Imaginary, la recensione: se gli amici immaginari sono creepy nel film horror Blumhouse

La recensione di Imaginary: il nuovo film horror Blumhouse con DeWanda Wise con protagonista un orsacchiotto versione horror. Al cinema.

Imaginary, la recensione: se gli amici immaginari sono creepy nel film horror Blumhouse

C'è chi dice che la Blumhouse, che da casa indipendente è diventata qualcosa a metà strada tra indie e commerciale, stia producendo troppi film rischiando di saturare il mercato di genere non riuscendo a proporre titoli accattivanti e davvero diversificati. Forse i numeri al box office mondiale danno torto a queste voci e sicuramente la linea editoriale dell'azienda che è riuscita ad imporsi nel panorama cinematografico attuale incede sempre più velocemente. Così, a poche settimane di distanza dall'uscita di Night Swim, ci troviamo a scrivere la recensione di Imaginary, che nello stesso anno di IF, il film di John Krasinski e Ryan Reynolds sugli amici immaginari della nostra infanzia, e a pochi giorni di distanza da Ricky Stanicky su Prime Video, porta lo stesso soggetto in sala ma, nemmeno a dirlo, in versione horror.

Una trama immaginaria o immaginata?

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Imaginary: DeWanda Wise in una scena

Dai produttori di Five Nights at Freddy's e M3gan, la trama di Imaginary segue il copione degli horror: la protagonista Jessica (DeWanda Wise, già vista nella serie di Spike Lee She's Gotta Have It) si trasferisce nella casa della propria infanzia, dalla quale era stata strappata dopo la morte prematura della madre e l'esaurimento nervoso del padre, ora ricoverato in una casa di cura. Con lei il marito Max (Tom Payne di Prodigal Son) insieme alle figlie Taylor (Taegen Burns) e Alice (Pyper Braun), che la vedono ancora come la matrigna arrivata in famiglia per sostituire la madre naturale, anche lei instabile mentalmente. Mentre provano a ricominciare e costruire il proprio nido, Alice (un nome scelto non a caso) trova un peluche di nome Teddy in cantina, e da quel momento non riesce più a separarsene. Se i genitori pensano inizialmente sia una fase dovuta anche al trauma della madre biologica ricoverata, presto avvenimenti sinistri iniziano ad accadere nella classica grande casa americana fatta di pavimenti di legno, armadi e sottoscala. Così, Jessica comincia a porsi più di qualche domanda anche sul proprio passato.

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Un bel plot twist

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Imaginary: Pyper Braun in un''immagine

Il primo aspetto per cui Imaginary si impone tra gli ultimi horror visti al cinema è sicuramente un colpo di scena riuscito e ben assestato a metà della pellicola che dà una lettura interessante e significativa al tema affrontato dal film, ovvero quello degli amici immaginari, del nostro rapporto con essi e della loro influenza sulla nostra vita. Anche da adulti. Al centro del film infatti accanto al tema della maternità c'è il rapporto con la nostra infanzia, tanto che la professione della protagonista è la disegnatrice di libri per bambini. La recitazione degli attori e il calore familiare che il quartetto prova a mettere in scena arriva agli spettatori, anche se tende leggermente all'overacting da parte della quasi debuttante Pyper Braun e della veterana Betty Buckley. Il problema è ciò che accade dopo, nella seconda metà del film. La creatività del cast tecnico parte a briglia sciolta, ma senza un'apparente idea di fondo solida, che è sempre necessaria per far capire al pubblico le proprie intenzioni.

Un mondo da sogno (o da incubo?)

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Imaginary: DeWanda Wise in un'immagine

Il regista Jeff Wadlow - già dietro l'horror Blumhouse Obbligo o verità?, alcuni episodi di Bates Motel e il remake cinematografico di Fantasy Island - ha dato adito insieme ai co-sceneggiatori Greg Erb e Jason Oremland alla più sfrenata fantasia per costruire e sviluppare quell'universo dei sogni (o degli incubi) ma il risultato, che predilige il set dal vivo alla CGI risulta vittima del budget limitato anche se si fa forza con la fotografia. Apprezziamo però la costruzione di quell'universo in cui tutto può diventare sia sogno quanto incubo. Nemico o amico immaginario. La rappresentazione dello stesso Teddy colpisce in positivo e porta qualcosa di nuovo nel panorama horror contemporaneo. Il regista non eccede nei jumpscare e c'è una certa eleganza nella costruzione della tensione narrativa, anche se ad un certo punto, sempre per l'immaginazione senza freni dietro le quinte ci troviamo di fronte ad uno sviluppo più fantasy che orrorifico, lasciando perplessi e puntando al classico spiegone da parte dei personaggi. Il risultato? Un finale abbastanza scontato ma che ha il merito di rispondere a tutte le domande aperte nel corso della pellicola.

Conclusioni

Chiudiamo la recensione di Imaginary felici di vedere Blumhouse provare a fare qualcosa di diverso coi propri soggetti horror, pur non riuscendoci totalmente. Molto buono il colpo di scena a metà film, meno riuscito lo sviluppo che ne consegue e che tende troppo al fantasy senza una chiara linea guida di fondo, ma apprezzabile il voler utilizzare meno CGI possibile creando una sorta di realismo tra il sogno e l’incubo. Buona la prova degli attori anche se con qualche overacting e spiegone di troppo. Se siete appassionati del genere, insomma, andate al cinema per provare ad interrogarvi anche sui vostri amici (o nemici?) immaginari d’infanzia.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
3.1/5

Perché ci piace

  • L’idea di voler fare un fantasy e non un horror e basta.
  • Il rapporto coi demoni dell’infanzia.
  • Il plot twist a metà della storia…

Cosa non va

  • …meno lo sviluppo del mondo immaginario.
  • Qualche overacting e spiegone di troppo da parte degli interpreti.