Il debutto a Locarno 2019 del thriller erotico Instinct è stato controverso, ma la regista Halina Reijn ammette che tutto è più semplice avendo accanto la sua migliore amica Carice Van Houten, star de Il trono di spade, qui interprete e protagonista della storia al femminile che parla di sessualità, ossessione e potere. Come svela Halina Reijn, alla base di Instinct vi sono fatti reali. "Guardando un programma televisivo olandese di denuncia ho scoperto che le relazioni sessuali tra detenuti con problemi mentali e terapisti sono molto diffuse. C'era una prigione in cui ogni anno si verificano numerosi casi di questo tipo. Questa notizia mi ha sconvolto, ho fatto ricerca, ho letto tutto ciò che sono riuscita a trovare e ho scoperto il caso di uno stupratore, un uomo affascinante, che aveva intrecciato una relazione con la sua terapista. Come è possibile cedere a questi istinti quando tu dovresti essere colei che educa questa persona? Il mio film parte da questa domanda".
Halina Reijn sa benissimo che il suo film - di cui abbiamo parlato anche in un'intervista a Carice Van Houten, a Locarno 2019 - potrebbe incappare nelle maglie della censura, soprattutto in certi paesi, ma l'urgenza creativa ha avuto la meglio sulla pianificazione, come ammette lei stessa: "Quando ho cominciato a lavorare al film mi sono concentrata solo sull'aspetto artistico del progetto. Sentivo di voler dire qualcosa sul femminismo, sul potere del sesso. So che il film è controverso, so che il pubblico reagirà in modo diverso, ma credo che sia importante parlare di questi temi in questo momento, perché il film parla di dipendenze e tutti abbiamo almeno una dipendenza".
Femminismo, sesso e potere
Halina Reijn ama parlare di femminismo. L'attrice e regista olandese, spigliata e anticonformista, racconta di essere stata cresciuta da genitori hippie in una comune: "Ero circondata da femministe che non si depilavano le ascelle, non si preoccupavano dell'aspetto. Quando è emerso il fenomeno del #MeToo, all'inizio ero contraria. Volevo credere che se hai talento non hai bisogno di accettare compromessi sessuali. Poi però ho saputo che anche un sacco di attrici di talento si sono trovate in situazioni che mai gli sarebbero dovute capitare. Non ho mai subito molestie o avances, ma facendo l'attrice mi sono ritrovata quotidianamente a dover affrontare colleghi che facevano apprezzamenti sul mio corpo e ho capito l'importanza del #MeToo, non solo per le donne, ma per tutte le minoranze. Da artista, però, credo di dover mantenere una distanza per analizzare il fenomeno dall'esterno con obiettività. Siamo tutte vittime, ma anche carnefici".
Per Halina Reijn l'arte significa porsi domande prima di tutto su se stessa per coinvolgere il pubblico nella discussione: "Voglio essere un'artista, voglio carriera, ma voglio anche godermi la mia casa, cucinare e avere figli, anche se al momento non ne ho. Non voglio fare film su eroi, voglio parlare della complessità dell'essere umano, soprattutto delle donne". Per la regista Instinct è un film profondamente femminile, filtrato da un punto di vista ben preciso, è una storia "nata da donne su una donna e fatta da donne. Se ci fosse stato un regista al mio posto probabilmente sarebbe stato tutto diverso". A impreziosire l'operazione vi è poi Carice van Houten, che ha affrontato con coraggio il ruolo della protagonista Nicoline, terapeuta incapace di controllare i propri istinti. "Carice è la mia migliore amica da oltre vent'anni" spiega Halina Reijn. "Abbiamo co-prodotto il film insieme, abbiamo avuto un'esperienza simbiotica, Carice ha affrontato questa prova con coraggio. E poi era necessario trovare un attore che le tenesse testa, perché sul set Carice è una forza della natura, come Meryl Streep. La vedete piccola e minuta, ma è esplosiva, sul set è stata capace di tirare fuori una forza animale".
Nel segno di Paul Verhoeven
Grazie a Instinct, Halina Reijn ha realizzato il suo sogno di fare la regista. La sua intenzione è continuare a dirigere film controversi smettendo completamente di recitare, il tutto nonostante una lunga esperienza nel teatro classico. "Gli attori sul set sono come dei bambini che devono essere guidati. Il regista è come un genitore, io sento di essere ormai in quella fase, non voglio più essere guidata. Voglio creare le mie cose". Tra i modelli di riferimento eccellenti la regista cita il connazionale Paul Verhoeven, maestro del thriller erotico, che nel 2006 ha diretto lei e Carice Van Houten in Black Book: "Per me Paul Verhoeven è stato una figura paterna e una fonte di ispirazione, anche se lui è un regista molto mascolino. Non credo di avere somiglianze stilistiche con il suo cinema, ma adoro Elle. Credo che la combinazione tra lui e Isabelle Huppert sia incredibile".
In attesa di scoprire quale reazioni provocherà nel pubblico Instinct all'uscita in sala, cosa riserva il futuro di Halina Reijn? "Il mio sogno è fare la regista a teatro, ma per me il teatro è qualcosa di sacro. Non so quando mi sentirò pronta ad affrontare una prova di questo tipo. Il cinema lo percepisco come qualcosa di più innocente e giocoso. Anche se le persone odieranno i miei film, e credo che sarà proprio così, voglio continuare a farli e voglio continuare a parlare di sesso e potere. Il mio prossimo film parlerà di prostituzione, ma prima o poi mi piacerebbe dirigere anche una commedia".