Viviamo in un mondo complicato, in cui avere ciò che si desidera è impresa piuttosto ardua. Ancora più difficile, a volte, anche soltanto capire cosa si vuole fare della propria vita e cosa si vuole ottenere da essa, travolti da stimoli, schiacciati da imprevisti e trascinati da una corrente che non ci lascia molti margini di intervento per spingere nella direzione che più ci aggrada una vita che è un insieme confuso, incasinato e imprevedibile di avvenimenti.
Eppure c'è chi riesce ad avere tutto sotto controllo. O almeno avere l'illusione che sia così. Qualcuno che ha la ferma intenzione di programmare la propria vita e, perché no, cercare di controllare in un modo o nell'altro anche quella del prossimo. Qualcuno come la Maggie che con il suo piano dà il titolo all'ultimo lavoro di Rebecca Miller, che torna a Berlino nella sezione Panorama del Festival tedesco (c'era già stata nel 2005 per presentare La storia di Jack e Rose) con il suo quinto lavoro, Maggie's Plan.
La scelta di Maggie
La Miller, che è anche autrice della sceneggiatura del film, mette in chiaro fin da subito qual è l'atteggiamento di Maggie nei confronti della vita: già nel primo dialogo del film, col suo amico di sempre Tony, la ragazza spiega di aver deciso di fare l'inseminazione artificiale perché sente che è arrivato il momento di essere madre, ed ha deciso di procedere da sola perché l'esperienza le dice che non è in grado di portare avanti una relazione per più di sei mesi. Il prescelto è un tale Guy, amante della matematica che ha fatto fortuna con un'azienda che produce cetrioli, ma la vita le mette i bastoni tra le ruote con i suoi imprevisti: a causa di un errore con gli assegni degli stipendi, entra in contatto con un collega insegnante di antropologia dal nome molto simile al suo. John, questo il nome dell'uomo, sta scrivendo un romanzo che sottopone a Maggie, creando tra i due la giusta alchimia, che sfocia in una storia d'amore che ferma la ragazza proprio mentre sta procedendo con l'inseminazione artificiale, dando il via ad un complicato intreccio sentimentale che porta via John dalla moglie Georgette, per poi creare intricate dinamiche tra i tre.
Goffo è bello
Tanto è precisa, meticolosa e control freak la Maggie interpretata da Greta Gerwig, tanto è spontaneo, goffo e confusionario, in senso buono, il film della Miller e il modo in cui la giovane attrice gli dà vita. La protagonista di Maggie's Plan, intatti, non è una figura forte o autoritaria, né la classica ragazza dolce e sensibile da commedia romantica, né tanto meno una femme fatale stereotipata e ordinaria, è piuttosto una giovane donna che, a dispetto delle sue debolezze e incertezze, cerca di far sì che la sua esistenza resti sulla strada che desidera. Lo fa razionalmente, manipolando in modo spietato il prossimo se necessario, ma con una spontanea goffaggine che permette di catalizzare l'empatia dello spettatore. Con il suo mix di innocenza e intelligenza, la Gerwig tratteggia un personaggio capace di sorreggere il film su sé stessa e i suoi tic, così che il lavoro della Miller risulta tanto più riuscito e coinvolgente quanto più riesce a sfruttare le caratteristiche e fragilità dei suoi personaggi. Accanto alla Gerwig, infatti, Ethan Hawke dona a John le caratteristiche del suo personaggio più tipico e riuscito, mentre Julianne Moore è irresistibile nel mettere in scena un compendio di donna femminista e indipendente, colta e snob, che si può considerare una deriva ironica della Alice di Still Alice, con la bizzarra aggiunta di marcato accento tedesco.
Sapore indie
Nella scrittura brillante, in alcune scelte visive e di messa in scena, nel tono generale del film, è riscontrabile un certo gusto da cinema indipendente americano che rappresenta insieme la sua forza e la sua debolezza: se questo approccio allontana Maggie's Plan dalla classica commedia romantica, lo avvicina un po' troppo a un altro filone del cinema americano, quello dei film indie da Sundance e dintorni che sembrano diventati col tempo un vero e proprio genere. Per sfuggire ad un cliché, la Miller rischia per finire in un altro, ma si salva grazie alla caratterizzazione di Maggie ed alcune scelte narrative che danno originalità al film. Una in particolare ci ha convinto, ovvero quella di spostarsi alcuni anni in avanti nella storia dopo che l'amore tra Maggie è John è scoccato, saltando tutta la parte più romantica della relazione, mostrandoci un'altra fase della vita di Maggie, ugualmente confusa e bisognosa di intervento per essere controllata e raddrizzata.
Movieplayer.it
3.5/5