Se la Pixar è la realtà rispettata e amata da tanti critici e spettatori è per una serie di film che hanno segnato il nuovo millennio, nel campo dell'animazione e non solo, da Wall-e ad Up, da Alla ricerca di Nemo a Gli Incredibili. Uno di questi grandi titoli dello studio che era stato di John Lasseter è Inside Out, co-diretto da Pete Docter che ha ereditato negli ultimi anni anche il ruolo alla guida dello studio. Un vero fenomeno, amatissimo dal pubblico, tornato con un sequel che mira a raccontarci il periodo della pubertà della protagonista Riley, con nuove emozioni che arrivano ad affollare la mente della ragazza e contendersi il controllo della dashboard attraverso cui definirne e controllarne l'umore.
Proprio in vista dell'uscita di Inside Out 2, abbiamo avuto modo di scambiare quattro chiacchiere con Pete Docter, qui solo in veste di produttore per aver lasciato la regia a Kelsey Mann, animatore in casa Pixar sin da Monster University del 2013. Da Docter ci siamo fatti raccontare come hanno lavorato alle nuove emozioni, che ricordi ha della sua pubertà e come quei ricordi hanno influito sulla realizzazione del nuovo film e soprattutto se possiamo sperare in ulteriori storie che ci permettano di seguire il futuro di Riley. Vediamo cosa ci ha detto.
Definire le nuove emozioni di Inside Out 2
La nostra curiosità riguardo Inside Out 2 è andata prima di tutto alle novità evidenti sin dalle prime notizie e immagini: nuove emozioni. Ma come ci hanno lavorato per definirle, anche in termini di voci e cast di doppiatori? Se infatti si conferma il cast del primo film per le emozioni base, da Amy Poehler a Tony Hale e Phyllis Smith, le novità vanno da Ansia (Maya Hawke in originale e Pilar Fogliati in italiano), Invidia (Ayo Edebiri e Marta Filippi), Imbarazzo (Paul Walter Hauser e Federico Cesari), Ennui (Adèle Exarchipuolos e Deva Cassel), oltre a una adorabile sorpresa che non vi anticipiamo. "Il regista Kelsey Mann ha lavorato come avevo fatto anche io" ci ha spiegato Pete Docter, "in primo luogo ci siamo consultati con psicologi ed esperti del campo, per capire le emozioni. Perché proviamo rabbia? Perché abbiamo ansia o imbarazzo? C'è una ragione per ognuna di esse e questo ha guidato il loro design."
Una volta definito il look, si è passati alle voci: "Il gruppo del casting interviene a questo punto e attinge a dialoghi da altri film e li applica alle immagini dei personaggi, senza dirci chi siano gli interpreti. Ascoltiamo le voci e ci diciamo 'suona come Rabbia?' o 'dà la sensazione di Ansia?' Un attore dopo l'altro e a volte abbiamo anche 15 o 20 voci da ascoltare finché non troviamo quella più adatta e ci svelano che si tratta di Maya Hawke o chi per lei a seconda del personaggio. A volte riesci a immaginare chi sia, ma il più delle volte è una sorpresa."
Lo spettro della pubertà
Dal primo al secondo film, Riley cresce ed è ormai alla pre-adolescena, un'età difficile che nella voce italiana è resa da Sara Ciocca. Un un periodo complicato di cui tutti abbiamo ricordi più o meno piacevoli e abbiamo chiesto a Pete Docter che ricordi abbia lui di quella fase della sua vita e se queste memorie abbiamo aiutato a costruire e raccontare la storia di Riley. "Non ero una persona molto socievole... d'altra parte c'è un motivo se ho iniziato a lavorare nell'animazione, perché è più facile disegnare persone che parlare loro. È stato molto difficile per me nei primi anni delle superiori, l'ansia correva veloce e penso che sia così per tantissime persone. E forse è ancora così." Ed è così per Riley, perché tra le New Entry di Inside Out 2 è proprio Ansia a essere la più preponderante, guidando le azioni della ragazza nella difficile fase di passaggio tra l'infanzia e la maturità, quando alle emozioni base è inevitabile che se ne aggiungano altre meno dirette e semplici, più complesse e difficile a definire e padroneggiare.
Inside Out 2: conosciamo le nuove emozioni del sequel Disney e Pixar
La dashboard nella nostra mente e insegnamento di Inside Out
Se infatti al comando della console del primo film c'erano emozioni basiche e immediate come Gioia, Tristezza, Rabbia, Disgusto e Paura, la situazione diventa più complessa con l'arrivo dei nuovi personaggi. L'idea, però, quella geniale che faceva funzionare Inside Out in modo tale da conquistare il pubblico funziona ancora anche con queste aggiunte. E parlando con Pete Docter ci viene in mente come sia stato naturale e spontaneo per noi immaginare le diverse emozioni prendere il controllo nella nostra mente quando veniamo assaliti dall'emozione di turno. È stato così anche per loro in Pixar durante la lavorazione dei due film? "In effetti sì. Ricordo che dopo la fine del primo film mi sentivo veramente arrabbiato e non riuscivo a capire perché e poi mi sono detto 'aspetta, la rabbia scatta quando c'è qualcosa di non giusto e questa persona mi ha detto questo e quest'altro e mi ha fatto sentire non rispettato. Ecco, ora capisco.'"
Ed è quello che è capitato anche a noi guardando il film, che pur nella sua inevitabile semplicità riesce a farci riflettere su quello che succede nel nostro cervello. "È strano come il film e le ricerche che abbiamo fatto siano stati capaci di alzare il velo e permettermi di guardare cosa c'è dietro. Le emozioni corrono e non abbiamo il tempo di pensarci, non scegliamo come sentirci e cosa provare. Ma scegliamo come rispondere a quelle sensazioni. Più capiamo di quello che fa scattare alcune sensazioni, di come opera il nostro organismo, più efficienti siamo nelle nostre vite."
Nove anni dopo... e il futuro?
Sono passati nove anni dal primo Inside Out, presentato a Cannes 2015 come Mad Max: Fury Road, anch'esso appena tornato in sala. È stata più la gioia o la pressione nel tornare a quel mondo? "Se me l'avessi chiesto solo un anno fa, avrei risposto che non sentivo nessuna Gioia, solo Ansia. No, in realtà non è così, è stato molto divertente da realizzare, ma non posso negare che ci sia stata ansia. Mi svegliamo alle tre di notte e mi dicevo 'oh no, ci siamo dimenticati di questo o quest'altro', ma ora che abbiamo finito ha il sopravvento la soddisfazione. Abbiamo già avuto modo di farlo vedere a qualcuno e i feedback sono stati positivi."
Una soddisfazione tale da poter già pensare al futuro? Tornerebbe a esplorare le emozioni di Riley in futuro in un Inside Out 3? "Non vediamo l'ora di conoscere il responso el pubblico, sapere se si divertirà con il film. Probabilmente c'è altro da raccontare, se decidessimo di farlo, perché le persone sono infinitamente complicate e intriganti e di sicuro c'è altro da esplorare. Se si fa un po' di ricerca, si scopre che ci sono 27 emozioni. Noi ne abbiamo 9 fin qui."