Al di là del suo grande successo nel mondo dei comics, il Wolverine cinematografico, prima di diventare uno dei supereroi di punta di Hollywood, per potenzialità commerciali e per investimenti produttivi, è dovuto passare sotto il vaglio di diatribe, scommesse e contrasti. A parlarcene è Lauren Shuler Donner, producer del franchise di X-Men, in apertura della presentazione del Blu-ray di X-Men - Le origini: Wolverine, prima di dare la parola al creatore del personaggio Len Wein e al regista del film Gavin Hood. Lauren si è prima soffermata sulla nascita del progetto X-Men: "Nonostante la grandissima e comprensibilissima popolarità di Wolverine e lo spessore tragico davvero unico del personaggio, arrivare a girare un film su di lui non è stata cosa semplice e ha richiesto molto tempo. Soprattutto Wolverine le origini non sarebbe potuto esistere senza la trilogia precedente sugli X-Men che ne ha ingigantito il carisma e il successo anche su un pubblico che non seguiva i comics. Difatti per quanto ci sforzassimo di ottenere un film su Wolverine e sulla sua straordinaria saga giapponese" - scritta da Chris Claremont e disegnata da Frank Miller e considerata la preferita dai fans) - "gli studios ci fecero capire che senza una storia precedente che portasse l'audience a scroprire il personaggio sarebbe stato un progetto troppo rischioso".
"Ai tempi del primo X-Men,realizzare un film tratto da un comic non rappresentava una certezza come adesso", continua la Donner. "Ci furono quindi molte incertezze prima di dare il via alla produzione, ma su una cosa eravamo certi: volevamo realizzare un vero e proprio comic-movie che raccontasse questi personaggi così affascinanti. Le loro potenzialità narrative inserite in un contesto adrenalinico avrebbero certamente funzionato. Ma questo dimostra come non si possa mai dare nulla per scontato, prosegue la producer, basta considerare che anche la scelta di Hugh Jackman fu motivo di lunghe discussioni e a vederlo ora non si potrebbe mai immaginare un Wolverine più calzante. Il mito dei supereroi d'altronde è immortale", conclude la Donner, "li amiamo perchè hanno qualcosa di noi ma ci risolvono i problemi e in un periodo storico come questo con problematiche sociali ed economiche così profonde la loro presenza ci rassicura". Prima del suo enorme successo, come i fan sanno perfettamente, Wolverine appare inizialmente nella seconda serie de L'Incredibile Hulk del 1974. Da lì in poi, il rilancio degli X-Men e l'inizio del suo inarrestabile cammino nel cuore degli appassionati. La trasferta americana però ci ha permesso di venire a conoscenza di altri interessanti particolari sulla genesi del personaggio attraverso le parole di Len Wein, creatore del personaggio che si è intrattenuto a lungo, nel raccontarne la sua formazione e la genesi quasi casuale del suo eroe prima di concederci un'intervista che avrete modo di leggervi nei prossimi giorni. "Il mio amore per i fumetti nacque in modo strano e casuale". ricorda Wein. "Avevo sette anni ed ero in ospedale per una forte forma influenzale e mio padre mi portò una grande quantità di fumetti per alleviare la mia noia. Ben presto oltre a leggere cominciai a scrivere delle storie, ma senza la minima intenzione di voler diventare un artista. La scoperta del mio talento fu quasi improvvisa e inaspettata, tanto che mi ritrovai a lavorare giovanissimo per la Marvel e a vent'anni ottenni già una posizione di prestigio e responsabilità. So che ai fan possa sembrare quasi irrispettoso, ma Wolverine uscì fuori per caso e fu il personaggio più semplice che abbia mai creato. Mi chiesero di scrivere un cattivo che potesse funzionare contro Hulk, qualcuno che doveva essere semplice, diretto e preciso. Ma la cosa più particolare della storia è che quando nel 1975 Wolverine entrò a far parte dei nuovi X-Men, nessuno mi informava su come stessero andando le vendite; semplicemente mi trovavo impegnato a lavorare contemporaneamente a due albi, fin quando capii che ne avrei dovuto abbandonare uno. Non feci neanche in tempo a valutare l'idea che Chris Claremont mi disse, X-Men lo prendo io!" Anche il regista Gavin Hood (di cui pubblicheremo un'esclusiva intervista prossimamente) ha avuto modo di raccontare il suo approdo alla saga, soffermandosi in particolare sui motivi che lo hanno portato a far parte della squadra."La prima cosa che mi sorprese molto", dice Hood, "fu sentirmi chiedere direttamente da Hugh Jackman di girare il film. Lo sentii al telefono e si dimostrò essere entusiasta dei miei lavori, di Il suo nome è Tsotsi, in particolare. Sinceramente all'inizio non coglievo questo suo parallelismo tra Wolverine e Tsotsi, due film così diversi di cui si fa davvero fatica a trovare la connessione. Ma poi compresi quello che Jackman voleva intendere, ovvero il dissidio interiore che accomuna i personaggi, questa rabbia verso sè stessi e verso il loro passato. Un dissidio che alimenta fortemente il dualismo di Wolverine, questo suo essere un eroe poco convenzionale. La sua dimensione morale è la sua forza e per questo dobbiamo ringraziare Len Wein e la sua intuizione. Quando ero un ragazzo il mio eroe in assoluto era Clint Eastwood. I suoi personaggi erano l'esatto opposto di quello che rappresenta Wolverine. Il suo era un personaggio scostante, un uomo duro e indifferente che non desiderava nessuno, non piangeva e non aveva a cuore gli altri. Un eroe sbagliato a pensarci ora, mentre Wolverine è un uomo distrutto dalla sua emozionalità, sempre desideroso di placare un'ira che è il risultato proprio del suo interesse verso gi altri".
Queste e molte altre curiosità saranno comunque presente nel vasto comparto di extra dell'edizione Blu-ray di X-Men - Le origini: Wolverine che comprende, tra le varie cose, una interessante conversazione con Stan Lee e Len Wein. Anche al tema delle origini di Wolverine e della sua genesi cinematografica è dedicato uno speciale, mentre il tema produttivo su cui ci siamo soffermati in apertura è approfondito nel commento audio. (Leggi la nostra recensione del Blu-Ray di Wolverine)