Anche questa volta la "nuova" stagione de Il trono di spade è scivolata via come un lampo. Anzi, forse stavolta è stata più dura, perché se con la quinta stagione si è fatto, come sempre, un lungo lavoro di preparazione e costruzione della tensione per condurci con la massima efficacia al precipitare degli eventi negli ultimi episodi, con una coda del ciclo più densa di eventi che mai - con l'epico, formidabile Aspra dimora, il tragico ed esaltante La danza dei draghi, e il sanguinoso e sconvolgente La misericordia della madre - c'è stato veramente poco tempo per leccarsi le ferite. E per asciugarsi le lacrime.
Il trono di spade: commento al nuovo trailer e ipotesi e anticipazioni alla vigilia della stagione 6
Lunghissimi mesi ci separano dalla sesta stagione che sarà basata per lo più su un libro che non è ancora uscito. Per il sesto volume de Le cronache del ghiaccio e del fuoco c'è l'idea - non ancora ufficiale - di una pubblicazione nel 2016; George R.R. Martin millanta di stare lavorando sodo, di stare per vedere la luce, ma in nessun caso si riuscirà ad avere il testo completo prima dell'inizio della lavorazione della sesta stagione; alla base delle teleplay del ciclo di episodi che vedremo tra nove mesi c'è uno scheletro narrativo, poco più di quell'outline generale della saga che Martin consegnò inizialmente a Dan Weiss e Dave Benioff "per ogni evenienza".
La nostra sensazione è che ci sia ancora qualcosa del romanzo A Feast for Crows (il quarto) che andrà affrontata nella sesta stagione. Per il resto, si andrà avanti, nella direzione in cui andrà Martin, quando possibile; per altre vie quando necessario (come nel caso dei personaggi le cui storyline sono già state sostanzialmente alterate rispetto ai romanzi). Da questo punto in poi, la nostra è mera speculazione; ma se volete evitare la possibilità di qualche anticipazione, nel remoto caso in cui ci azzeccassimo, sui futuri sviluppi dello show, state assolutamente alla larga da quanto segue.
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1. Tyrion e Varys: di nuovo in squadra a Meereen.
Se Ser Barristan fosse vissuto, sarebbe stato il suo compito naturale quello di governare la città in assenza della regina; forse proprio per questo si è scelto di sacrificare il canuto Valoroso per lasciare spazio a Tyrion Lannister; difficilmente Dany avrebbe lasciato a un uomo che ha appena conosciuto - per di più un Lannister! - la città, ma è Daario Naharis a farlo, non avendo molte alternative. Tyrion ha già dimostrato notevoli doti di diplomazia e strategia; e anche a Meereen, a quanto pare, avrà al suo fianco il Ragno Varys. Ora, quali minacce dovranno affrontare i due? E se fosse stato proprio Varys a orchestrare la ribellione dei figli dell'Arpia per qualche fine non necessariamente nocivo a Daenerys (forse per costringere Dany a vincere la paura e a fare ricorso ai suoi draghi)? Una cosa è certa: la presenza di Tyrion a Meereen ci permetterà di esplorare i precari equilibri politici della Baia degli schiavisti, e di scoprire quanto davvero è cambiato il nostro Folletto dopo il doppio omicidio della Torre del Primo Cavaliere.
2. Dany, Drogon, i Dothraki e la strana coppia Jorah/ Daario
Trasportata in volo a centinaia di miglia da Meereen, nelle terre dei signori dei cavalli, Daenerys è caduta nelle mani di un ingente khalasar. Drogon potrebbe farne agevolmente un barbecue, ma per ora se ne sta per conto suo, intenzionato a riprendersi dalle ferite subite nell'arena di Daznak. La situazione è interessante perché Dany sarà probabilmente costretta a utilizzare tutte le sue doti diplomatiche per non fare una fine atroce o tornare nella Baia degli Schiavisti in veste di merce. In ogni caso, con o senza l'aiuto di Drogon, per lei l'esito sarà probabilmente quello di ottenere una nuova, gigantesca armata e un passo avanti nell'unificazione di Essos sotto il suo dominio.
