Terra, 2143: il cambiamento climatico ha portato al sollevamento dei mari e gli esseri umani hanno dovuto costruire le loro case sempre più in alto. Sulla rotta che sta per portarla in una prigione che si trova su un altro pianeta, l'ex poliziotta Harper (Savannah Steyn) si trova nel mezzo di una fuga e le altre detenute si uniscono per scappare. Comincia così Intergalactic, serie inglese in otto episodi creata da Julie Gearey.
Su Sky Atlantic dal 31 maggio, Intergalactic vede come protagoniste un ricco gruppo di attrici inglesi emergenti, impegnate in una storia ambientata nel futuro ma che allo stesso tempo cerca di parlare del mondo di oggi. Girata in Spagna, tra Granada, Almeria, Valencia e Madrid è una fantascienza dal sapore più europeo. Abbiamo parlato di Intergalactic insieme alle attrici Imogen Daines e Diany Samba-Bandza, che interpretano rispettivamente Verona Flores, una cyber-hacker criminale, e Genevieve "Genny" Quik, guerriera migliorata ciberneticamente.
Intervista a Imogen Daines e Diany Samba-Bandza
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Intergalactic: combattere nello spazio
Quanto è stato bello essere così toste?
Imogen Daines: L'ho amato, è stato bellissimo. Non avevo mai interpretato un personaggio come questo prima. Ho fatto molto teatro, molto Shakespeare. Non avevo mai interpretato una donna con uno scopo così preciso. Le scene di combattimento sono state fantastiche: ho fatto anche qualche stunt. Abbiamo avuto degli ottimi coreografi, che ci hanno guidato nelle scene di combattimento. Abbiamo imparato a usare le pistole e ogni giorno sul set ho imparato qualcosa di nuovo: è stato bellissimo.
Diany Samba-Bandza: Ho sempre voluto essere una tosta: penso che tutte noi l'abbiamo sempre sognato. Poterlo fare per lavoro è molto bello e ho potuto vivere tutte le fantasie di quando ero bambina. Tutte le scene d'azione, è stato bello fare queste esperienze: anche quando i tuoi capelli stanno strangolando qualcuno. Mi sono spesso domandata se fosse un lavoro! Non potevo credere di fare quelle cose. È stato molto fico.
Intergalactic: il futuro tra 120 anni
Questa serie è ambientata 120 anni nel futuro: secondo voi perché l'umanità fa ancora schifo nel futuro? Perché non impariamo mai niente?
Diany Samba-Bandza: Anche la situazione attuale mostra che le persone non cambiano, alcune non imparano dai loro errori e la storia si ripete. La serie lancia un avvertimento: mostra come potrebbe essere il futuro se continueremo così. È una metafora. È una visione estrema ma possibile.
Imogen Daines: Penso che l'arte debba mostrare altre vite possibili. La nostra serie non è didattica, non vuole insegnare qualcosa: parla del cambiamento climatico. Forse le persone guardando le immagini all'inizio della serie, in cui si vede la vecchia Londra, penseranno: non manca molto. Oggi ci sono città che ogni anno sprofondando di 6 centimetri: non è una cosa ipotetica. Spero che la serie sia un campanello d'allarme: sarebbe bello poter fermare il cambiamento climatico con una serie tv.
Intergalactic: raccontare il mondo di oggi attraverso la fantascienza
Amo la fantascienza: per me più la fantascienza si allontana dalla Terra più riesce a parlare del mondo di oggi. Quindi secondo voi cosa dice questa serie del mondo di oggi, oltre che del cambiamento climatico?
Imogen Daines: La serie veicola molti messaggi. Ci sono due mondi: il Commonworld e l'astronave. Tutti i personaggi hanno molti pregiudizi sulle altre persone, anche se non le conoscono. Tutti pensano di sapere come siano gli altri. La serie mostra cosa succede quando incontriamo davvero persone diverse. I pregiudizi crollano. Penso che in questo momento sia un messaggio molto importante. La politica è estremamente polarizzata. In Gran Bretagna, in America, in tutto il mondo la sinistra e la destra non si parlano, si odiano e basta. Ed è un peccato perché tutto cambia quando si lavora insieme. È una serie più politica di quanto pensassi. Quando ho letto la sceneggiatura la prima volta non ci avevo pensato, ma alla luce di questo ultimo anno, ho capito quanto sia brillante il lavoro fatto da Julie: ha scritto una serie fortemente politica, senza esserlo dichiaratamente.
