Più che nostalgia canaglia, come recitava la canzone di Al Bano e Romina, d'ora in poi forse dovremmo dire ansia canaglia. Perché se queste due sono le emozioni caratterizzanti del nostro periodo storico, quella che appartiene alla generazione più giovane (e quindi più vicina alla protagonista di Inside Out 2) è sicuramente l'Ansia. È chiaro dall'iperstimolazione che ricevono i bambini fin da piccoli, schermo compreso, e dalla frenesia della vita quotidiana che li vede sballottolati in svariate attività, per volere dei genitori, altrettanto iper-impegnati. Non poteva quindi che esserci lei tra le nuove emozioni di Inside Out 2, il sequel che sta macinando record su record al box office. Dopo aver analizzato l'approccio sportivo della pellicola, in questo speciale vogliamo rivedere il film attraverso la stessa Ansia. Lì, alla bocca dello stomaco, da dove iniziano le emozioni più "violente".
Ansia, al controllo della console
In Inside Out 2 Gioia, Rabbia, Paura, Disgusto e Rabbia devono far spazio a nuove emozioni nella mente di Riley, ora pre-adolescente e pronta a vedere le proprie migliori amiche cambiare scuola, avendo come ultima occasione insieme il ritiro sportivo per aspiranti professioniste dell'hockey. Le ultime arrivate, come oramai saprete, sono Ansia, Invidia, Imbarazzo ed Ennui (un misto di Noia e Indifferenza). La prima, come abbiamo potuto constatare con sorpresa (o forse no) nel corso del film diviene "la nuova Gioia", ovvero la leader delle new entry e colei che cerca di voler prendere il controllo della mente di Riley, che sta crescendo e quindi è in preda ad un grande caos emotivo. Ansia, doppiata in originale da Maya Hawke e in italiano dalla brava e talentuosa Pilar Fogliati, fin dal primo teaser e trailer è stata il focus della campagna promozionale, strizzando l'occhio alla Generazione Z e Alpha nel loro approccio con l'emozione che più di tutte li identifica. Un fenomeno che è sicuramente acuito dai social media, che accentuano qualsiasi aspetto della nostra vita quotidiana, positivo o negativo che sia. Eccola arrivare col proprio bagaglio emotivo, raffigurato in tante valigie e un'espressione che ben esprime il sentimento che rappresenta: "Dove metto le mie cose?"
Inside Out 2 vola al botteghino e gli incassi tornano a respirare. Ma cosa ci dice questo successo?
La nostra consapevolezza moderna
Ansia diviene quindi protagonista in Inside Out 2, cercando di aggiustare gli "errori" che secondo lei Gioia ha compiuto durante la crescita di Riley. O meglio, in quest'ultima fase in cui si sono affacciate nuove arrivate da gestire ed imparare a controllare. Invidia, Imbarazzo ed Ennui guardano infatti ad Ansia come ad una leader e quest'ultima diviene il perfetto specchio che spesso finisce per sovrastare le altre emozioni dentro di noi. Facendoci prendere dal panico, non sempre gestiamo le situazioni nel migliore dei modi e, arrivati da una certa età, non riusciamo ad affrontarle più semplicemente con ottimismo e positività. In un momento del film infatti si dice "Forse è questo che succede. Col tempo si affievolisce la Gioia". Una consapevolezza che le emozioni, le due leader in primis, riescono a raggiungere attraverso il viaggio fisico nei meandri dell'inconscio di Riley nel corso della pellicola, proprio come era accaduto nel primo capitolo.
In Inside Out l'addio all'infanzia coincideva con la consapevolezza che la Tristezza non era nemica della Gioia ma anzi entrambe le esternazioni erano importanti per riuscire ad affrontare sofferenza e dolore, e non era assolutamente un segno di debolezza. In questo caso invece assistiamo ad una nuova presa di coscienza da parte di Gioia, che capisce che deve aiutare Ansia e non combatterla per il bene di Riley. Sta tutta qui la chiave del sequel: ciò a cui pensano le emozioni primarie del film Pixar è prima di tutto il benessere mentale della ragazzina, mentre quello delle new entry sembra essere quello sociale, poiché più si cresce più si diventa parte della società in cui si vive. E la nostra società, focalizzata sull'immagine e sull'apparenza, non aiuta sicuramente ad integrarsi.
Entrambi i gruppi, però, diverranno un tutt'uno e dovranno comprendere non solo che nessuna emozione va presa sottogamba o è inutile nel quadro generale, ma anche che non bisogna mai cancellare nessun brutto ricordo dalla memoria. Siamo il risultato delle nostre scelte, che possono anche essere sbagliate e possono portare a degli incidenti clamorosi, ma è importante averne coscienza e averli interiorizzati per imparare da essi. Nascondere le emozioni non fa mai bene a nessuno, e il sequel mette proprio in luce questo approccio in modo visivo per far capire anche ai piccoli spettatori quanto nulla debba essere trascurato, nemmeno la Noia (è importantissimo convivere con il "non far niente") o la gestione dell'Invidia. Un romanzo di formazione delle emozioni quindi, che per traslato diviene quello di Riley.
Non solo marketing
L'Ansia quindi non è rimasta solamente un pretesto di marketing ma è divenuta parte integrante della trama del sequel animato. Il regista Kelsey Mann insieme agli sceneggiatori ha tentato di andare il più in profondità possibile, pur nei limiti fisiologici di un film per tutta la famiglia che fosse comunque anche intrattenimento. Un'emozione che forse nella realtà (soprattutto oggi) arriva prima rispetto all'età della protagonista ma che non per questo risulta meno efficace nell'economia del racconto sullo schermo.
Tanto più che porta all chiacchierata sequenza dell'attacco di panico. Gestita, potremmo dire, in modo magistrale a livello narrativo, perché dà letteralmente voce e visione ad un evento fin troppo frequente e di cui fino a poco tempo fa si è parlato veramente poco, soprattutto tra i più giovani che è bene che si vedano rispecchiati in qualcosa che ancora non riescono a comprendere fino in fondo. Un avvenimento che è il risultato di un insieme di fattori ed emozioni, e non proviene solo dall'Ansia. La pellicola esprime benissimo questo mix esplosivo di sensazioni, illuminando la gestione del panico, grazie agli amici e ai familiari, oltre ad un percorso di terapia.
Tanto più che, in un paio di divertenti siparietti nella mente dei genitori di Riley, vediamo che "l'ansia è sempre dietro l'angolo", con l'emozione pronta a sbucare in qualsiasi momento per rimescolare le carte in tavola. Perché la società di oggi non aiuta certamente in questo senso, c'è ancora troppa poca consapevolezza e supporto nel gestire la salute mentale ed emotiva dei bambini e ragazzi. Anche se si sta cercando di sensibilizzare sempre più il pubblic attraverso l'audiovisivo portando molta più sensibilità sulla questione: chissà che Inside Out 2 non abbia anche questo merito, come avvenuto per il primo film. Andando oltre il record al botteghino.