Ci è voluto un po' per dare senso ed equilibrio a una stagione produttivamente eloquente ma narrativamente frastagliata. A due episodi dalla fine, come avremo modo di analizzare in questa recensione del sesto episodio de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, la serie targata Prime Video mostra però di nuovo e finalmente i muscoli. E lo fa serrando i ranghi attorno al fronte più utile e importante, riducendo al contempo la lunghezza di due comparti narrativi per arrivare a un'attesa commistione della storia, alla necessaria stretta di una delle forbici del racconto. Niente Straniero e Pelopiedi, questo giro. Nessun nuovo siparietto nano-elfico tra Durin ed Elrond, o cava o forgia o bosco che sia. Il sesto episodio degli Anelli del Potere è tutto dedicato ad Arondir, Bronwin e Theo, al loro arrocco tra le fidate mura di Ostirith e al prossimo assedio degli orchi guidati da Adar. Certo, il mare stretto sta conducendo nella Terra di Mezzo anche le grandi navi numenoreane, cariche di 500 valorosi guerrieri e con Galadriel, Halbrand, Elendil e Isildur e guidarli, ma la guerra e l'ombra oscura di Sauron sono pronte a ricadere sulle Terre del Sud e cambiare per sempre il destino del mondo, ed è qualcosa che merita in effetti un intero episodio dedicato.
Sul campo di battaglia
Altro cambio di regia dopo Juan Antonio Bayona e Wayne Che Yip. Alle redini di quello che possiamo serenamente definire l'episodio finora più importante degli Anelli del Potere troviamo infatti Charlotte Brandstorm, apprezzata regista televisiva già dietro a diverse puntate di The Outsider, The Witcher, Outlander e Jupiter's Legacy. Una woman of action che sa gestire con uguale calibro introspezione psicologica e battaglie, lavorando per altro molto bene nel genere. Scelta saggia per un episodio dove i confronti sul campo sono numerosi, sia violenti che personali. Se l'attesa è quella di un grande asserragliamento in stile Fosso di Helm, ricredetevi: c'è la declinazione in piccolo di uno scontro che non poteva essere per forza di cose più grande di così. Orchi contro umani, insomma, con uno scaltro elfo ad aiutare i secondi, avendo i primi in testa all'esercito il misterioso Adar, figura enigmatica di cui però si scoprono finalmente i primi e interessanti dettagli. Essendo una puntata molto focalizzata sui combattimenti o sulla strategia "popolana", il sesto episodio de Gli Anelli del Potere calca la mano sulle agili doti di Arondir e sulla forte leadership di Bronwin, legando ancora di più i due personaggi. Si fa però ancora fatica ad affezionarsi, anche se showrunner e scrittori tentano in ogni modo di stuzzicare empatia ed emozioni. Molto meglio quando imbracciano un arco o brandiscono un'ascia, specie perché - in contesto - la Brandstorm ha una discreta mano per la narrazione degli scontri. Al contrario, un confronto tra due personaggi - di cui taceremo i nomi per ora - ci è invece parso tra i più intensi e rimarchevoli della stagione finora, con una precisa costruzione dialogica, pause perfette e giustificate, botta e risposta centrati ed efficaci. Una vera gioia.
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La prime risposte
Pur essendo presentato come un episodio in qualche modo "chiuso", comunque, con tanto di esclusione di due fronti, in verità la sesta puntata sancisce un sensibile passo in avanti nell'economia dell'intreccio totale. Si potrebbe addirittura pensare che tutto quanto facesse parte di un ben congeniato piano stagionale di J.D. Payne e Patrick McKay, quasi fosse un furbo antenato di un inganno sauroniano. Già perché, distraendoci con mille domande, gli showrunner sono riusciti a ridimensionare ai nostri occhi la più importante di tutte: qual è il fine della strana spada trovata da Theo? Che sia magica e legata al Signore Oscuro è indubbio, ma perché è così importante? E perché Adar vuole impossessarsene a tutti i costi?
Se è di risposte che avevate bisogno, a quota sei del Signore degli Anelli di Amazon Prime Video le troverete. Forse non quelle che desideravate - non ancora - ma quelle necessarie. In questo senso, quando gli ingranaggi cominciano infine a girare, lo scatto d'epica che s'innesca è straordinario, mettendo anche in risalto la qualità del tempo che la serie ha voluto impiegare per arrivare a questo punto di non ritorno. Si va letteralmente a monte delle origini dei mali della Terra di Mezzo post-Morgoth, mettendo in scena una sequenza incisiva e spettacolare da cui è impossibile non lasciarsi travolgere. La grandeur dell'evento è cataclismatica nella geografia del racconto e appare davvero come una fine dell'inizio per la serie, il momento che stabilisce un prima e un dopo. Sono ancora tante le questioni da risolvere e forse persino più lunga la strada da percorrere per arrivare all'Ultima Alleanza tra Umani ed Elfi. I problemi non mancano e la perfettibilità non deve essere un'opzione ma un obbligo, eppure ribolle adesso più che mai la volontà di incamminarci con più ottimismo e consapevolezza in questo fantastico viaggio seriale nell'Arda.
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Conclusioni
Un sesto episodio degno di nota, questo de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere. Foriero di un lungo momento di grande epica visiva, il terzultimo appuntamento con la prima stagione della serie Prime Video porta con sé le prime ed essenziali risposte per l'economia del racconto, chiuso attorno a una "piccola" battaglia tra orchi e umani pronta a scatenare l'inferno sulla Terra di Mezzo. Come spiegato nella recensione degli Anelli del Potere 1x06, la serie sembra arrivata alla fine dell'inizio, a un essenziale punto di non ritorno. Attendiamo dunque fiduciosi il dittico conclusivo.
Perché ci piace
- La regia in action di Charlotte Brandstorm.
- La grande caratura epica di fine episodio.
- Un preciso confronto della puntata, ottimamente costruito e recitato.
Cosa non va
- C'è ancora da lavorare su emozione ed empatia