Improvvisamente a Natale mi sposo, la recensione: tutti i limiti del tipico family movie italiano

La recensione di Improvvisamente a Natale mi sposo: quello di Francesco Patierno non è un sequel, piuttosto forse un reboot, che segue purtroppo il modus operandi dei soliti family movie che tanto vanno di moda in Italia.

Improvvisamente a Natale mi sposo, la recensione: tutti i limiti del tipico family movie italiano

Un remake, un reboot, un sequel che non è un sequel, anche perché i personaggi sono più o meno gli stessi, ma la storia è diametralmente diversa, per dinamiche e relazioni. Insomma, oggetto immediatamente indefinito per struttura e concezione, che riprende i volti (noti) di Improvvisamente Natale (ve ne avevamo parlato qui) per stravolgere la storia e ripartire (argh) da zero. Del resto, il passaggio dallo streaming alla sala, in questo caso, ha scombussolato i piani: già perché al contrario del predecessore, Francesco Patierno scrive e dirige (inizialmente, perché poi la distribuzione digitale è scontata) per il grande schermo un nuovo film Improvvisamente a Natale mi sposo.

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Improvvisamente a Natale mi sposo: Diego Abatantuono e Carol Alt in una scena del film

Tuttavia, le differenze di tono e di messa in scena sono de facto le stesse di un prodotto pensato per lo streaming. Un prodotto, come detto, strano nella sua ideazione. Ciononostante, la stranezza, che potrebbe essere un pregio, non viene accompagnata nella realizzazione, e nemmeno nei toni, facendo sì che la commedia del pur bravo Patierno (rivedete i suoi due eccezionali documentari, Naples '44 e Svegliami a Mezzanotte), sia quasi del tutto irricevibile per il pubblico cinematografico, ormai attento alla spesa del biglietto (probabilmente troppo attento? Ma tant'è) che, puntualmente, dati alla mano, ignora commedie di questo tipo. Infatti, il family movie, che tanto piace al cinema italiano contemporaneo, sembra faticare, trovando invece una sua dimensione nelle distribuzioni streaming.

Improvvisamente a Natale mi sposo, la trama: un matrimonio che non ci voleva?

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Improvvisamente a Natale mi sposo: Diego Abatantuono, Carol Alt, Michele Foresta, Nino Frassica, Elio in una scena del film

Insomma, identici personaggi, film nuovo. Iniziamo dalla trama: a pochi giorni dal Natale, come da tradizione, Lorenzo (Diego Abatantuono) apre le porte del suo albergo per la classica riunione famigliare: quest'anno, però, c'è una novità. Lorenzo, vedovo da anni, ha un annuncio da fare: si sta per risposare con Serena (Carol Alt), appena conosciuta. La notizia rompe il climax, lasciando di stucco sua figlia Alberta (Violante Placido), arrivata in albergo insieme al marito Giacomo (Primo Reggiani) e alla figlia Chiara (Valentina Filippeschi). La donna, contraria al matrimonio, inizia una sorta di improbabile indagine su Serena, convinta nasconda un segreto. Come se non bastasse, e a proposito di tradizioni, in paese il sindaco (Elio) sfida il parroco (Nino Frassica): niente albero né presepe vivente, bisogna puntare alla modernità.

Tutti i limiti del family movie italiano

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Improvvisamente a Natale mi sposo: Primo Reggiani, Valentina Filippeschi in una scena

Come detto, Improvvisamente a Natale mi sposo non è un sequel, e ci fa ripartire da zero, con tanto di introduzione dei personaggi. Tutto, però, sembra ricordarci il film precedente (che già non brillava), dalla location ai colori, dalle luci piatte (qualcuno direbbe appunto televisive) alle inquadrature. Pure le scene sono quasi le stesse, nonostante un recasting che scambia Sara Ciocca con Valentina Filippeschi, e Primo Reggiani con Lodo Guenzi. Tecnicismi, dettagli, sì, ma la scrittura, che dovrebbe essere il fulcro, non aiuta. Dunque: chi ha visto Improvvisamente Natale ritrova - per assurdo - lo stesso identico film. Chi non l'ha visto, invece, si ritroverà davanti una commedia che miscela l'amore maturo alle tradizioni natalizie, inficiate da una modernità insensibile. Spunti mica male, se non fosse però che la patina generale (quasi cine-turistica, avendo per cornice il profilo delle Dolomiti) ci fa distogliere più volte l'attenzione.

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Improvvisamente a Natale mi sposo: Diego Abatantuono e Nino Frassica in una scena del film

Del resto, è anche una questione di relativa credibilità narrativa, tipica di certe operazioni nostrane che, provando a restare al passo - nel linguaggio e nelle mode - inseriscono nello script trovate "attuali" (la nipotina che si innamora dell'influencer...), senza però avere l'abbrivio di crederci fino in fondo, o trovare la giusta strada per raccontarle. Poi, sì: il talento scenico di Diego Abatantuono è indiscutibile, Nino Frassica è Nino Frassica, e il Mago Forrest ha, come si dice, tempi comici perfetti. Un terzetto che, preso singolarmente, risulta a modo suo convincente. È il resto, oltre il tempore delle luci di Natale, a funzionare poco. Anche perché, è bene continuare a sottolinearlo: pur funzionali al pretesto, i buoni sentimenti che muovono le commedie italiane di questo tipo, non smuovono più il pubblico. Si intende, almeno quello del grande schermo che - piaccia o no - cerca ben altre visioni (ma ci auguriamo di essere smentiti: un buon incasso è sempre positivo). Ultima menzione, doverosa: Carol Alt si conferma un'icona.

Conclusioni

Concludendo la recensione di Improvvisamente a Natale mi sposo, riflettiamo non tanto sull'operazione in sé (non un sequel, forse un reboot?), quanto sulla scelta di farlo arrivare al cinema: vogliamo essere smentiti, ma i family movie italiani, oggi, hanno poco appeal sul grande schermo. Operazione del genere, infatti, funzionano meglio in streaming, rivolgendosi ad un pubblico che cerca visioni rilassate e poco impegnate.

Movieplayer.it
2.0/5
Voto medio
4.3/5

Perché ci piace

  • Il Magor Forest!
  • L'atmosfera natalizia.

Cosa non va

  • Oggetto indefinito: non è un sequel, non è un reboot, cos'è?
  • I cliché dei family movie italiani.
  • Un linguaggio superato che prova ad essere moderno.