Per il suo terzo film da regista Alessandro Gassmann ha optato per una commedia, un genere in cui si era cimentato finora soltanto da attore. Come mai questa scelta? "La vita è una commedia perché porta al suo interno risate e malinconia, gioie e dolori. Le commedie che amo di più sono proprio quelle in cui riconosco una ricerca di verità". E ne sottolinea i tratti autobiografici: "Questo film mi ha consentito di intraprendere il viaggio che avevo sempre sognato di fare. Molti umori e tanti rapporti interpersonali si rifanno a passaggi della mia infanzia e della mia gioventù".
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Per il ruolo dello scrittore Giovanni Passamonte Gassmann si è affidato ad un amico di sempre di suo padre Vittorio. "La ricerca della figura paterna è stata piuttosto semplice. Avevo bisogno di un attore che conoscesse l'argomento, un interprete di grandissimo successo, un profondo conoscitore dei rapporti interpersonali della mia famiglia". Per Gigi Proietti era importante non fare imitazioni ma ammette di non aver avuto dubbi prima di accettare la parte. "Questa sceneggiatura ha avuto varie versioni ma mi ha interessato da subito. Sono stato un grande amico di Vittorio e conosco Alessandro fin da bambino. Quando citò me e Carmelo Bene come gli artisti più promettenti della nuova generazione mi sentii estremamente gratificato. Quando si è giovani è fondamentale che qualcuno di importante come lo era lui creda in te".
Ma quanto c'è di vero nel film Il premio? "Ci sono molte cose che mi riguardano, tanti viaggi", ci racconta Gassmann: "Mio padre guidava molto male ma aveva delle auto potenti, per questo mi offrivo sempre di guidare al posto suo. I nostri viaggi erano caratterizzati da silenzi pieni di parole. Nel privato mio padre parlava poco, soprattutto quando lo stato etilico rasentava lo zero. Ma come tutti i geni diceva delle verità in maniera molto netta. Queste sono le maggiori similitudini tra il film e la realtà".
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Il padre dei sogni
A chi gli chiede se era arrivato il momento di chiudere i conti artistici con il padre, Gassmann risponde: "Non credo, mi auguro che non accada mai. Gli artisti come lui fanno parte della formazione culturale di questo Paese. E' mio dovere ricordarlo e lo faccio volentieri". Quanto ad Anna Foglietta, lei è orgogliosa di essere stata la figlia di Gigi Proietti anche solo per qualche mese: "Forse il mio padre biologico sarà geloso ma io avrei pagato per avere un padre come Proietti. Lo ammiro da sempre. Che onore".
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