Continua il successo della rassegna Un mondo di sogni animati promossa da Lucky Red per riportare al cinema alcuni capolavori dell'animazione giapponese dello Studio Ghibli. Dopo Il castello nel cielo, continuiamo a ricostruire la storia della nascita dello Studio addentrandoci ne Il mio vicino Totoro, uscito in Giappone nel 1988 e diretto da Hayao Miyazaki e ora al cinema dal 10 al 16 agosto. Ci sembra l'occasione perfetta, proprio come fatto col precedente film, per farvi scoprire 8 curiosità che forse non sapete sulla pellicola.
1. Numeri e ispirazioni
Il mio vicino Totoro è il quarto film d'animazione diretto da Hayao Miyazaki, e il secondo per lo Studio Ghibli dopo Il castello nel cielo. Il personaggio di Totoro ebbe talmente successo da entrare nel logo dello Studio da quel momento in poi, venendo poi riutilizzato in tutte le pellicole successive. Proprio come per il film inaugurale, anche in questo caso il Maestro si è fatto ispirare da un paesaggio realmente visitato: si tratta della foresta delle colline Sayama, in Giappone. Anche se in realtà un evento curioso vuole che la sagoma dell'animale si sia formata in una composizione rocciosa nei pressi della prefettura di Aomori, in territorio nipponico settentrionale. Se Il mistero della pietra azzurra e Il castello nel cielo sembrano andare a braccetto, Il mio vicino Totoro si avvicina per alcuni versi all'Alice nel Paese delle meraviglie disneyano: non solo Mei si risveglia come da un sogno ai piedi di un albero proprio come Alice, ma il Gattobus ricorda lo Stregatto.
2. Autobiografia
C'è sempre un po' di Hayao Miyazaki nei suoi film ma in questo caso la storia è particolarmente autobiografica. Quando lui e i suoi fratelli erano piccoli, la madre soffrì per un lungo periodo (ben nove anni) di tubercolosi spinale, trascorrendo di conseguenza molto tempo in ospedale. La madre delle due protagoniste del film, Satsuki e Mei - che sono femmine perché sarebbe stato troppo doloroso se fossero stati due maschi, era un modo per il Maestro per allontanarsi dalla storia - è altrettanto malata, costringendo le due insieme al padre a trasferirsi in una casa diroccata in campagna per poter stare più vicini all'ospedale. Non viene mai esplicitamente detto nel film, ma il regista ha dichiarato che la diagnosi è la stessa. Inoltre la protagonista doveva essere inizialmente una sola, ma poi serviva il confronto tra due età diverse che maturavano in parallelo in seguito al trasferimento e alla conoscenza degli spiriti della casa e della foresta: a quel punto ha dato a entrambe un nome che significasse "Maggio" e l'autobiografia è tornata, poiché la più piccola è ispirata visivamente alla nipotina del Maestro.
3. Totoro For President
Totoro è diventato un vero e proprio simbolo tanto in Giappone quanto in Occidente, dove i film dello Studio Ghibli sono stati meritevoli di aver travalicato i confini ed espanso la conoscenza e l'amore per l'animazione nipponica, entrando di diritto nell'immaginario collettivo e nella cultura pop. La sua origin story non è chiara: non è esattamente uno spirito, piuttosto il custode della foresta, che si nutre di ghiande, secondo alcune dichiarazioni dello stesso Miyazaki, e custode anche della satoyama, ovvero la gestione ecologica del territorio giapponese, tradizionalmente attuata dai contadini attraverso l'esperienza di secoli.
