Il 3 luglio 1996 uscì nelle sale americane Independence Day, un blockbuster nel senso più stretto del termine che conquistò il box office statunitense ed internazionale, imponendosi come il più grande campione d'incassi a livello mondiale del suo anno d'uscita, con ricavi complessivi di 817 milioni di dollari (Twister, che si piazzò secondo, non riuscì nemmeno a superare la soglia dei 500 milioni). Amato dal pubblico e accolto piuttosto freddamente dalla critica (fu presa di mira soprattutto la sceneggiatura), il terzo film di genere americano diretto dal tedesco Roland Emmerich è ancora oggi un tour de force a livello visivo e spettacolare, e vanta anche una memorabile accoppiata di protagonisti grazie alla chemistry fra Jeff Goldblum e Will Smith. Quest'ultimo in procinto, all'epoca, di trasformarsi nella superstar che conosciamo oggi. In occasione del ventesimo anniversario e dell'uscita del seguito Independence Day: Rigenerazione, abbiamo voluto ricordare il film tramite qualche aneddoto curioso sulla sua realizzazione.
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1. Approccio ibrido
L'idea iniziale di quello che sarebbe divenuto Independence Day venne ad Emmerich durante il tour promozionale del suo film precedente, Stargate. Nello specifico, il regista si trovò ad immaginare la vista di un'astronave enorme sopra una città. Inizialmente scettico per questioni di budget, si ricredette quando la Warner Bros. gli offrì la possibilità di realizzare un film, mai portato a termine, che sarebbe costato 75 milioni di dollari pur essendo la semplice storia di un detenuto evaso. Emmerich propose quindi l'idea al suo produttore di fiducia, Dean Devlin, il quale però non trovava il progetto particolarmente originale. Poi, il lampo di genio, farina del sacco di Devlin: e se invece di un film su un'invasione aliena fosse un disaster movie, con gli extraterrestri nel ruolo del vulcano/tornado/incendio di turno? Così nacque il lungometraggio arrivato sugli schermi.
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2. Da un inferno all'altro: Ispirazione classica
A rendere particolarmente appetibile l'approccio suggerito da Devlin fu il fatto che sia lui che Emmerich fossero dei grandi ammiratori della filmografia di Irwin Allen, considerato il maestro del genere catastrofico. In particolare, trassero ispirazione dalla struttura de L'inferno di cristallo, dove Steve McQueen, pur essendo il vero eroe della storia, non appare prima che siano già passati quaranta minuti. Questo elemento influenzò il personaggio interpretato da Will Smith, Steve Hiller, il cui nome di battesimo è un ulteriore omaggio a McQueen. Con la differenza che Smith, a quanto si dice sulla realizzazione di Independence Day, non si comportò da primadonna e non creò nessun tipo di rivalità professionale con il co-protagonista Jeff Goldblum.
3. Le polemiche e la forza del marketing
Un altro ingrediente fondamentale del successo del film fu la sua campagna pubblicitaria, concepita da Emmerich e Devlin già in fase di scrittura: quando mandarono la sceneggiatura ai vari studios di Hollywood, sulla prima pagina non c'era il titolo, bensì la frase di lancio "Il mondo finirà il 4 luglio": una trovata dal forte valore simbolico per il pubblico americano. Il regista e il produttore avevano già pensato anche all'ormai leggendario teaser, dove viene mostrata la distruzione della Casa Bianca. Un'idea inizialmente rifiutata dalla 20th Century Fox, poiché alcuni dirigenti della major ritenevano un'immagine simile di cattivo gusto e potenzialmente offensiva per gli spettatori. Al che Emmerich ribatté "Se ne scaturisce una controversia, non può essere un male."
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4. Non c'è nulla da ridere! (anche se...)
Un giorno, durante le riprese, Emmerich venne a sapere che l'attore Robert Loggia rifiutava di presentarsi sul set e ne chiese il motivo. Saltò fuori che c'era stato un equivoco tra la produzione e l'attore: Dean Devlin aveva consigliato a Loggia di vedere il film Airport per familiarizzare con il genere del disaster movie, ma l'attore fraintese il titolo e visionò invece Airplane!, ossia L'aereo più pazzo del mondo. Si era quindi arrabbiato perché pensava di essere stato scritturato per recitare in una parodia ed Emmerich dovette chiarire il malinteso, facendogli capire che Independence Day aveva aspirazioni (relativamente) più serie.