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Nel frattempo i due rivali in amore Ser Jorah e Daario Naharis si metteranno in viaggio per ritrovarla: qui possiamo aspettarci probabilmente una fonte di comic relief, perché se l'alchimia tra Iain Glen e Peter Dinklage nella quinta stagione era eccellente, tutto lascia pensare che anche le dinamiche tra il silenzioso e romantico cavaliere in disgrazia e il baldanzoso e sfrontato mercenario interpretato da Michiel Huisman saranno scoppiettanti. E forse finiranno in maniera tragica: per quanto il Morbo Grigio proceda molto lentamente, non crediamo che a Jorah sia rimasto molto tempo nello show: potrebbe sacrificarsi proprio per salvare l'uomo che ha rubato il cuore della sua adorata.
3. Brienne e... Stannis?
Nelle Cronache del ghiaccio e del fuoco non c'è da fidarsi delle morti che avvengono fuori campo - o "fuori pagina". Per questo il fatto che non si sia vista la spada vendicatrice Giuramento (che ricordiamolo, è in acciaio valyriano, alla Barriera farebbe proprio comodo) calare su Stannis Baratheon nell'episodio finale della quinta stagione La misericordia della madre è perlomeno sospetto. Con l'assassinio della piccola Shireen, la morte di Lady Selyse, la fuga di Melisandre e la distruzione di quanto era rimasto della sua armata, l'arco di Stannis è decisamente esaurito. Perché non mostrarcelo morire, dunque? Forse avrà un ultimo compito, un estremo gesto di redenzione che vada nella direzione della missione di Brienne: aiutare e proteggere Sansa Stark, o altri innocenti rimasti in balia della follia degli adulti, come Shireen?
4. Dove andranno Sansa e Reek?
E parlando di Sansa, dopo il salto della speranza dalle mura di cinta di Grande Inverno, dove potranno mai dirigersi la nostra indomita fanciulla e il suo ritrovato fratello putativo Theon/ Reek? Perché Theon non potrà far altro che accompagnarla, dopo averla salvata dalla crudele Myranda: l'alternativa sarebbero le nuove, atroci torture che Ramsay Bolton sarà ansioso di infliggergli nel momento in cui scoprirà che gli ha portato via la moglie dopo avergli ucciso l'amante. Sansa potrebbe decidere di dirigersi dove sa di avere un sicuro alleato in una posizione di potere: Castello Nero. Ma il viaggio verso la Barriera con l'inverno che avanza potrebbe essere davvero proibitivo. Sansa è sopravvissuta a molto peggio, ma Theon sarà in grado di farcela, considerato anche l'ormai precario equilibrio mentale?
Un'alternativa è che i due viaggino vero i territori controllati dai conterranei di Theon, gli Uomini di Ferro. In un'interessante casting call per la prossima stagione si parla di un pirata, un uomo molto carismatico tra i quaranta e i cinquant'anni, che sembrerebbe proprio essere uno degli imponenti zii di Theon. Certo è che, dovesse finire in mano ai Greyjoy, Sansa sarà nuovamente un ostaggio e una pedina, per cui speriamo di vederla prendere la via del Nord per quanto non ci sia affatto certezza di salvezza per lei alla Barriera.
5. Arya in the dark
Arya è passata attraverso tanti orrori, e ha fatto più che superarli, li ha interiorizzati, fatti suoi, trasformandosi in una creatura calcolatrice e formidabile con un unico obbiettivo: la vendetta. Anche la cecità inflittale dai suoi "addestratori" della Casa del Bianco e del Nero è qualcosa a cui si abituerà presto, e che imparerà a usare a proprio vantaggio fino a diventare, con ogni probabilità, un'assassina inesorabile e un'allieva perfetta - con o senza il dono della vista. Senza mai diventare "nessuno", però: il fatto che, dei suoi pochi averi, Arya non sia riuscita a separarsi (se ricordate l'episodio The House of Black and White) dal suo spadino Ago, già perduto con la violenza e riconquistato con la violenza, è simbolico della sua incapacità a rinnegare la propria identità e la propria vocazione. Arya non può diventare un vero "uomo senza volto" perché non può diventare nessuno; allo stesso tempo, però, è destinata ad essere la migliore tra gli uomini senza volto, e poi a superare anche questa fase della sua trasformazione diventando qualcosa di ancora più imprevedibile e letale.
