Detective privata, quarant'anni, bolognese. Giorgia Cantini (Angela Baraldi) è una donna di grande passionalità e con una grinta nell'anima che spesso si tramuta in rabbia. Amante della notte, della boxe e dei casi insoluti, Giorgia non riesce a darsi pace da quando sua sorella Sara (Federica Bonani), con la quale aveva sempre avuto un rapporto conflittuale, è morta in Africa in circostanze misteriose durante una delle sue missioni umanitarie. Primo, per non averla mai assecondata nel suo lavoro, secondo, per non aver capito la gravità della situazione in cui si era andata a cacciare. Il ricordo del suo viso, le indagini sull'incidente che ne ha provocato la morte e i continui flashback dei loro ultimi incontri faranno da filo conduttore in tutte le complesse storie che Giorgia proverà a sbrogliare, mentre le continue apparizioni subliminali di Sara l'aiuteranno a non perdere mai la fiducia in se stessa e a scoprire tante verità.
Torna la detective strafottente, cinica, ironica e senza peli sulla lingua, quella che canta cover di indimenticabili classici del rock e tira pugni al sacco. Al suo fianco l'assistente simpatico, precisino e gay (Alessandro Tiberi), l'amico di sempre Johnny (Bebo Storti) ex-pornodivo megalomane, fanatico dei tortellini fatti in casa e proprietario del locale live-jazz dove Giorgia si esibisce la sera come cantante, e in ultima battuta il fascinoso commissario Bruni (Thomas Trabacchi), amante dal passato ambiguo con una serie infinita di scheletri nell'armadio. E poi una città, Bologna, piena di misteri da risolvere e di segreti inconfessabili.
Questi i personaggi ricorrenti nelle sei puntate di Quo Vadis, Baby? - la serie tv più cinematografica di sempre che trasforma in serial tv l'omonimo noir di Gabriele Salvatores uscito nelle sale nel 2005 - cui si aggiungeranno a quelli che di volta in volta verranno coinvolti nelle sei complicate indagini investigative della protagonista, l'investigatrice Giorgia Cantini. Le vicende personali della detective si incroceranno quindi con quelle dei suoi clienti, sullo sfondo di una Bologna dai mille volti, che di giorno celebra le sue meraviglie architettoniche e le sue splendide piazze mentre di notte si trasforma nel centro nevralgico musicale e artistico in generale, simbolo della controcultura giovanile. Metropoli e insieme cittadina di provincia, con le sue piazze medievali, i portici, i palazzoni e i grandi casolari sperduti nella pianura e nascosti dalla nebbia. Scenario ideale per raccontare storie di città e di periferia, storie dolorose di uomini e donne alle prese con la dura realtà quotidiana del nostro paese, storie che hanno un respiro universale e raccontano uno spaccato sociale di grandissima attualità. Molti i temi scottanti trattati, dalle responsabilità spesso disattese dai grandi industriali e da importanti manager al profondo disagio giovanile dei quartieri di periferia, dall'omosessualità negli ambienti militari alla violenza sulle donne.
Il linguaggio pulp, la fotografia scura, livida e talvolta ravvivata da colori accesi, la straniante colonna sonora scritta da Teho Teardo e lo stile frammentato delle immagini riescono a rendere alla perfezione, insieme all'implacabile camera a mano di Guido Chiesa, lo sbandamento e l'instabilità psico-fisica che caratterizza i nostri tempi. Concepita per un pubblico non proprio giovanissimo (dai 30 ai 45, anno più anno meno) Quo Vadis, Baby? fa sorridere, fa piangere e appassiona, avvicinando due mondi spesso lontanissimi come il cinema e la televisione fino quasi a farli sfiorare. Nessuna fiction italiana aveva prima d'ora toccato certi livelli qualitativi, nessuna produzione aveva mai investito tanto in un serial, nessuna protagonista femminile di casa nostra aveva raggiunto il fascino, la presenza scenica e il carisma di Angela Baraldi, cantante di talento prestata alla recitazione, un'artista che dopo tanti anni di gavetta nella musica ora sembra aver trovato la sua strada. A dispetto del titolo.