Le Intelligenze Artificiali sono divenute rapidamente un argomento trasversale che tocca nella sua totalità il mondo dell'intrattenimento (ma in realtà non solo). Chiaramente, nel nostro caso, ci occuperemo solamente di un piccolo ramo toccato da questi mezzi tecnologici avanzati, in particolare delle intelligenze artificiali che sono in grado di "riportare in vita i morti", riproducendo in modo artificiale la voce di attori defunti. Un tema molto controverso e inquietante che è stato segnalato prontamente da Zelda Williams, figlia del compianto Robin, che ha attacco fortemente un IA che ha ricreato la voce del padre, morto tragicamente il 12 agosto 2014 a 63 anni. Le critiche della giovane danno il via, implicitamente, ad un dibattito molto acceso che ha bisogno di un approfondimento. Partendo dalle premesse, parleremo dell'urgente necessità di una regolamentazione più stringente in merito, oltre a sottolineare quali sono i campi di applicazione delle IA che non devono diventare assolutamente uno strumento soverchiante.
Le accuse di Zelda Williams
Cominciamo proprio con le parole di Zelda, che, ai microfoni di The Hollywood Reporter, ha condiviso alcuni pensieri critici sull'IA che ha "resuscitato" il padre digitalmente:
"Ho assistito per anni a persone che vogliono implementare questa tecnologia per creare o ricreare attori che non sono più in grado di opporsi come mio padre. Questo non è teorico, è molto, molto reale. Gli attori viventi meritano la possibilità di creare personaggi scelti da loro, di dare voce ai cartoni animati, di dedicare il loro impegno UMANO e il loro tempo per costruire le loro performance. Queste sintesi digitali sono, nella migliore delle ipotesi, una pallida copia di grandi personaggi, nel peggiore dei casi un orrendo mostro frankensteiniano messo insieme dalle parti peggiori di tutto ciò che questa industria è invece di ciò che dovrebbe rappresentare".
Oltre a mettere in evidenza che appropriarsi della voce di un defunto è una pratica assolutamente contro ogni etica, Zelda giustamente fa notare che gli attori devono avere il proprio spazio per lavorare e non essere sostituiti da un mero mezzo artificiale.
Un futuro meschino e difficile per gli attori
E infatti partiremo proprio da lì, dalle lotte degli attori che in questi mesi stanno infiammando Hollywood. Mentre gli sceneggiatori hanno raggiunto un accordo con le major, gli interpreti continuano la loro protesta, che, ricordiamo, non riguarda solo la richiesta di condizioni lavorative migliori, ma anche di un controllo delle intelligenze artificiali affinché non prendano il posto di star del cinema e delle serie televisive. Ad ora basterebbero dei figuranti e delle registrazioni video degli attori di riferimento per far sì che tali celebrità prendano vita su schermo senza essere coinvolte nel processo. A quanto pare il punto più critico della questione riguarderebbe lo stabilire correttamente quali sono i proprietari dell'immagine di quell'attore "digitale" nel caso sia proprio un'intelligenza artificiale a generarlo. Nel contesto peggiore, in futuro, potremmo non avere più attori di primo piano, ma solo qualche maschera sfruttata per riprodurre digitalmente i volti di grandi interpreti senza che essi abbiano la reale gestione di questo materiale.
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Le regole, prima di tutto
Ed ecco che quindi il primo passo per impedire tale scenario desolante è quello di muoversi preventivamente, mettendo in piedi un'esaustiva e dettagliata regolamentazione (come sottolineato, tra l'altro, da Keira Knightley) che stabilisce effettivamente innanzitutto a chi appartiene la proprietà di tali immagini e, in seconda battuta, chi è in grado di utilizzarle sul piano legale. Il terzo punto fondamentale, inoltre, dovrebbe riguardare quali sono i limiti di azione di queste registrazioni e immagini che, per forza di cose, in alcuni contesti non possono e non devono essere usate. Proprio il caso riportato da Zelda Williams è emblematico in tal senso: oltre allo squallore e al disgusto che questa manovra commerciale provoca in quanto al di fuori di ogni forma di rispetto, è importante che ci siano delle leggi effettive e tangibili che vietino un sopruso simile perché di violenza stiamo parlando, in quanto, come abbiamo già ricordato, Robin Williams in questa situazione non ha potuto opporsi in nessun modo.
Assottigliare il confine tra vita e morte
C'è inoltre un altro aspetto, puramente metafisico e ontologico, che necessariamente deve essere sviscerato. Il cinema ci ha insegnato che gli attori sono immortali: nonostante la loro morte fisica, le loro interpretazioni riecheggeranno per sempre nell'eternità, continuando a vivere dopo ogni visione del film o serie di riferimento. Se già questo è sufficiente come consacrazione, è ovvio che andare oltre come nella situazione appena citata, tirando fuori persone defunte, anche se artificialmente, è un crimine gravissimo. Questo assottigliamento del confine tra la vita e la morte, però, è più vicino di quanto possiate pensare: anche la profetica serie Black Mirror, all'interno dell'episodio 1 della seconda stagione, Torna da me, presentava un caso simile con un IA che dapprima era in grado di riprodurre la voce di un morto, arrivando poi alla costruzione di un vero e proprio clone robotico del defunto. Ecco quindi che dare un potere così grande alle intelligenze artificiali non può che essere distruttivo e pericoloso, specialmente perché vengono concepite in maniera sbagliata.
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Un strumento integrativo, non sostitutivo
Come già era stato ampliamente sottolineato nell'articolo che abbiamo dedicato ai titoli di testa di Secret Invasion, ricreati parzialmente con l'utilizzo di un IA, proprio le intelligenze artificiali non dovrebbero mai e poi mai diventare indispensabili. Alla fine stiamo parlando di meri strumenti digitali che rischiano, se non monitorati con attenzione, di trasformarsi in una replica in tutto e per tutto degli esseri umani con conseguenze catastrofiche. Proprio per questo motivo è importante depotenziare tali mezzi pensando magari ad un loro uso integrativo e aggiuntivo alla mano umana e non ad una sostituzione completa della nostra razionalità e ingegno. Purtroppo conosciamo benissimo i rischi che corriamo in tal senso, considerando l'ampia letteratura fantascientifica di riferimento così come i tanti film e serie tv che hanno profetizzato l'avvento delle macchine contro gli esseri umani e proprio perché sappiamo a menadito il finale, dovremmo fare di tutto per impedirlo. Sicuramente, nel caso ci fosse una vittoria degli attori sulle major, avremmo già un ottimo punto di partenza per combattere questo strapotere tecnologico. Così da lasciare, finalmente, in pace i morti.