6. Cersei e il ritorno dei Clegane
L'abbiamo vista subire l'umiliazione più terrificante, abbiamo toccato la sofferenza in cui è stata precipitata - dai fanatici religiosi che lei stessa ha armato e politicizzato - la donna più potente dei Sette Regni. Ma non è stata la punizione della Fede l'ultima pagina della vicenda di Cersei Lannister: il suo ritorno tra le mura della Fortezza rossa, le premure del negromante Qyburn, l'abbraccio portentoso di Ser Robert Strong, preludono a ulteriori intrighi e manovre in attesa del processo. Un processo che Cersei, vista la presenza al suo fianco di un campione con quelle singolari caratteristiche, potrebbe scegliere di affrontare nelle modalità già apprezzate più volte da suo fratello Tyrion. Gregor Clegane era invincibile già da vivo, figurarsi come Ser Frankenstein: chi potrà mai sconfiggerlo?
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E qui entra in gioco la nostra speranza di rivedere un personaggio a cui abbiamo detto addio mal volentieri nella quarta stagione e che, in questi mesi, abbiamo immaginato soccorso, curato, e rimesso in piedi da una qualche anima pia, magari profondamente cambiato in tutto tranne che nella convinzione che eliminare Lord Clegane /Ser Robert Strong sia la cosa più salubre per il reame. Lui sì, al fratello le aveva date di santa ragione, per lo meno nel Torneo del Primo cavaliere durante la prima stagione; certo, non è detto che vincerebbe anche questa volta... anzi potrebbe fare una fine ingloriosa quanto quella del povero Oberyn Martell. Ma un duello tra Gregor e Sandor Clegane con in bilico la vita di Cersei e il destino dei Sette Regni sarebbe una delle cosa più emozionanti che riusciamo a immaginare tra i possibili sviluppi dello show.
7. Sam & Gilly vanno a sud
Sam Tarly ha lasciato Castello Nero, ignaro della congiura e del disastro imminente ai danni del suo amico fraterno e Lord Comandante della Guardia della Notte Jon Snow. Le comunicazioni a Westeros non sono esattamente fulminee, quindi c'è la possibilità che non venga a sapere nulla prima di trovarsi nei paraggi di un palazzo munito di corvi messaggeri, o addirittura non prima di arrivare alla Cittadella di Città Vecchia (che dovremmo vedere nella prossima stagione, o almeno ne sono convinti i fan dello show da quando hanno visto la città catalana di Girona tra le location della produzione).
Sam vuol portare al sicuro Gilly e il suo bambino, e i già menzionati casting call sembrano suggerire la possibilità che, prima di raggiungere Città Vecchia, che si trova nell'Altopiano, si fermerà nel castello avito di Collina del Corno per affidare ai genitori l'amata, forse suggerendo anche che Little Sam sia figlio suo. Ma nell'ottica della nostra saga, la missione più importante è quella di approfittare dei documenti e del sapere degli Arcimaestri della Cittadella per scoprire quanto possibile sugli Estranei, sull'ossidiana, sulle caratteristiche delle armi forgiate con il fuoco di un drago, e magari su qualche arcana e promettente profezia riguardante il ritorno dell'eroe della Lunga Notte Azor Ahai?
