Si dice spesso che l'aereo sia, contrariamente a quanto si pensi, uno dei mezzi più sicuri per viaggiare, statisticamente parlando. Questo ovviamente non vale se si finisce nel bel mezzo di un dirottamento aereo. Come dite, un evento più unico che raro? Vero, anche se negli anni '70 in Colombia era molto frequente da parte di rivoluzionari che volevano essere portati a Cuba. Tanto che uno di essi, entrato nella Storia, durò ben 55 ore attraversando sei Stati diversi. Proprio di questo parleremo nella recensione de Il sequestro del volo 601, in streaming e in Top 10 su Netflix.
Una trama in ostaggio tra le nuvole
Anche la trama de Il sequestro del volo 601, come spesso sta capitando ultimamente su Netflix, è tratta da una storia vera. Quella tanto comicamente surreale quanto drammaticamente tangibile del dirottamento più lungo e periglioso di sempre. Il volo Aerobolivar 601 doveva essere un normale e tranquillo viaggio di linea ma presto si trasforma in un incubo apparentemente senza fine quando due rivoluzionari armati, El Toro (Alian Devetac) e Borja (Valentin Villafañe), prendono possesso del mezzo, intimando al pilota Richard Wilches (Christian Tappan), al suo secondo alla prima esperienza Guillermo Luís Lequerica (Johan Rivera) e ai passeggeri di assecondare le loro richieste. A fare la differenza sarà l'assistente di volo Edilma Perez, detta Edie (Monica Lopera), che dovrà gestire la delicata situazione insieme all'amica e collega Bárbara Gallo (Angela Cano) e alla nuova assistente di volo inesperta e terrorizzata Marisol (Ilena Antonini). La richiesta di riscatto? La liberazione di prigionieri politici e il pagamento di 200.000 dollari da parte del governo colombiano, che però si rifiuta di collaborare. A quel punto entrano in gioco il nuovo manager della compagnia aerea, l'Ingegner Pirateque (Enrique Carriazo) e la sua segretaria, ovvero la responsabile delle assistenti di volo Manchola (Marcela Benjumea). Riusciranno a trovare un accordo coi dirottatori?
Punto di vista femminile
Il punto di vista con cui ci viene raccontata la storia vera (romanzata) de Il sequestro del volo 601 è quello di Edie, l'assistente di volo madre single di quattro figli che fatica ad arrivare a fine mese e soprattutto è un totale disastro. Impossibile quindi non immedesimarsi con i suoi piccoli grandi drammi quotidiani, prima che arrivi il più grande e inaspettato della sua vita. Impossibile non comprenderla anche quando sceglie di andare contro tutto e contro tutti e recarsi su quel volo maledetto pur di mantenere il posto di lavoro e provare a ristabilire l'ordine, poiché i passeggeri vengono prima di tutto. Non prima del benessere dei suoi figli, è chiaro, ma è proprio per loro che sta decide di compiere questa follia.
Mónica Lopera è davvero brava a dipingere tutte le mille sensazioni che attraversano il corpo e il volto dell'assistente di volo, utilizzando un linguaggio del corpo quasi slapstick e un'espressione facciale tra il divertito e il rassegnato. La serie offre uno sguardo sulla situazione delle hostess all'epoca, vittime di sessismo da parte non solo dei direttori uomini e dei piloti, ma anche dalle colleghe e responsabili donne, come Manchola, che ricorda costantemente a tutte le sue dipendenti come per fare quel mestiere non debbano mettere su famiglia. L'ennesima storia del passato che strizza potentemente l'occhio all'attualità, quando in alcuni posti di lavoro ci sono ancora discriminazioni.
Salvati dall'inettitudine umana
La forza principale della serie Netflix sta nella caratterizzazione dei personaggi, che a volte vira sul farsesco e sul macchiettistico. Da subito tutti - dirottatori compresi - ci vengono presentati come se non sapessero fino in fondo ciò che stanno facendo ma continuano a farlo un po' per inerzia, un po' per dimostrare agli altri il proprio valore e le proprie intenzioni. Uno spaccato veritiero e tragicomico dell'inettitudine umana, soprattutto di fronte ad eventi peculiari come questo. Non siamo dalle parti di Hijack e nemmeno da quelle di Pan Am: ciò che sceglie di mettere in scena il serial è la tragicommedia della vita, utilizzando regia e montaggio profondamente serrati e dinamici che volutamente fanno a pugni con l'ironia che coinvolge la situazione e i personaggi e prova ad alleggerirne il tono.
A partire dai sequestratori fino al nuovo manager della compagnia, preoccupato per la propria goffa scalata al potere, e alla sua segretaria, che abusa del proprio ruolo: tutte persone che da una mano ricevuta si vogliono prendere tutto il braccio. Gli escamotage delle assistenti di volo ci ricordano come spesso "necessità faccia virtù" e allo stesso tempo le rimostranze dei passeggeri strizzano l'occhio ad altri eventi storici che denunciarono le differenze di classe come l'affondo del Titanic. Per ricordarci che la vita è una ruota e non sempre gira a nostro favore.
Conclusioni
Abbiamo parlato del dirottamento più lungo della storia nella recensione de Il sequestro del volo 601, la serie Netflix che riesce ad equilibrare tensione narrativa e tragicommedia del racconto attraverso una caratterizzazione dei personaggi sopra le righe. Una storia vera raccontata in modo ironico e familiare per farci sorridere amaramente di una situazione in cui non vorremmo mai trovarci. Lode ai personaggi femminili e alla "storia nella storia" delle assistenti di volo, a partire dalla protagonista Edie, eroina per caso in una situazione impossibile.
Perché ci piace
- Mónica Lopera e la sua Edie.
- La parentesi storica sulla discriminazione tra le assistenti di volo.
- Il montaggio serrato mescolato all’ironia per spezzare la tensione…
Cosa non va
- …che qualcuno potrebbe non apprezzare come scelta stilistica, preferendo un thriller nudo e crudo.
- I personaggi sopra le righe, quasi grotteschi e macchiettistici, potrebbero infastidire.