Disponibile per lo streaming dal 29 ottobre, Il tempo che ti do è una nuova produzione Netflix che spicca per il suo essere la prima serie tv del catalogo a sperimentare il formato breve, con episodi di soli undici minuti di lunghezza. Lo show porta sullo schermo la storia d'amore tra Lina e Nico, mostrandoci da un lato come i due ragazzi si incontrano e si innamorano, dall'altro come superano la loro rottura. Due linee temporali alle quali viene dedicato uno spazio preciso degli undici minuti a disposizione: man mano che si procede con la narrazione, infatti, il presente prende il sopravvento sugli eventi passati. Come vedremo nella nostra recensione de Il tempo che ti do, scritto e co-prodotto da Nadia de Santiago, anche interprete di Lina, la serie permette allo spettatore di rispecchiarsi in un sentimento che tutti, almeno una volta nella vita, hanno provato. Ma anche a realizzare che, per quanto possa essere dura, superare una rottura è solo una questione di tempo.
Ogni giorno un minuto in meno
Lina e Nico sono due ragazzi come tanti altri, che come tanti altri si incontrano per caso, finiscono per innamorarsi e alla fine, purtroppo, per lasciarsi. Noi però li conosciamo già arrivati al capolinea del loro amore, quando ormai hanno preso entrambi due strade diverse. La storia di Lina (Nadia de Santiago) e Nico (Álvaro Cervantes) ci viene raccontata seguendo due linee temporali differenti: quella del presente e quella del passato. Nel presente Lina è ancora ossessionata dal ricordo di Nico mentre nel passato vediamo come i due giovani, prima follemente innamorati, inizino pian piano ad allontanarsi fino ad arrivare a una separazione definitiva. Man mano che procede la narrazione, però, il presente prende il sopravvento sugli eventi passati e osserviamo Lina riprendere il controllo della propria vita. Lo fa decidendo di pensare ogni giorno un minuto in meno al suo vecchio amore, con l'obiettivo di poterlo dimenticare. Difatti, la particolarità de Il tempo che ti do, risiede nel fatto di essere composto da brevi episodi che ci portano a viaggiare nel tempo, dedicando via via sempre più spazio alla rinascita della protagonista. Nel primo episodio, ad esempio, trascorriamo un minuto nel presente e dieci nel passato, e in ogni episodio ci viene mostrato un minuto in meno del passato e uno in più del presente, mentre accompagniamo Lina in questo processo per riscoprire se stessa e dimenticare Nico.
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Il tempo cura ogni ferita
Quella raccontata ne Il tempo che ti do è una storia universale, una storia nella quale chiunque, in misura maggiore o minore, può identificarsi. Proprio alla luce di questo, appare chiaro come l'obiettivo della serie sia quello di mandare un messaggio agli spettatori, soprattutto a coloro che si trovano nella medesima situazione dei protagonisti. Superare la fine di una storia d'amore, per quanto difficile possa sembrare, è solo una questione di tempo; inizialmente vediamo Lina ossessionata dal ricordo di Nico e dal pensiero di ciò che avrebbe dovuto o non dovuto fare ma, via via che i giorni passano, il momento presente prende il sopravvento e la nostra protagonista riconquista il controllo sulla propria vita, compiendo importanti scelte a livello personale e professionale. Molto importante è anche il fatto che, nello show, Lina e Nico vengono messi sullo stesso piano: non esistono colpevoli, non esiste un vero responsabile della fine della loro storia. Esiste solo una coppia che si è molto amata ma che alla fine non è stata più in grado di rimanere unita a causa delle circostanze esterne o di obiettivi di vita non più conciliabili. Tutto questo aiuta ad accettare e a normalizzare eventi anche molto dolorosi come quello di una rottura.
11 minuti sono troppo pochi?
Per quanto l'inedito formato breve della serie rappresenti sicuramente una scelta originale e interessante, forse 11 minuti a episodio rimangono comunque troppo pochi per poter approfondire determinati aspetti. Come abbiamo già detto, le emozioni messe in campo sono realistiche e permettono a chi guarda di riconoscersi in esse. Ciò con cui però è difficile entrare in empatia sono gli attori protagonisti; questo perché il poco tempo a disposizione non permette un approfondimento adeguato dei personaggi dei quali sembra sempre di conoscere troppo poco. Un aspetto che, una volta conclusa la visione dei dieci episodi, lascia lo spettatore con una fastidiosa sensazione di incompletezza.
Conclusioni
Come abbiamo visto nella nostra recensione de Il tempo che ti do, la serie tv spagnola scritta e interpretata da Nadia de Santiago si presenta con un formato del tutto inedito: 10 episodi della durata da 11 minuti ciascuno. Nonostante la brevità delle puntate, le emozioni messe in campo permettono allo spettatore di riconoscersi in esse e di normalizzare il processo di elaborazione di un dolore intenso come quello della fine di una storia d’amore. Allo stesso tempo, però, 11 minuti sembrano forse un po’ troppo pochi per permettere l’approfondimento dei personaggi principali, dei quali avremmo voluto sapere un po’ di più.
Perché ci piace
- Inedito e interessante formato breve.
- Una storia nella quale è facile riconoscersi.
Cosa non va
- Scarso approfondimento dei personaggi.