Claudio Amendola e Il Patriarca: "La seconda stagione? Più umanità. E oggi tutti vogliono fare tv"

Il set, la linea sentimentale e... José Mourinho. Il regista e attore racconta tutte le novità della seconda stagiona della fiction Mediaset. Su Canale 5 dal 15 novembre.

Claudio Amendola racconta Il Patriarca

Se per la prima stagione, che ha poi riscontrato un notevole successo, Claudio Amendola sentiva una certa "simpatica ansietta", il regista e attore, in vista delle nuove puntate, sente invece di aver realizzato "una serie ben fatta, che va oltre il senso dei numeri". Lo intervistiamo, infatti, per la seconda stagione de Il Patriarca, da lui diretta e interpretata su sceneggiatura firmata da Roberto Jannone, Mizio Curcio, Paolo Marchesini e Sofia Assante.

Claudio Amendola Nemo Il Patriarca
Claudio Amendola è Nemo ne Il Patriarca

I nuovi episodi de Il Patriarca, in prima serata su Canale 5 dal 15 novembre, riprendono la trama da dove si era conclusa: protagonista, ovviamente, Nemo Bandera, imprenditore che nasconde i suoi traffici illeciti dietro un'azienda ittica. Nonostante la perdita del figlio Carlo, Nemo porta avanti un'apparente stabilità, supportato dagli altri personaggi: la moglie Serena, interpretata da Antonia Liskova, la figlia Nina (Giulia Schiavo), l'avvocato di famiglia Mario (Raniero Monaco di Lapio) e soprattutto ritrovando Lara (Neva Leoni), una figlia avuta da una relazione passata. La presenza della ragazza, però, porta nuove dinamiche all'interno del clan e della famiglia, alterando una già complessa situazione.

Il Patriarca - Stagione 2: intervista a Claudio Amendola

Come vedrete ne Il Patriarca 2 le dinamiche padre-e-figlia sono marcatamente aumentate. Nella nostra intervista, Claudio Amendola spiega così il motivo: "Con una seconda stagione hai anche la possibilità di guardarti indietro, di vedere anche da un altro punto di vista il lavoro. E abbiamo capito che quella famigliare era una linea che dovevamo coltivare meglio, su cui dovevamo spingere di più. E sono molto soddisfatto di quanto la linea sentimentale, che non è melensa mai, ma è molto forte, è cresciuta in questa seconda serie".

Forte di un ottimo feedback di ascolti, l'attesa Auditel per il regista è, questa volta, relativa: "Il pensiero sui numeri c'è, ma dico che sono relativi perché questa seconda stagione è venuta proprio bene. E quindi approfittiamo di una meravigliosa messa in onda, perché è un periodo molto bello per andare in tv, e sono contento. E quindi sì, vorrei proprio che andasse bene, ma non tanto per i numeri, ma perché secondo me è una serie che va vista".

Ma è più facile o più difficile girare una seconda stagione? "La seconda stagione per me è sempre più facile, perché gli attori conoscono perfettamente i loro personaggi. Tu da regista, in questo caso pure regista e protagonista, conosci anche i loro personaggi molto bene e hai una capacità migliore di gestirli. Io credo che le serie, se hanno motivo per andare avanti, debbano andare avanti. L'errore è quando le serie hanno detto tutto e bisogna per forza cercare una nuova strada. Ci sono delle serie che possono concludersi dopo due o tre stagioni".

Dal cinema alla... tv

Il Patriarca Claudio Amendola Scena Serie
Il patriarca 2: Antonia Liskova, Giulia Schiavo e Claudio Amendola

A tal proposito, la narrativa si sta allungando sempre di più. I film hanno una durata a volte spropositata, oppure certe sceneggiature arrivano direttamente in tv. Cos'è cambiato? "È cambiato che il cinema va un po' meno e che quindi la snobberia di certi pensieri, adesso, è caduta, e sono tutti felici di fare la televisione, che appunto snobbavano fino a poco tempo fa", spiega il regista. "Dovrebbero farsi tutti degli esamini di coscienza, perché c'è stata veramente una guerra contro chi faceva la fiction, guerra che a me non ha però mai sfiorato, perché me ne sono sempre fregato e la tv l'ho sempre fatta. Mi è stato detto tante volte: 'Però fai troppa televisione'. Appunto... riparliamone tra un po'".

Il patriarca della Roma? Mourinho!

Il Patriarca Scena Serie Claudio Amendola
Claudio Amendola, Raniero Monaco di Lapio e Michele De Virgilio in scena

Tra l'altro, Claudio Amendola, ha esordito da regista dieci anni fa, con La mossa del pinguino. Anticipando molti colleghi che, oggi, hanno fatto il salto dietro la macchina da presa. "Per quanto riguarda le serie, mi ero stancato di aspettare per ore i registi sul set, indecisi su dove mettere la macchina da presa. Non ne potevo più... E poi, ho il vantaggio di non dover dimostrare niente a nessuno, perché mi pare di aver già dimostrato. E quindi faccio la regia delle fiction a servizio delle fiction e non a servizio delle mie voglie. Devo raccontare bene la storia, tutti qui, una volta che ho fatto la scena ce ne andiamo a casa".

Se Il patriarca parte da un titolo forte, che per Amendola porta con sé "una certa forza, aiutata dal lessico quotidiano", siamo obbligati a chiedergli quale sia - e soprattutto, se ci sia - un patriarca nella sua Roma che, calcisticamente parlando, sta attraversando un momento molto complicato: "Il patriarca della Roma era José Mourinho. E adesso non c'è. Magari ci potrebbe andare il mio Nemo...".