Il pentavirato, la recensione: Netflix, Mike Myers e le risate sbiadite

La recensione de Il pentavirato, serie comica di Netflix di e con Mike Myers, sul tema dei complotti e delle organizzazioni segrete.

Pentaverate 103 Unit 00133R
Il pentavirato: Mike Myers e Richard McCabe in una scena

La recensione de Il pentavirato, disponibile su Netflix con sei episodi di mezz'ora ciascuno, rientra nella logica della piattaforma streaming di sfruttare nomi noti per attirare abbonati con variazioni su vecchi temi. Nella fattispecie, dopo i vari Adam Sandler, Chris Rock, David Spade e Dana Carvey tocca a un altro veterano della stessa generazione di Saturday Night Live, ossia Mike Myers, il comico canadese celebre per aver inventato Wayne Campbell e Austin Powers, e per aver prestato la voce a Shrek in inglese. Da anni semi-invisibile salvo sporadiche apparizioni televisive e qualche ruolo minore al cinema, Myers sfrutta l'opportunità offerta dalla piattaforma per tornare in pista con il suo principale cavallo di battaglia, i ruoli multipli, nel contesto di una satira politica ancorata in ciò che sta accadendo nel mondo da qualche anno.

Cinque contro il mondo

Thepentaverate 101 001
Il pentavirato: una scena della serie

Di cosa parla Il pentavirato? Il titolo si riferisce a un'organizzazione fondata nel 1347, quando cinque individui che avevano identificato la causa della peste bubbonica furono tacciati di eresia e decisero di agire in segreto per il bene dell'umanità. Missione che continua al giorno d'oggi, sempre a fin di bene, al contrario di altre entità segrete. Il pentavirato attuale è guidato dai seguenti cinque uomini, tutti interpretati da Mike Myers: Lord Lordington, un nobile inglese; Bruce Baldwin, ex-magnate mediatico australiano; Mishu Ivanov, ex-oligarca russo; Shep Gordon, ex-manager di cantanti rock (e unico di questi a essere esplicitamente basato su una persona reale, a cui lo stesso Myers ha dedicato un documentario); e Jason Eccleston, un genio della tecnologia. Nel primo episodio reclutano uno scienziato, Hobart Clark (Keegan Michael Key), simulandone il decesso affinché lui possa lavorare indisturbato a una soluzione per i cambiamenti climatici. Myers interpreta anche Ken Scarborough, giornalista che vuole rivelare l'esistenza del pentavirato per salvare la propria carriera, e due complottisti.

Nella bolla, recensione: Netflix, Judd Apatow e la pandemia canaglia

Minestra canadese riscaldata

Pentaverate 101 Unit 00431R
Il pentavirato: un'immagine della serie

Come spesso fa, Myers si circonda di amici fidati (Rob Lowe nei panni di "sé stesso") e colleghi che sanno stare al gioco (incluso un divertito Jeremy Irons che funge da narratore), questa volta per mettere alla berlina il complottismo che dilaga da tempo grazie alla rete e si sta facendo sempre più mainstream, soprattutto nella politica americana dove esistono deputati e senatori apertamente legati alla comunità di QAnon. Un intento nobile, ma stroncato quasi sul nascere da un approccio fuori tempo massimo, simile a quello di Catherine Tate in Hard Cell, sempre su Netflix: la comicità si basa soprattutto sul trasformismo di Myers (in realtà ai minimi storici in questa sede, perché è palese che tutti i personaggi suoi hanno più o meno la stessa faccia) e sull'idea che per fare satira sia sufficiente ricorrere a doppi sensi e allusioni sessuali (la caratterizzazione di Mishu, il personaggio russo, è limitata al suo difetto di pronuncia che rende tutto sconcio), con l'aggiunta di qualche battuta autoironica su quanto il Canada sia inferiore agli Stati Uniti. L'attore e sceneggiatore è rimasto bloccato negli anni Novanta, cosa non tanto sorprendente dal momento che la serie è tecnicamente uno spin-off, per la questione delle teorie del complotto, del film Mia moglie è una pazza assassina?. Solo che adesso la domanda è "Le cose che facevo vent'anni fanno ancora ridere?", e la risposta, almeno in questo caso specifico, è "No".

Conclusioni

Chiudiamo la recensione de Il pentavirato, sottolineando come la serie comica di Netflix vorrebbe risollevare le sorti professionali di Mike Myers con gag vetuste e meccanismi umoristici a dir poco datati.

Movieplayer.it
2.0/5
Voto medio
4.6/5

Perché ci piace

  • Keegan-Michael Key, Rob Lowe e Debi Mazar stanno simpaticamente al gioco.
  • L'idea di base è molto divertente...

Cosa non va

  • ... ma annacquata da gag banali e fuori tempo massimo che smorzano la carica satirica.
  • Il trasformismo di Mike Myers comincia a dare segni di cedimento.