E' una vera spedizione quella che la Buena Vista ha voluto a Roma per la presentazione de Il mistero dei templari (National Treasure), da due settimana in testa al box office USA: accanto al regista Jon Turteltaub, i due protagonisti principali, la bella Diane Kruger e il premio Oscar Nicolas Cage, e il monumento hollywoodiano Jerry Bruckheimer (nella foto con Turteltaub), instancabile produttore di blockbuster e serie TV di successo. Nella cornice fastosa dell'hotel St. Regis Grand, i quattro hanno risposto alle domande dei giornalisti,che sembravano più interessati a scoprire un legame tra Il mistero dei templari e la cronaca recente, oltre che col bestseller di Dan Brown, Il codice Da Vinci, che a parlare del film in sé.
Mr. Cage, come si è trovato a interpretare questo moderno Indiana Jones?
Nicolas Cage: Non condivido l'analogia con il personaggio interpretato da Harrison Ford. Il mio personaggio, Ben Gates, non è uno storico o un professore, ha imparato quello che sa con l'unico scopo di trovare questo tesoro che sogna fin da bambino, riabilitando così anche il nome della sua famiglia. Questo tesoro, che un'intera dinastia a messo a rischio la vita per trovare, è anche un elemento soprannaturale, magico.
Il tesoro può rappresentare il patrimonio della cultura mondiale. Sappiamo quello che sta succedendo a Falluja, in Iraq, quello che sta succedendo a Falluja, in Iraq, in quella che è un po' la culla della cultura in generale, con la guerra in corsa. La restituzione del tesoro nel film rappresenta in un certo senso un "risarcimento"?
Jon Turteltaub: Credo che ci stiate dando troppo credito. Il concepimento del film è iniziato sette anni fa, molto prima quindi dei fatti di cronaca cui si fa riferimento; è un'esplorazione di certe leggende legate alla cultura mondiale, e questo crea quell'elemento di mistero che tanto affascina il pubblico. I collegamenti con la cronaca, le intepretazioni, sono ciò che ci vede lo spettatore.
Io essezialmente volevo fare un film d'avventura, appassionante e divertente!
Miss Kruger, come si è creata l'ottima alchimia che si registra nel film tra lei e Nicolas Cage?
Diane Kruger: Abbiamo fatto uno screen test insieme e ci siamo trovati benissimo sin dal primo momento. Nicolas è una persona tranquilla e divertente, ti fa sentire a tuo agio e non inibisce i colleghi.
E' vero che nel film non viene nominato il Graal, però c'è un personaggio che si chiama Brown. Un modo per evitare il risentimento della Chiesa cattolica che si sta abbattendo sul Codice Da Vinci?
Jon Turteltaub: Come ho già detto, il film è stato concepito molto prima che uscisse il romanzo di Dan Brown. Non so gli altri, ma io Il codice Da Vinci non l'ho neanche letto.
Bruckheimer, ci sarà un seguito de Il mistero dei templari?
Jerry Bruckheimer: Beh, già il fatto che siamo tutti qui oggi testimonia che ci siamo trovati bene insieme, quindi non sarebbe una cattiva idea proseguire questa proficua collaborazione. Sì, esiste la possibilità di un sequel.
Jon Turteltaub: In cui gli eroi troveranno il Graal a Falluja e tutti saranno contenti...