Negli ultimi anni si è parlato di Ilaria Spada soprattutto per le sue vicissitudini sentimentali e personali: d'altronde riuscire a far breccia nel cuore di uno come Kim Rossi Stuart - uno dei "principi azzurri" cinematografici più sognati dalle italiane - è qualcosa che suscita particolare clamore, soprattutto se all'incontro segue la nascita di un figlio.
Da due settimane Ilaria è nelle sale con Un matrimonio da favola, vivace commedia firmata dai Vanzina, che vede al centro della storia reunion tra compagni di scuola, equivoci e ovviamente un matrimonio piuttosto movimentato. Con lei abbiamo fatto due chiacchiere per parlare sia del film dei Vanzina che dei nuovi progetti in arrivo, e altro ancora.
Dopo due anni di pausa sei tornata sul grande schermo, con una commedia. Come ti sei preparata a questo ritorno sul set?
Mi sono divertita a trovare una via possibile per dare al mio personaggio la giusta leggerezza rispettando così il contesto e l'idea del regista creando però uno spessore emotivo una profondità del personaggio per evitare di ridurla ad un cliché .
Sì, con l'aiuto del mio compagno e della tata ho avuto la possibilità di avere Ettore accanto a me durante le riprese. Immagino che la Paltrow intendesse dire che il lavoro di ufficio, con i suoi orari fissi e la routine, favorisce l'organizzazione e la pianificazione, che per chi ha un figlio è fondamentale. Poi l'attore spesso si porta il lavoro a casa anche quando finisce di lavorare. Ovviamente ci sono dei vantaggi: un attore può decidere se accettare o no un lavoro e prendersi delle lunghe pause per stare vicino alla famiglia, e a certi livelli - crisi permettendo - può contare su un buon compenso economico.
Adesso che sei al cinema con i Vanzina, il tuo compagno inizia a girare con altri due celebri fratelli del nostro cinema, i Taviani. Tu e Kim vi confrontate spesso sul lavoro? Quanto spazio ha nel vostro rapporto?
Penso sia una grande vantaggio poter raccontare del proprio lavoro e ricevere massima comprensione per quello che fai... e poi la passione per il cinema, il teatro e l'arte in generale, crea la possibilità di condivididere anche molti spazi di piacere.
Come sempre l'attore pesca dalla propria valigia emotiva, indossa l'abito che è stato scelto per lui e se lo cuce addosso.
Stando a quanto hanno detto i Vanzina, il cast era molto affiatato. Che ricordi hai delle riprese del film?
Grande divertimento, collaborazione ed empatia.
Dopo questo film ti rivedremo in Arance e Martello. Che tipo di esperienza è stata questa, invece?
Non posso ancora parlarne molto, ma posso dire che è stata una bellissima esperienza. Il regista Diego Bianchi è stato molto bravo a dirigere un gruppo di attori molto vasto.
In una vecchia intervista avevi detto di essere affascinata da donne celebri dalle vite tragiche, come Edith Piaf, ad esempio. Tra queste ce n'è una che ti piacerebbe interpretare, in TV o al cinema?
Sono affascinata dal talento di queste donne e il fatto che abbiano avuto una vita complicata e spesso infelice è una strana ma comprensibile coincidenza. Mi piacerebbe interpretarle tutte...