All'uscita nelle sale di Solo Dio perdona di Nicolas Winding Refn, molti fan del regista danese si dissero delusi. Quel film non aveva niente a che vedere con Drive, diventato ormai un cult, nonostante vedesse ugualmente protagonista Ryan Gosling.
Le riprese di quel film, i tormenti del regista e la sua routine famigliare sono stati documentati da sua moglie Liv Corfixen nel documentario My Life Directed by Nicolas Winding Refn. Per chi volesse mantenere intatta la propria idea del regista ne sconsigliamo la visione.
L'obiettivo della moglie di Refn è infatti quella di denudare il marito dinanzi agli occhi increduli del pubblico, mostrandone vulnerabilità e debolezze nonché le ansie che accompagnano il suo lavoro ovvero quanto di più sacro e segreto dovrebbe esserci nella vita di un artista. Felici di averlo visto solo per l'incontro che ne è seguito con Nicolas Winding Refn, uno dei registi più enigmatici della nuova generazione e che tale dovrebbe rimanere.
La sorgente dell'amore
Qual è la sua idea di cinema? Ha speranza nel suo futuro?
Nicolas Winding Refn: Credo che ci siano molti grandi registi e tanti altri ce ne saranno grazie agli strumenti offerti dalla rivoluzione digitale. Uno degli ultimi film che mi ha piacevolmente sorpreso è stato It Follows, un horror indie statunitense di grandissimo valore. Cosa penso del cinema? È la più grande forma d'arte che sia mai stata inventata.
Come nascono le sue ispirazioni?
Bronson è esattamente il film che avrei voluto vedere da spettatore. Solitamente mi siedo in cucina e appunto su un blocchetto tutte le idee su cui trovo facile fantasticare. Ci tengo a mantenere un atteggiamento infantile nei confronti del mio lavoro. Posso dire che non c'è nessun artista a cui mi ispiro in particolar modo ma sicuramente inconscia menti sono molti i registi da cui attingo.
E qual è la sua principale motivazione?
La paura! Giro tutti i miei film in ordine cronologico perché credo che il disastro sia sempre dietro l'angolo. La paura è uno strumento necessario per ricorrere a delle armi che non pensiamo neanche di avere.
Le ossessioni
È molto autocritico?
Non so mai quale sarà il destino di un film all'inizio delle riprese. Il risultato appartiene solo all'ego e alla vanità. Non riguardo mai i miei film, il passato non mi interessa.
Perché è così ossessionato da Lars von Trier?
Direi che è esattamente il contrario!
Quali consigli darebbe a degli aspiranti registi?
A 25 anni ebbi la fortuna di incontrare Elia Kazan a Stoccolma. Darei a loro lo stesso consiglio che mi diede lui e che all'epoca non capii. "Non importa come, fatelo a modo vostro". Con gli anni ho capito quanto avesse ragione. Non bisogna ascoltare nessuno, combattere il sistema ed essere consapevoli del proprio lavoro, nessuno potrà mai sottrarvelo. Oggi non avete scuse, l'iPhone è diventato una macchina da presa e tutti possono avere le stesse opportunità.
I segreti
Che cosa ci può anticipare del suo nuovo film The Neon Demon?
Non posso parlarne molto. Le dirò che ogni uomo, che lo ammetta o meno, ha dentro di sé una sedicenne. Ho pensato che questo fosse il momento giusto per darle voce data la bellezza delle donne da cui quotidianamente sono circondato a casa, tra mia moglie e le mie figlie. Lo definirei un horror al femminile.
Sua moglie ha dichiarato che quando vi siete conosciuti lei era un nerd, lo è ancora?
Direi di sì! Fino ai 25 anni, prima di incontrarla, vivevo a casa con i miei e me la godevo come uno dei tanti ragazzi italiani. Quando la vidi la prima volta non ebbi il coraggio di chiederle di uscire, fu lei a prendere l'iniziativa ma feci un disastro. Mi presentai all'appuntamento con un amico perché ero frenato dall'imbarazzo. Per sei mesi le ho regalato rose tutti i giorni finché non ha accettato di diventare la mia ragazza. Prima di conoscerla ero molto autodistruttivo da un punto di vista artistico, ho cominciato a cambiare e ad acquisire sicurezze solo dopo la nascita della mia prima figlia. Sono totalmente dipendente dalle mie donne.