8. Bran e le visioni dal passato
D'altro canto, chi ha bisogno di incerte profezie quando ha a disposizione un Veggente Verde? Tutti i giovani Stark sono toccati dal potere del Nord, eredità dei Figli della Foresta; ma Bran è quello destinato ad entrare nella maniera più profonda nella dimensione magica di questa storia, trasformandosi egli stesso in un potentissimo mistero. Al termine della quarta stagione abbiamo incontrato il Corvo a tre occhi, essere pluricentenario che ha il dono di percepire le eco delle ere di Westeros attraverso le radici antichissime degli alberi-diga: sabbiamo che Bran Stark è il suo successore. E' facile intuire che questo potere sarà strumentale nella battaglia finale tra gli Estranei e i campioni dell'umanità, ma nel frattempo, in termini di sviluppo della narrazione, cosa ci regalerà il nuovo Bran-Veggente Verde che, con ogni probabilità, ritrovetemo ad uno stadio avanzato della sua trasformazione dopo una stagione di iato? Secondo noi significa che la storia potrebbe arricchirsi di un altro livello. Benioff e Weiss si sono sempre tenuti alla larga dai flashback come facili espedienti narrativi (con l'eccezione di quello sulla giovane Cersei nel primo episodio della quinta stagione), ma ora potremmo vedere scampoli di un passato significativo, ottenere rivelazioni e ammirare affascinanti elementi di backstory attraverso l'esperienza diretta di Bran. E, chi lo sa, il suo potere crescente potrebbe anche rafforzare il legame tra i fratelli Stark e i loro metalupi...
9. L'incognita Davos
L'umile, leale e amabile Lord Seaworth è un dei personaggi più belli delle Cronache del ghiaccio e del fuoco. Lo show però gli ha riservato una sorte diversa rispetto ai romanzi di Martin, almeno in questa fase: nei libri è impegnato in una pericolosa e delicatissima missione diplomatica che si svolge fuori campo. Ma se qui non ci fosse stato nulla in serbo per Davos, l'avremmo visto morire al fianco del signore cui è sempre stato devoto; e invece Davos sembra destinato a sopravvivere a Stannis, insieme all'odiata Melisandre, che ha per lui anche l'amarissima notizia della morte di Shireen, forse l'unica cosa che possa obliterare la sua devozione nei confronti di Stannis. Ci sono forse le condizioni perché resti a dare man forte ai Guardiani della Notte a Castello Nero, ma Davos ha una famiglia nelle Terre della Tempesta e piuttosto che prendere il nero potrebbe scegliere di tornare a casa per proteggerla. A meno che la sua missione non sia quella di salvare e proteggere un altro innocente in nome di Shireen.
10. Una canzone per Jon Snow
E siamo arrivati al punto cruciale. L'evento che ha seminato angoscia e disperazione tra gli increduli spettatori di uno show che, ancora una volta, sacrifica in maniera incredibilmente sbrigativa e brutale uno dei personaggi più amati. Jon Snow è morto, l'abbiamo visto pugnalato cinque o sei volte, l'abbiamo visto cadere e quasi trasfigurare nella morte, le pupille dilatarsi, una pozza di sangue allargarsi nella neve. Jon Snow è morto eppure nessuno sembra voler credere che la sua sia una vicenda chiusa per davvero. Ecco, non ci crediamo neanche noi. Perché c'è un limite alla misura in cui si può depistare il proprio pubblico; e se quella di Jon fosse una morte, come dire, "definitiva", questa misura si passerebbe abbondantemente. E' vero che nei libri gli elementi che alludono a Jon Snow come a un personaggio destinato a giocare un ruolo alla fine dei giochi sono più che nella serie (infatti molti pensano che Jon potrebbe tornare solo nei libri di Martin pur avendo salutato per sempre lo show), ma certamente non mancano nella serie elementi che fanno pensare non solo all'importanza di Jon nella futura battaglia per Westeros, ma anche ad una vera e propria resurrezione.