4. Mascotte ecologista
Proprio per via della sua (presunta) natura e dato che incarna una delle tematiche più care al Maestro, quella ecologista, il personaggio titolare è diventato per questo motivo la mascotte dal comitato "Totoro Hometown Fund Campaign" per preservare aree dedicate nella prefettura di Saitama, ottenendo fondi ingenti grazie ad un'asta organizzata dai Pixar Animation Studios, dove furono venduti oltre 200 disegni originali, illustrazioni e sculture. Non rappresenta invece - sempre da alcune dichiarazioni del regista - uno shinigami, una divinità della morte (con Satsuki e Mei decedute a metà film) e nemmeno un riferimento ad un crimine efferato che sconvolse Sayama negli anni '60. Dal suo nome sono derivati quelli di una Onychophora del Vietnam (la Eoperipatus totoro) e - addirittura nello spazio - di un asteroide della fascia principale (10160 totoro).
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5. Dallo schermo alla pagina e viceversa
Esistono anche un manga e un cortometraggio ispirati da Il mio vicino Totoro. Il primo, dello stesso anno del film, è curato dallo stesso Miyazaki insieme a Tsugiko Kibo per quattro capitoli, usciti da noi in volume unico edito da Planet Manga. Il corto, invece, è del 2002 ed è intitolato Mei to Konekobasu (Mei e il Gattinobus). Il racconto esplora il personaggio di Mei raccontando le sue avventure insieme ad un cucciolo del Gattobus, il celebre pullman usato da Totoro e dato in prestito alle bambine nel lungometraggio. Il corto non si può vedere da nessuna parte - non è uscito nemmeno in qualche edizione home video come extra - se non visitando il Museo Ghibli, dove viene proiettato tutt'oggi.
6. Musica per le mie orecchie
Il film lanciò la carriera di Kazuo Oga (all'epoca direttore artistico) facendolo diventare un collaboratore fisso dello Studio e altrettanto si può dire per Joe Hisaishi e la sua iconica colonna sonora. Tanto che è stata raccolta in un album uscito addirittura in versioni diverse e riarrangiate negli anni successivi. I titoli di testa del lungometraggio sono caratterizzati dalla canzone Sampo, scritta da Reiko Nakagawa, mentre quella finale, la più famosa, Tonari no Totoro, è scritta dallo stesso Miyazaki e viene addirittura insegnata tutt'oggi nelle scuole.
7. La fama in Giappone
Totoro come dicevamo è diventato una sorta di simbolo e di riferimento tanto per i colleghi nipponici di Miyazaki quanto per quelli occidentali. Miyazaki lo ha riutilizzato l'anno successivo in Kiki - Consegne a domicilio (altra storia di formazione e maturazione femminile), mentre il suo socio e co-fondatore dello Studio Isao Takahata lo ha fatto apparire nel suo Pom Poko (1994), e Yoshifumi Kondō ne I sospiri del mio cuore (1995), scritto proprio dal Maestro. Non è tutto: anche alcuni suoi personaggi e sequenze sono state riprese al cinema e in tv. Miyazaki farà riapparire i cosiddetti "nerini del buio" nel suo La città incantata (2001) e proprio la Pixar farà diventare Totoro un peluche nel terzo capitolo della saga di Toy Story. Tante le comparsate in manga e anime esterni allo Studio, come Le situazioni di Lui & Lei.
8. Il successo in Occidente
Due famose famiglie animate lo hanno citato: stiamo parlando dei Simpson (nell'episodio 2x19 "HOMR") che hanno piazzato il Gattobus sull'insegna di uno stand e dei Belcher di Bob's Burgers (nell'episodio del Ringraziamento della terza stagione) che hanno ricreato la danza per far crescere le piante, con un pollo gigante al posto dell'animale giapponese. Senza dimenticare la scorrettissima South Park che l'ha citato in ben due occasioni: all'interno di una folla nella stagione 11 e nella canzone finale e nel rapporto tra Mei e Totoro nella stagione 14, fino all'influenza nella musica italiana in alcuni brani di Caparezza (Prosopagnosia) e Massimo Pericolo (Totoro) e nel fumetto nostrano (Nathan Never Gigante volume 2, con l'ologramma dell'animale e il libro The Art of Totoro).