Imponente, costosissimo e corale, l'adattamento per il piccolo schermo di Il trono di spade (o Game of Thrones), primo capitolo dell'ammiratissima serie di romanzi fantasy di George R.R. Martin, approda anche in Italia grazie a Sky Cinema 1. Le lotte per la conquista del potere mettono in ombra l'elemento fantasy concentrando l'attenzione sugli animi di una miriade di personaggi, tra questi colui che siede sull'ambito trono: l'ubriacone, deluso, amareggiato re Robert interpretato da Mark Addy, che nel corso del nostro incontro ci restituisce un ritratto poco edificante del suo personaggio.
Come sei arrivato a Game of Thrones?
Mi avevano spedito queste due scene, che è il massimo che ti mandano perché temono che finiscano su internet: erano giusto un paio di estratti per lasciarmi intuire che tipo di parte aspettarmi. Quello che ho letto mi è bastato per capire che quella era un'ottima sceneggiatura, anche se così fuori dal contesto non hai sufficienti informazioni per comprendere la storia, ma era così intrigante che ho pensato "se non mi danno la parte vado a comprarmi i libri per vedere cosa succede". I romanzi sono magnifici e ti danno una dimensione precisa di quanto accade e di quanto siano eccezionali tutti i personaggi. In più, mi sono incontrato con David Benioff, il creatore della serie, e con Timothy Van Patten, il regista dell'episodio pilota, e mi hanno spiegato come volevano il mio personaggio.
Con tutto quel materiale a disposizione alla fine finisci per diventare esattamente la persona di cui l'autore, George R.R. Martin, ha scritto così accuratamente, questo proprio perché quello che ti serve per delineare la parte è tutto lì. Per esempio il fatto che ci siano due eredi Targaryen sopravvissuti in grado di cambiare la faccia della Terra e Robert, il mio personaggio, pensi semplicemente e in modo puramente egoistico di liberarsene. Tutte le decisioni che sta prendendo sono in funzione di quella piccola cosa che lo fa impazzire, il suo matrimonio.
Sarebbe a dire?
Il fatto è che gli fu consigliato di sposare Cersei perché proveniva da una famiglia incredibilmente ricca e influente e in grado di finanziare qualsiasi guerra si profilasse all'orizzonte. Salta fuori che Cersei Lannister è l'erede di una dinastia molto più assetata di potere di quanto chiunque avrebbe potuto pensare, che non fa altro che cospirare per ottenere il trono. Le persone che circondano il re e dovrebbero consigliarlo per il meglio in realtà pensano solo a sè stessi e lo tradiscono, gli chiedono di prendere decisioni per il bene del regno ma in realtà tutto quello che vogliono sono vantaggi personali e occasioni per salire la scala del potere. Partire con la costruzione del personaggio che devi interpretare con tutte queste informazioni a tua disposizione ti permette di avere un quadro chiaro e completo.
Un quadro non molto bello...
Infatti, ma molto spesso le persone prendono decisioni credendo di fare il bene anche per gli altri. Che so, rimuovendo un tiranno dal suo trono si illudono che la vita sarà meglio per tutti anche se per farlo fuori tante persone rimarranno uccise. Solo alla fine viene da chiedersi: sarebbe stato meglio o peggio lasciarlo lì, chi ha deciso di eliminarlo ha fatto la cosa giusta? Gli errori più grandi possono essere perpetrati con le migliori intenzioni nei confronti dell'umanità e questo vale per il mondo reale quanto per quello di Martin.
Il mio look credo sia quello che ha decretato il cambiamento maggiore tra me stesso e il mio personaggio. C'è qualcosa relativa all'aspetto generale e ai costumi che ti permette di sentirti il personaggio. Quei vestiti, il mantello pesanti e la pelle ti aiutano ad acquisire peso - non che ne avessi bisogno -, ma ti fanno sentire più solido e massiccio.
Qual è il motivo trainante della serie? Il trono di spade gira tutta attorno al desiderio della gente di avere il potere, e come può cambiare e corrompere. Prendiamo Robert per esempio, ormai lui stesso si sente una sorta di tiranno pazzo, ma qualcuno deve pur mantenere il comando. Non è una passeggiata per lui, che detesta le questioni burocratiche, e la situazione non è l'ideale neanche a livello politico. Si sente circondato solo da nemici e adulatori. Non è una posizione confortevole la sua, essere sul trono così è un calvario per lui: si rende conto troppo tardi di avere tutti questi nemici ed è una vera beffa perché lui è re controvoglia.
Cosa ne pensi della saga?
I libri sono fenomenali per come riescono a mostrare il punto di vista di cinque o sei personaggi semplicemente saltando da un punto di vista all'altro, in questo modo riesci a sapere tutto di Tyrion come di Jaime o di Ned: è un modo straordinario per raccontare le persone e le storie, un'opera eccezionale e credo che nessuno oltre quelli di HBO avrebbero potuto rendergli onore, e sostenere delle spese così alte - perché una produzione del genere le impone - anche in relazione al numero di personaggi. Basti pensare che ognuno va vestito con costumi che non puoi comprare in un negozio qualsiasi. Insomma, un progetto estremamente ambizioso.
Quanto ha partecipato l'autore della saga, Martin, alla trasposizione?
Non era sul set tutti i giorni, ma era sempre reperibile. Io personalmente non gli ho fatto domande specifiche sui personaggi ma mi interessava il fatto che si sia documentato estesamente sulla Storia medievale e soprattutto sulla Guerra delle Rose. È venuto anche a Malta e lo vedevamo guardare affascinato gli attori truccati e vestiti come i personaggi da lui creati.
Eh, no. O forse sì! Martin riesuma la Guerre delle Rose, delle famiglie di York contro Lancaster, è affascinante che uno scrittore di fantasy americano si sia studiato così approfonditamene la Storia inglese per creare trame come quella di Il trono di spade, per esplorare la lotta per il potere di due grandi e potenti famiglie.
Mark, tu e Sean che rapporto avete nella serie?
Interpretiamo due individui che si conoscono sin da piccoli e che sono cresciuti insieme. Assieme sono diventati soldati e assieme hanno portato avanti una ribellione che ha creato un vuoto di potere di cui poi hanno colmato lo spazio. Con gli anni molte cose sono cambiate ma tra i due c'è ancora fiducia, per cui se Ned può ancora permettersi di dire al suo amico le cose in faccia, agli altri proprio non conviene rischiare la pelle contraddicendo il re.