Intergalactic e il corpo
In questa serie vediamo cose come capelli che si trasformano in serpenti: quanto è stato bello partecipare a una serie che mostra queste cose anche se non ci sono supereroi?
Diany Samba-Bandza: È stato molto divertente. Fin dal primo giorno ho visto quella scena negli storyboard e ho pensato che fosse fantastico, non vedevo l'ora di farla. Ha richiesto diversi livelli di realizzazione: all'inizio avevamo pensato a una parrucca elettronica, poi con fili e green screen. Abbiamo provato diverse cose. È una di quelle cose che ti immagini come sarà, ma poi quando lo vedi realizzato è completamente diverso. È stato fighissimo.
È bello che il corpo delle protagoniste sia usato come mezzo narrativo: chi può parlare del corpo delle donne secondo voi?
Imogen Daines: Quando ci stavamo preparando per le interviste mi è capitata una domanda sui nostri costumi: sulle tute blu, se fossero sexy o no. E ho pensato al fatto che non c'è stato un giorno passato su quel set in cui mi sia fatta domande sul mio corpo. Indossiamo tutte la stessa tuta, quindi la cosa su cui ci si concentra è ciò che dice il personaggio, cosa fa e dove sta andando. Spero che nessuno spettatore pensi ai nostri corpi: è una cosa davvero rara. Non riesco a pensare a nessun'altra serie in cui non ci sia almeno un personaggio usato come "sex symbol". Ci sono solo donne e uomini, perché anche loro ci passano, magari non così spesso o in modo così radicato come le donne, ma nel cinema succede, il corpo diventa un prodotto. Hanno fatto una cosa davvero intelligente a levare quell'elemento. Ci sono storie d'amore e tenerezza ma nessuno è mai oggettificato in tutte queste ore di televisione. Penso sia ammirevole.
Intergalactic: eroine, villains e sfumature
Quando ero piccola io non c'erano così tante eroine protagoniste di storie di questo tipo: io ho avuto Wonder Woman, Buffy, Ellen Ripley. Abbiamo bisogno di sempre più donne in questi ruoli, in film di fantascienza e d'azione. Siete orgogliose di questa serie?
Diany Samba-Bandza: Certamente. Credo proprio che il motivo per cui non avevo interesse nella fantascienza da bambina sia perché non c'era nessuno come me. Non c'erano abbastanza donne, non c'erano abbastanza persone di colore. È stato meraviglioso poterne fare parte: vorrei vedere questa serie anche se non ci avessi lavorato. È questo che mi ha spinto a fare questa serie.
Imogen Daines: Un'altra cosa importante di questa serie è che il fatto che le protagoniste siano donne di colore non è il motivo centrale per cui sono lì. Molto spesso vediamo cose in cui si capisce che le donne, le donne di colore e anche gli uomini di colori, sono stati inseriti soltanto per riempire una quota. Invece bisogna raccontare esseri umani: credo sia una cosa davvero importante. Il lavoro di Julie e quello della casting director è stato fondamentale.
E come è stato interpretare dei personaggi così pieni di sfumature? Spesso nella fantascienza abbiamo gli eroi e i villains, invece voi siete nel mezzo.
Diany Samba-Bandza: Per un attore è sempre bello poter lavorare con le sfumature. È anche più divertente da guardare: puoi farti un'idea su un personaggio, poi invece più conosci la sua storia più capisci perché si comporta in quel modo. Magari all'inizio odi un personaggi e poi ti conquista. C'è molta più sostanza.
Imogen Daines: Il mondo è molto più complesso del concetto di "buoni e cattivi". Siamo esseri umani: quando le persone si comportano in modo oggettivamente cattivo, o infrangono la legge le ragioni per cui lo fanno non sono sempre così semplici. Pian piano diamo loro delle motivazioni, conosciamo il loro passato, capiamo meglio le loro azioni. In questo modo ci si può immedesimare molto di più in loro.