri. Il regista non ha avuto dubbi, citando un titolo immenso, un'opera intramontabile e ancora incredibilmente attuale: "Conan il ragazzo del futuro. Ti identifichi in Conan che ama Lana, ma vuoi essere come lui non per quel sentimento che da bambino non capisci, vuoi essere lui perché lancia l'arpione con le dita, perché nuota nei palazzi che tu riconosci come familiari, non ci cammina, ci nuota! Questo ribaltamento della realtà la rende un'opera che secondo me è invecchiata dal punto di vista tecnico, ma dal punto di vista emotivo e narrativo è un capolavoro immortale. Senza target, adatta a tutti. Non penso che Miyazaki ci ha pensato all'epoca."