4 luglio 2016: sono passati esattamente vent'anni da quando la razza umana riuscì a sconfiggere, in extremis, gli invasori alieni, e ci avviciniamo alla commemorazione di quella guerra. Un festeggiamento che viene interrotto da una nuova armata extraterrestre, ancora più determinata a seminare morte e distruzione. I veterani del primo conflitto, tra cui l'ex-presidente Thomas Whitmore, dovranno unire le loro forze con una nuova generazione (che include il figlio del defunto Steve Hiller) per scongiurare la nuova minaccia.
Leggi anche: Independence Day: I nuovi Blu-ray, gli extra inediti e tutti i segreti del ventennale
Catastrofe patriottica
Oggi è facile dimenticarsene, con record legati al box office che vengono infranti più volte all'anno, ma due decenni fa Independence Day fu un vero e proprio fenomeno sul piano commerciale. Basti pensare che, fino all'uscita di Titanic un anno e mezzo dopo, fu il secondo maggiore incasso in assoluto a livello mondiale, dietro Jurassic Park. Un successo dovuto all'intuizione brillante del regista Roland Emmerich di raccontare una storia alla H.G. Wells (il finale del film, in particolare, aggiorna in chiave informatica la conclusione de La guerra dei mondi) usando gli stilemi del disaster movie, nella tradizione delle superproduzioni di Irwin Allen (L'inferno di cristallo, L'avventura del Poseidon). Il tutto condito con una sana dose di divertimento, assicurato soprattutto dall'allora emergente Will Smith e un po' di retorica di stampo patriottico, con tanto di campagna promozionale incentrata sulla data del 4 luglio, festa nazionale americana (ed è alquanto curioso che un film così spudoratamente yankee sia stato realizzato da un cineasta tedesco).
Leggi anche: Independence Day: Che fine hanno fatto i protagonisti?
Alla luce di tutto ciò, risulta piuttosto sorprendente che il sequel sia arrivato al cinema solo adesso, dopo vent'anni, quando la logica dominante del mercato - per lo meno per i film non animati - vorrebbe che l'intervallo tra un episodio e l'altro sia di non più di tre anni. Questo perché la 20th Century Fox non voleva continuare senza Emmerich e quest'ultimo si è dichiarato poco interessato all'idea per anni, fino a quando - paradossalmente - le immagini delle Torri Gemelle distrutte gli avrebbero fornito un nuovo spunto per il secondo episodio. Sono quindi subentrate diverse false partenze (il produttore Dean Devlin ammette candidamente di aver restituito alla Fox i soldi anticipati perché il soggetto scritto all'epoca non lo convinceva), tra cui l'idea - accantonata - di girare due sequel contemporaneamente, fino all'avvio del film che adesso è in sala. Un film il cui difetto maggiore è stato annunciato prima ancora che iniziassero le riprese.
Leggi anche: Independence Day: Emmerich diffonde il plot del vecchio sequel
Ma i blockbuster sognano orfani elettrici?
Ebbene sì, Will Smith ha dato forfait, il che ha portato all'eliminazione del suo personaggio, ufficialmente defunto nell'arco di tempo trascorso tra i due film (ma nulla impedisce di resuscitarlo in qualche modo per un eventuale sequel futuro, come dimostra il ritorno in scena di Brent Spiner nei panni di Brakish Okun, che morì sullo schermo nel primo episodio). Per colmare questo vuoto è stato promosso a giovane protagonista, accanto a Liam Hemsworth e Maika Monroe, Jessie Usher nei panni del figlio di Hiller. Peccato che l'erede di Smith non ne possieda il carisma, un difetto del quale risente anche più volte Hemsworth, a suo agio solo quando condivide la scena con Jeff Goldblum, affidabilmente irresistibile nel ruolo di David Levinson. Difatti le presenze più memorabili sono i veterani del primo episodio, in particolare Goldblum, Bill Pullman (il cui celebre discorso nel primo film apre in modo simbolicamente ironico il sequel) e il già menzionato Spiner (ci si chiede invece per quale motivo abbiano scomodato Robert Loggia, ridotto ad un cameo assolutamente inutile).
Particolarmente divertente, in questo contesto, è la recente critica di Emmerich nei confronti dei film di supereroi, che lui non ama particolarmente perché a suo avviso i veri eroi sono personaggi umani, come i suoi. Un'affermazione che rasenta l'assurdo dato che Independence Day: Rigenerazione ricorda in più punti un cinecomic: vedi ad esempio la decisione di mettere al centro dell'azione un protagonista segnato dalla morte di un genitore, come nei casi dei vari Batman, Superman e Iron Man (mentre dall'altra parte della barricata c'è proprio Will Smith, che in Suicide Squad vuole redimersi agli occhi della figlia). Ed è questo l'altro grande problema del film, ovvero che troppo spesso ricorda, a proprio svantaggio, altri lungometraggi di genere. In particolare, Aliens - Scontro finale per la trovata della "regina" da cui prendono ordini gli antagonisti. Il primo episodio, per quanto chiaramente indebitato nei confronti di convenzioni narrative ed iconografiche preesistenti, aveva anche un'anima tutta sua, cosa che qui risulta assente ogni volta che l'attenzione si sposta da Levinson o Whitmore.
Leggi anche: Roland Emmerich: "I supereroi Marvel sono stupidi"
Vivi e lascia distruggere
Con un po' di autoironia, Emmerich cerca di giustificare l'escalation di distruzione, che è poi la vera raison d'être del film (in 3D, ovviamente). Ma l'ammiccamento nei confronti dello spettatore non riesce a mascherare il fatto che questo nuovo Independence Day sia l'equivalente Fox dei sequel di Transformers: spettacolari fino al midollo, ma privi di pathos e con battute mal piazzate che non fanno che mettere in evidenza il vuoto che si pone tra una sequenza apocalittica e l'altra. Per i fan sfegatati del primo episodio la componente visiva sarà forse sufficiente per giustificare il prezzo del biglietto; per gli altri, sarà preferibile rivedere l'originale.
Continua...?
Come abbiamo detto in apertura di recensione, una versione della sceneggiatura di Rigenerazione prevedeva un sequel diviso in due parti, da girare contemporaneamente. Tale idea fu accantonata, ma è ancora presente nel film sotto forma di un cliffhanger conclusivo che delude su due piani. Innanzitutto, priva Rigenerazione di un vero e proprio finale, lasciandoci con un intreccio che più incompleto non si può. In secondo luogo, gli incassi del film - attualmente non ancora arrivato a 400 milioni di dollari nel mondo intero - suggeriscono che l'eventuale terzo episodio potrebbe non vedere la luce, almeno non nella sua forma attuale. E questa è la delusione più grande, perché - senza svelare nulla - ciò che viene promesso in merito all'interno della storia del secondo film lascia presagire qualcosa di molto più appetibile rispetto alla minestra riscaldata extralarge preparata in questa sede. Un'occasione a dir poco sprecata.
Movieplayer.it
2.0/5