Spesso non si parla abbastanza delle maestranze che sono dietro ad un film o ad una serie tv e che sono parte importante - se non fondamentale - tanto quanto la sceneggiatura della riuscita o meno degli stessi. Un prodotto audiovisivo del resto è come un'orchestra e tutti gli strumenti devono essere accordati al meglio e suonare all'unisono per ottenere la migliore sinfonia. Una metafora che scegliamo non a caso per parlare di Call My Agent - Italia stagione 2, il remake nostrano della francese Dix Pour Cent, in onda ogni venerdì su Sky Serie e in streaming su NOW. Questo perché abbiamo avuto l'opportunità di chiacchierare con Fabio Amurri, il compositore del tema musicale dello show che racconta il dietro le quinte del cinema e della tv italiani attraverso gli agenti e gli assistenti di un'agenzia fittizia, la CMA (Claudio Maiorana Agency).
Come si fa la musica di un remake?
Nella nostra intervista a Fabio Amurri partiamo subito dalle sfide del mestiere, che senza rendercene spesso conto ci fa entrare nel mood di una scena ancor prima di dialoghi e immagini. È più difficile comporre la colonna sonora di un remake oppure la difficoltà è la stessa perché le ispirazioni di partenza ci sono in ogni caso? "Potenzialmente potrebbe essere un problema, laddove una serie viene caratterizzata da subito in modo talmente specifico nella versione originale, che diviene quasi impossibile non adagiarsi, ma nel caso di Call My Agent per fortuna non lo è stato più di tanto. La sfida è stata dare una certa italianità alla musica, ispirandosi alla Golden Age del cinema italiano, che a mio avviso era connessa alla musica francese, non per via dell'origine della serie (ride). La soluzione penso sia stata metterci un'impronta un po' americana, perché l'idea del regista Luca Ribuoli era rifarci agli Stati Uniti come spesso facciamo al cinema e in tv. Soprattutto nella prima stagione, c'era molto double swing, e al tempo avevo pensato alle musiche del Varietà che secondo me connotavano bene la nostra visione del mondo dello spettacolo".
Continua Amurri: "Avevo visto qualche episodio dell'originale e mi sono affrettato a vederne almeno due stagioni una volta che avevo quasi ottenuto il lavoro. All'epoca non erano ancora usciti i vari remake, come quello inglese, e ho notato che in quella francese la musica benché perfetta è molto meno presente. In Call My Agent - Italia invece c'è n'è tanta, qualcuno potrebbe dire troppa (ride), però fa parte dello stile della nostra commedia. Abbiamo cercato perlomeno di non essere banali nelle nostre scelte dato che la quantità era importante. È un linguaggio inserito talmente presto in quel mondo che oramai lo si aspetta quando ci si immerge".
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La musica della sigla
Una sigla nelle serie tv serve solitamente a connotare ciò che andremo a vedere. Come si crea quella di Call My Agent - Italia? Dice Fabio Amurri: "Il tema principale della sigla in realtà per me è diviso in due: c'è quello che è diventato il jingle degli opening credits, e non lo era inizialmente, che fa entrare nel mondo dell'agenzia al centro della storia. Io questo lavoro l'ho preso tramite provini e alcuni temi musicali c'erano già in quel frangente ma mai avrei immaginato che potessero essere ripresi su indicazione del regista, anche se ovviamente ci avevo messo tutto l'entusiasmo possibile. Quindi per me quello è il secondo tema principale. L'altro, che io ho poi chiamato Eternal City Swing, è quello che a livello armonico e melodico è derivato attraverso più declinazioni in tantissimi temi. Quando ho iniziato a lavorarci, ascoltavo la musica romana storica anni '50-'60, del folklore popolare, credo sia stata quella la mia principale ispirazione.
Un tema musicale molto frizzante. È più difficile comporre qualcosa di comico e leggero oppure di solenne e drammatico? Amurri ha avuto un battesimo di fuoco con la serie Sky: "Subito dopo Call My Agent - che è stata la mia prima serie - ho curato le musiche di Vita da Carlo 2, che è ancora di più una commedia classica se vogliamo. Quindi lavorare nella comedy è facile ma creare qualcosa di originale ed efficace al 100% è difficile, a quel punto devi allontanarti dagli stilemi classici ma niente ti garantisce il risultato finale. Mentre nel trend di oggi specialmente nei drammi oramai la prima cosa è creare una palette nuova e lasciare al pubblico l'interpretazione (anche troppo), nella commedia non lo puoi fare. Se vuoi essere efficace devi usare nuovi modi, senza pizzicati o altro".
