Ne Il sesso degli angeli che lo riporta in sala dal 21 aprile, Leonardo Pieraccioni interpreta Don Simone, prete di una piccola parrocchia di provincia alle prese con una situazione finanziaria disastrosa almeno fino a quando non scopre di aver ereditato dall'eccentrico zio Waldemaro una attività molto remunerativa in Svizzera. Grande sarà la sorpresa quando scoprirà che si tratta di una casa chiusa; il dilemma tra accettarla e risolvere una volta per tutte i problemi economici della sua chiesetta, e rifiutarla in nome dei principi etici e religiosi che lo hanno portato ad abbracciare la vita sacerdotale, lo metteranno di fronte a una profonda crisi spirituale, il motore dell'intera vicenda. "Ho raccontato l'amore, le incertezze, adesso racconto preti, babbi e forse tra vent'anni i nonni", scherza durante la presentazione del film.
La genesi del film e la scelta del cast
L'idea de Il sesso degli angeli scritto insieme a Filippo Bologna in realtà arrivò mentre era al lavoro su un'altra storia: "In un momento così particolare del cinema italiano, l'idea di un prete che eredita un bordello in Svizzera mi sembrava un tantino più sfiziosa. Così iniziammo a scrivere una storia diversa. Ci piaceva raccontare i primi bilanci che si fanno alla mia età. Quando cominci a intravedere la pensione - spiega Pieraccioni- ti domandi se hai fatto bene o male, e ci divertiva molto farlo chiedere al mio personaggio, certo... aiutato dal diavolo strepitoso di Ceccherini che lo mette davanti a questa prova ardua, una sfida che si porta dietro l'altro tema del film: la redenzione".
Diversi gli incontri con il direttore di alcune case chiuse in svizzera, dai quali - non esita a rivelare - emergeva sempre un dato: "Tutte le ragazze che ci lavorano hanno un piano B, sia quelle a cui viene naturale farlo, sia quelle che lo fanno per mettere soldi da parte e fare qualcosa d'altro".
La scelta del cast? Di Marcello Fonte, che nel film interpreta il fedele sagrestano Giacinto, si è innamorato follemente dopo averlo visto in Dogman. "Quando l'ho chiamato per incontrarlo mi disse che non era capace di fare la commedia", ma riuscì a convincerlo: " 'Tu hai tutti i colori che un attore bravo, spontaneo e luccicante come te può avere', gli dissi e così ci incontrammo. Si presentò con un giubbotto comprato in America con i paperini che parlavano tra di loro. A quel punto mi sono detto: 'È un matto come me'. Se avessi chiamato un comico puro avrebbe fatto quel personaggio come lo avrei interpretato io, invece Marcello ha fatto una performance sospesa, un po' come lui. Mi divertiva poi il fatto che ciò che per Don Simone è l'inferno, per Giacinto è il paradiso". Doveva essere un "personaggio divertente e affascinante" invece quello di Sabrina Ferilli, la maitresse della casa chiusa, qui alla sua prima volta sul set con Pieraccioni: "Leonardo mi piace, ha un suo stile, ha una vena molto romantica, fa commedie eleganti. Ho il letto copione, ma ho dato la mia adesione prima alla persona che al regista che conoscevo", dice l'attrice.
Il sesso degli angeli, la recensione: Sulla via del moralismo
I limiti del politicamente corretto
Celibato ecclesiastico, prostituzione e redenzione sono i temi messi alla berlina tra una risata e l'altra. Ma sul politicamente corretto Pieraccioni ha le idee chiare: "In passato abbiamo sicuramente esagerato, ma adesso lo stiamo facendo in senso opposto. Prima eravamo troppo pecorecci, una battuta de Il ciclone oggi sarebbe stata impensabile, ma le battute vanno contestualizzate. Non possiamo ignorare il fatto che ci sia un linguaggio naturale, se ascoltassero le nostre chat ci metterebbero in galera. Se al posto di una parola un po' più colorita usassimo un sinonimo italiano non riderebbe più nessuno, diventa volgare quello che non fa ridere, se fai battuta brutta la gente non ride. Ma fra anni tutto si stempererà".
Il rapporto con la fede, le case chiuse e il celibato ecclesiastico
Il suo rapporto con la fede? "Sto tra San Tommaso e Margherita Hack, una donna geniale. Credo potrebbe finire in un grande boh, ma se mi si presentasse Dio davanti, mi butterei in ginocchio e gli dire: 'Ci ho sempre creduto, mettimi ai piani alti dove ci sono il mio babbo e mio nonno".
E di una cosa si dice certo: "I preti si devono assolutamente sposare e sono favorevole alla riapertura delle case chiuse. I politici non sono seri sulla questione. Parlando con il direttore di un bordello svizzero, una volta mi disse: 'Spesso sono stato chiamato a Roma per parlarne, ma ogni volta trovavo una persona diversa. Una volta c'era uno, la volta dopo un altro e così ho lasciato perdere'. Si dice spesso che 'in Italia c'è il Vaticano e non si vuole fare nulla', ma è una roba antica!". Anche Ferilli è d'accordo: "Ci troviamo come sempre davanti alla grande ipocrisia di questo paese. Se c'è la prostituzione va tutelata, altrimenti non dovrebbe nemmeno esserci, ma non rientra tra le professioni che il buon costume ritiene giusto regolamentare. C'è sempre una doppia o tripla morale, ma se questo mestiere se fosse legalizzato le ragazze oggi per strada non sarebbero più vittime della criminalità".