"Dal nuovo ministro della Cultura Giuli mi aspetto solo una cosa: che dialoghi con noi. Visto che con il suo predecessore il dialogo è stato molto ridotto". Non ci pensa su due volte Daniele Luchetti che dall'Umbria Cinema (il festival diretto da Paolo Genovese a Todi dal 13 al 15 settembre), dove nei giorni scorsi ha ritirato il premio come miglior film con il suo Confidenza, si unisce al coro di proteste contro la nuova Legge Cinema. A lanciare l'allarme qualche settimana fa ci aveva pensato Nanni Moretti dal palco della 81° Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, ricevendo il premio per il restauro di Ecce Bombo: "Forse noi registi e produttori dovremmo essere più reattivi nei confronti della nuova, pessima legge sul cinema".
Nei giorni successivi alla denuncia si erano uniti diversi artisti come Pietro Sermonti, Neri Marcorè e Gabriele Muccino che con un post su Instagram accusava l'ormai ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano di aver "piegato l'industria del cinema con una legge profondamente sbagliata. Spero che il nuovo ministro della cultura Giuli rimedi agli innumerevoli danni fatti e migliori anzi ciò che c'era di migliorabile nella vecchia legge per il cinema, invece che farla completamente a pezzi".
Riportare i giovani al cinema
Alla situazione già preoccupante per i vari ritardi normativi che hanno bloccato diverse produzioni, e gli ulteriori slittamenti dovuti alle ultime vicende politiche che hanno coinvolto fino alle dimissioni il ministro Sangiuliano, si aggiunge un "tracollo della cinefilia, della passione per i film", aggiunge Daniele Luchetti.
"È impressionante - dice parlando delle ultime selezioni al Centro Sperimentale di Cinematografia dove è direttore del Corso di Regia - che tu faccia un concorso per entrare in una scuola di cinema e i film non ti interessano tantissimo. Manca quell'attitudine cinefila da DAMS, da facoltà di lettere, facoltà di cinema. Quest'anno, stranamente, erano pochissimi quelli che arrivavano con questa ossessione Il cinema italiano classico sta svanendo all'orizzonte, per non parlare, degli ultimi vent'anni. Magari usciranno fuori delle cose nuove, che forse sarà privo dell'angoscia di questo passato ingombrante, dei grandi maestri. A volte mi accorgo che alcuni film cominciano a essere indecifrabili, quindi mi capita di dover spiegare perché quel film era interessante. Sono cambiati i connotati, il contesto culturale: il media dominante non è più il cinema, ma il telefonino, i social sono la nuova mitologia. Raramente il pubblico giovanile di oggi determina il successo di un film d'autore. In termini di maturità penso però che le nove generazioni siano più avanti rispetto a noi, come ad esempio sul tema dei diritti, ma non vanno al cinema".
Come si fa allora a riportarli in sala? "Bisognerebbe fare film migliori. L'industria non si organizza per far questo o lo fa proponendo un cinema teen di serie B, fatto con pochi soldi o idee immediate. Facciamo fatica a stare al loro passo, è quello che succede ad esempio nelle scuole dove gli insegnanti non riescono a entrare in connessione con il loro bisogno di hype; i ragazzi in questo momento hanno una velocità diversa e andare verso di loro richiede un linguaggio altrettanto diverso".
Te l'avevo detto: Alba Rohrwacher, Valeria Golino e il cinema surreale di Ginevra Elkann
Difendere l'industria
Non la pensa diversamente Claudia Gerini, all'Umbria Cinema con lo spettacolo Qualche estate fa - Storia, poesia e musica di Franco Califano che da qualche anno porta in giro insieme al Solis String Quartet: "Chi sostiene il cinema deve dare le possibilità agli autori e alle belle storie di essere raccontate con più strumenti possibili. In Italia abbiamo grandissimi talenti, qualsiasi governo deve mettere gli artisti nelle condizioni di espandersi e raccontare l'Italia nel mondo. Il cinema fa parte del DNA del nostro paese, i più grandi pionieri del cinema sono italiani ed erano dei visionari come Elvira Notari, Roberto Roberti. È un tesoro che dobbiamo continuare a far valere".
E ne è convinta anche Valeria Golino che a Todi ritira il premio come miglior attrice per Te l'avevo detto: "È un momento preoccupante per tutti noi, spero che i cambiamenti servano e che succeda davvero qualcosa. - commenta durante l'incontro con i giornalisti - Il tax credit è uno strumento fondamentale per questa industria, metterlo in discussione è pericoloso".