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La resurrezione non è un tema nuovo ne Il trono di spade: ci sono gli zombi al servizio degli Estranei; adesso c'è Ser Robert Strong. Ma se ricordate la terza stagione dello show, c'è anche un uomo morto e risorto più volte, eppure rimasto in possesso di buona parte delle sue facoltà, grazie al potere del Dio della Luce R'hllor: Lord Beric Dondarrion, il cavaliere della Saetta spedito nelle Terre dei fiumi in missione proprio contro Gregor Cleagane da Eddard Stark, e poi divenuto leader della Compagnia senza Vessilli. All'ultima resurrezione di Lord Beric, dopo la sconfitta nel processo per combattimento ai danni del Mastino, abbiamo assistito con i nostri occhi. E una certa Lady Melisandre, sacerdotessa di R'hllor, capitò proprio in quei paraggi per impossessarsi del sangue reale di Gendry e colse l'occasione per fare una chiacchierata illuminante con Dondarrion e con l'autore dell'incredibile cimento, il suo correligionario Thoros di Myr.
Ora, nei romanzi non c'è alcun incontro tra Mel e Thoros. C'è, anzi, tutto un altro subplot che implica la rinuncia di Lord Beric al suo privilegio affinché Thoros possa riportare in vita un altro personaggio - un personaggio rimasto defunto nella serie, e che tale è destinato a rimanere, ma che nel romanzo A Feat for Crows ritrovavamo come nuovo leader della Compagnia. Ma tagliata questa storyline (a questo punto non solo per una questione di semplificazione), a cosa sarebbe servito introdurre Lord Beric e la Compagnia, a parte per il breve soggiorno di Arya e del Mastino, se non a fornire a Melisandre gli elementi per tentare la stessa impresa di Thoros? La morte di Jon contiene elementi - l'oscurità, il ghiaccio, il sangue - che sembrano annunciarne un altro: la luce, il fuoco. E' nel fuoco che risiede il potere di Melisandre, la speranza per un ritorno dalla morte che potrebbe essere una rinascita perché Jon possa assumere perfino un ruolo diverso, libero dai voti della Guardia della Notte.
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Abbiamo forse il "come", quanto al "perché" non dobbiamo spiegarvi noi le ragioni per cui questo show non può fare a meno di Jon Snow. Le avrete già contemplate nel profondo del vostro sconforto. Narrativamente la storyline del bastardo di Grande Inverno è stata un investimento troppo ingente perché possa concludersi così, è stato in primo piano sin dal pilot: ricordate le parole di Ned, "La prossima volta che ci vedremo, parleremo di tua madre.". Nei romanzi gli indizi sulle origini di Jon Snow sono certamente più cospicui che nel serial, ma non sono mancati, soprattutto in questa quinta stagione (li avrete colti se siete fan irriducibili della Cronache). Il mistero della sua nascita - il fatto inspiegabile che un uomo che mette l'onore sopra ogni cosa come Eddard Stark abbia avuto un figlio fuori dal matrimonio - è troppo importante per cadere nel vuoto, o per essere affrontato senza che l'interessato sia in vita. In più, Melisandre - che non è il personaggio più simpatico della nostra storia, ma è uno dei pochi a tenere sempre presente la gravità della minaccia degli Estranei oltre la Barriera - credeva che Stannis fosse la reincarnazione dell'eroe della Lunga Notte, Azor Ahai, il campione dell'umanità contro il nemico che viene da Nord. Ma noi abbiamo visto ben prima di lei - l'abbiamo visto ad Aspra dimora - che questo campione non è Stannis Baratheon.
"Cerca di non preoccuparti, Olly. Sono anni che mi preoccupo per Jon. Alla fine ritorna sempre."
Infine, questa non è una storia come le altre, è una storia che, dai primi vagiti, è sempre andata oltre i limiti che gli altri non superano. Ci ha condotto in luoghi da cui non è normalmente concesso tornare, o da cui si torna cambiati, irrimediabilmente profanati, ma ben più coscienti del proprio destino.
Forse, questo sì è possibile, non accadrà nella sesta stagione, e dovremo attendere quella conclusiva. Jon Snow è morto, ma Jon Snow è la canzone del ghiaccio e del fuoco. State pronti ad ascoltarla.