La vera magia in una serie meta-televisiva come Call My Agent - Italia è creare qualcosa di sonoro che parli del mondo dello spettacolo. Il trucco? L'improvvisazione, secondo Amurri: "Per la prima stagione di musica ne ho scritta tantissima, molta più di quella che si sente poi effettivamente, preso anche dall'entusiasmo della mia prima serie tv. Infatti sono troppo contento che il mio battesimo sia stato questo, per le persone con cui mi sono trovato a collaborare, dal regista Luca Ribuoli al montatore. Nella prima dovevamo affrontare il setting e i camei, nella seconda si è trattato di rinfrescare qualcosina ma soprattutto di concentrarsi sulla peculiarità delle nuove puntate. Avevo proposto l'improvvisazione per identificarci come italiani, quindi anche nelle musiche anche se non è un'idea originalissima. Degli assoli di batteria, era il nostro modo di giocare su quest'aspetto: gli agenti lo devono fare per mestiere e gli italiani sono dei maestri in questo, a dover districare sul momento la matassa. Con un suono più live e meno da studio, proprio per cercare di restituire quell'effetto".
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La musica per le guest star
Call My Agent - Italia ha svariate sfide all'interno della colonna sonora. Non solo i temi musicali generali ma quelli dei personaggi, soprattutto delle guest star che interpretano una versione sopra le righe di se stesse nei vari episodi. Come ci si comporta in quel caso? "Dipende dai casi, perché solitamente io parto componendo dei temi perché ci sono delle sequenze che lo richiedono, altre volte le scrivo di mio, l'editor le vede e le associa a qualcosa di diverso rispetto a quello che avevo pensato io. Ad esempio il brano che avevo pensato per l'episodio 5 della prima stagione con Stefano Accorsi, è diventato un tema quasi principale della serie. Dal dover essere un cameo è diventato ricorrente. Poi ad esempio sempre in quella puntata c'è la scena crime con musica a tema, in questo caso utilizzata lì e poi morta. La musica di Bollywood nel primo episodio della seconda stagione, con le due Valerie, è di repertorio. Per il penultimo episodio, quello di Elodie, abbiamo dovuto fare qualcosa di diverso, eravamo partiti con l'horror ma poi ci siamo resi conto che doveva anche far ridere, dovevamo essere un po' più target friendly, e abbiamo trovato quella chiave di lettura un po' action".
Ma è stato più difficile comporle per i registi o per gli attori tra le guest star? "Su Paolo Sorrentino avevamo composto l'entrata, che era un po' elettronica e volevamo un feeling un po' esotico. Per il monologo - diventato oramai quasi cult in Italia - il regista mi disse che dovevamo fare qualcosa di folle, proprio come la scena in sé, quindi all'inizio quando cita il corso di batteria, si sentono degli assoli di batteria che aveva fatto Micalizzi e altri suoni percussivi. Forse è stato più facile coi registi perché hanno già una loro poetica ben definita rispetto agli interpreti".
Continua Amurri: "Per Gabriele Muccino abbiamo usato uno dei primi pezzi che ho composto per la seconda stagione, chiamato Tempo Libero sempre sull'armonia del nostro tema generale che rallentava, accelerava, aveva un momento di violino, lì è stato il montatore a capire che sarebbe stato perfetto per Muccino. Anche perché cerchiamo sempre di scrivere lontani dall'immagine così anche il montatore può dire la sua e passando da più mani e orecchie ci possono essere più intuizioni. Ci sono poi delle sequenze che richiedono invece la visione, come ad esempio la post credits con Elodie di cui parlavamo prima. Una via di mezzo invece è stata la scena del cambio costumi con le Valeria Bruni Tedeschi e Valeria Golino, dove abbiamo utilizzato quello che io reputo il tema principale della serie ma declinato nelle varie epoche storiche proprio come gli abiti che stanno provando. Per Dario Argento abbiamo giocato su un nostro tema che si avvicinasse alle sonorità dei suoi film. In delle versioni precedenti lo citavamo un po' di più, poi quella parte è stata un po' asciugata".
Una canzone per Call My Agent
Non potevamo chiudere l'intervista a Fabio Amurri, dato che si tratta del suo campo, chiedendogli di scegliere una canzone che secondo lui rispecchiasse il core della serie: "Vi racconto una cosa che all'epoca mi ha colpito molto e quasi preoccupato (ride). Il primo brano della prima stagione, Modern Nature di Sondre Lerche, lo scelse Luca Ribuoli ed era conosciuto ma non troppo. Il regista mi dimostrò subito di avere una conoscenza di musica quasi imbarazzante per quanto mi riguarda; veramente vasta, più della mia, si espande oltre. Quindi mi sono detto 'Se partiamo così, quando entro io con la mia musica che facciamo? (ride) Devo mantenere quel livello di successo che si sposi bene con la serie!' Direi che quello per me rappresenta Call My Agent - Italia e quando arrivai in sala la prima volta avevo già scritto qualcosa ma avevo visto veramente poco del girato e questa opening con Maurizio Lastrico in Vespa e i poster in agenzia mi sono rimasti nel cuore".