5. Vendetta critica
Come abbiamo già detto, la critica non si dimostrò molto entusiasta nei confronti del film. In particolare, Roger Ebert e Gene Siskel, all'epoca due tra i nomi più importanti della critica americana, già rei di non aver apprezzato neanche Stargate, rincararono la dose bocciando anche Independence Day. La reazione di Emmerich fu alquanto curiosa: nel suo film successivo, Godzilla, diede il nome Ebert al sindaco incompetente di New York (interpretato da Michael Lerner, il quale assomiglia fisicamente al celebre critico), mentre il suo assistente fu battezzato Gene, e fu anche messo alla berlina il gesto del pollice alzato o abbassato, marchio di fabbrica delle recensioni del duo. Impagabile il commento dei diretti interessati: "Come minimo, ci saremmo aspettati di essere spiaccicati o divorati da Godzilla!".
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6. Will Smith, una star con la puzza sotto il naso
La famosa scena dove Hiller trascina un alieno tramortito nel deserto è stata girata vicino ad un lago, poco profondo, dove si trovavano diverse creature acquatiche morte in fase avanzata di decomposizione. Grazie al vento, l'odore di questi crostacei si è manifestato proprio durante le riprese, sorprendendo Will Smith che, sopraffatto da questo fenomeno naturale, ha improvvisato la battuta: "Ma cos'è questa puzza?" Una reazione comprensibile, che è rimasta nel montaggio finale del film, così come la maggior parte delle improvvisazioni del protagonista (stando ad Emmerich, quasi tutti gli scambi di battute fra Smith e Goldblum sono stati inventati di sana pianta dagli attori).
7. Questioni di titolo
La celebre abbreviazione ID4 nacque soprattutto per necessità legali, poiché all'epoca i diritti del titolo Independence Day appartenevano alla Warner Bros., e difatti la Fox suggerì diversi titoli alternativi, tra cui Invasion e Doomsday (a un certo punto si pensò addirittura di far uscire il film a fine maggio, ignorando il simbolismo del weekend del 4 luglio). Come incentivo per convincere lo studio a procurarsi i diritti, Emmerich e Devlin fecero una piccola ma sostanziale modifica alla sceneggiatura durante le riprese: aggiunsero la frase "Today We Celebrate our Independence Day!" al discorso del Presidente. Due settimane dopo, la questione fu risolta.
8. Un Presidente molto diverso
In fase di scrittura, il personaggio del Presidente Whitmore era stato immaginato come una figura simile a Richard Nixon, e per l'interprete Dean Devlin pensò ad un amico di vecchia data: Kevin Spacey. L'idea fu però bocciata dalla Fox, convinta che Spacey non avesse il potenziale per diventare una star (I soliti sospetti e Seven non erano ancora usciti). Il personaggio fu quindi reinventato ed assegnato a Bill Pullman. Non che Spacey abbia motivo di lamentarsi: negli ultimi anni si è ritrovato con diversi ruoli presidenziali, tra cui proprio quello di Nixon nel film Elvis & Nixon, uscito nello stesso periodo di Independence Day: Rigenerazione.
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9. L'area sbagliata
Inizialmente, l'esercito americano aveva acconsentito all'uso di basi militari per le riprese, e avrebbe anche fornito consulenti per gli attori con ruoli relativi alle forze armate. Poi, dopo aver letto la sceneggiatura, la collaborazione fu interrotta in toto. Il motivo? Nel film, per via della storyline legata agli alieni, si fa più volte riferimento all'Area 51, la famosa base segreta dove, stando a svariate teorie del complotto, il governo americano avrebbe effettuato esperimenti relativi alla vita e alla tecnologia extraterrestre. È abbastanza comprensibile, dunque, che l'esercito non abbia voluto essere associato ad un film dal contenuto simile.
10. Casa riciclata
Gli spettatori più attenti avranno forse riconosciuto il set usato per rappresentare la Casa Bianca. Esso fu infatti creato non per Independence Day, ma per un altro film dove il Presidente americano ha un ruolo fondamentale: Il presidente - Una storia d'amore, celebre collaborazione fra il regista Rob Reiner e lo sceneggiatore Aaron Sorkin. Dopo le riprese del film di Emmerich, il set fu poi riciclato per altre due produzioni, molto diverse tra loro: Mars Attacks! (la cui uscita dovette essere posticipata per via dell'attesa che si era creata attorno ad Independence Day) e Gli intrighi del potere - Nixon.