Cosa divide un pazzo da un sano di mente? "Una brutta giornata". Niente di così difficile da affrontare, almeno una volta nella vita. Questa è la tesi brutale di Alan Moore, descritta in quel capolavoro di nome The Killing Joke, graphic novel del 1988 dove le origini del ghignante criminale di Gotham City vengono delineate in un alone di destabilizzante incertezza. Un albo fondamentale per provare a comprendere la personalità sfaccettata del Joker, la cui genesi sfugge di continuo a certezze e definizioni, proprio come fa la mente borderline di uno psicopatico.
Eppure il Joker non è pura e semplice follia fine a se stessa, ma un individuo che cammina sul filo sottile tra la lucidità e il delirio, la pianificazione razionale e gli intenti malati. Ed è per questo che uno dei personaggi più camaleontici di sempre è stato disegnato in tanti modi, con la sua maschera fluida e modellabile prestata anche al cinema attraverso quattro Joker profondamente diversi tra loro.
Cesar Romero ha aperto le danze con il suo innocuo giullare, mentre Jack Nicholson ha dato forma ad un meraviglioso istrione, capocomico inquietante in quel teatro grottesco allestito da Tim Burton. Poi arriva Heath Ledger e si passa dall'esplosione all'implosione, dentro un buco nero di malessere e sociopatia capace di cogliere una sfumatura fondamentale di questo agente del caos: l'essere parassita, abile a sfruttare gli altri come terreno per dimostrare la sua visione distorta del mondo.
Così il Joker diventa un tarlo che rosicchia certezze ed erode paladini, almeno sino a quando il gangster di Jared Leto focalizza la sua attenzione su una donna e fa di Harley Quinn uno specchio distorto in cui riconoscersi. Quattro volti per quattro declinazioni diverse della stessa persona. Così il cinema ha confermato la natura instabile di questa anima in pena, un personaggio talmente complesso da prestarsi a infinite visioni, non a caso associato nel corso degli ultimi anni a tantissimi attori che hanno sfiorato la celebre giacca viola.
Parleremo di Joker mancati, star davvero in lizza per la parte, ma anche di interpreti potenzialmente adatti al sorriso smagliante più perverso che ci sia. "Se proprio devo avere un passato, preferisco averlo a scelta multipla", urla il Joker di Moore. Allora, forse, questo carnevale di maschere gli piacerà da matti.
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1. Sam Rockwell
Se il film che ti consacra si chiama Confessioni di una mente pericolosa, un motivo pure ci sarà. Soprattutto se, col tempo, la tua carriera continua a seguire la scia del delirio e dell'ambiguità come in Soffocare o nell'allucinato Moon, senza dimenticare l'esperienza da antagonista in Iron Man 2. Sarà per quella faccia strana, per l'aria da rockstar sfatta e maledetta, ma Sam Rockwell avrebbe tutte le carte in regola (jolly compreso) per diventare il Joker. Christopher Nolan lo aveva inserito nella sua lista dei desideri per Il cavaliere oscuro, ma la scelta è ricaduta altrove. E pentirsene non è ammissibile.
2. Jim Carrey
Facciamo finta che sia stato solo un brutto scherzo. Cerchiamo di rimuovere per un attimo (e non è cosa facile) l'Enigmista di Batman Forever, sopra le righe, macchiettistico, pieno di punti esclamativi e privo di profondi interrogativi sul suo disturbo mentale. Nonostante questa macchia nel curriculum, è difficile non immaginare il volto gommoso e il sorriso smagliante di Jim Carrey al servizio del Principe Pagliaccio di Gotham, come fosse la consacrazione definitiva della sua collezione di maschere cinematografiche. Nel corso della sua carriera Carrey ha incarnato spesso personaggi schizzati, instabili e votati alla comicità, ma ha anche dimostrato uno spessore drammatico difficile da dimenticare. Per l'intensità rivolgersi a Se mi lasci ti cancello, per i deliri della psiche bussare dalle parti di The Number 23.
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3. Adrien Brody
C'è una caratteristica fisica del Joker che non abbiamo ancora considerato, perché è molto difficile non soffermarsi soltanto sulle sue smorfie e sul suo sguardo sgranato, ovvero la corporatura. Il Joker è un personaggio affilato, alto, magro, spigoloso e oblungo. Aggettivi che spiegano come mai uno come Adrien Brody abbia sfiorato la parte poi affidata a Heath Ledger ne Il cavaliere oscuro. Quella di Brody sarebbe stata una scelta sicuramente originale e in parte rischiosa, ma coerente con una carriera spesso contraddistinta da una certa inquietudine. Probabilmente Nolan avrà visto più volte The Jacket.
4. Tom Hiddleston
Assieme a Benedict Cumberbatch è senza dubbio tra gli attori più eclettici, affascinanti e misteriosi degli ultimi anni. Tom Hiddleston non avrebbe solo la corporatura adatta alla parte, ma anche la perfetta dose di ambiguità e di carisma richiesta dallo psicopatico pagliaccio. Grazie al solco lasciato dal suo mellifluo Loki, senza dubbio il migliore antagonista mai gravitato dalle parti del Marvel Cinematic Universe, Hiddleston sarebbe un Joker convincente, soprattutto grazie a quel sorriso arioso che lascia spazio a buone dosi di schizofrenia.
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5. Tim Curry
Lo scherzo beffardo lo hanno giocato proprio a lui. È successo agli inizi degli anni Novanta quando la serie tv animata Batman era in lavorazione e per ben sei episodi la voce nell'ombra che sghignazzava nel buio per dare vita al Joker era la sua. Poi però il buon Tim Curry viene considerato troppo spaventoso e disturbante per il pubblico a cui rivolto il cartoon e viene sostituito da un Mark Hamill assolutamente perfetto per la parte. Lui che in The Rocky Horror Picture Show e in It per ben due volte aveva vestito maschere a loro modo angoscianti (con tanto di rossetto), che persino in una commedia spensierata come Mamma, ho riperso l'aereo - Mi sono smarrito a New York era stato capace di risultare ambiguo, avrebbe meritato sorte migliore.
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6. Michael Fassbender
Un mutante in conflitto con il mondo, un erotomane corroso dalla dipendenza, uno schiavista violento e spietato. Nonostante la bellezza invidiabile e i colori chiari, non c'è mai pura luce dalle parti di Michael Fassbender, attore abituato ad esplorare gli angoli bui dell'animo umano. Nonostante il bell'aspetto difficile da deturpare, in quegli occhi e in quel sorriso a denti pieni noi scorgiamo qualcosa di vagamente malato.
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7. Tim Roth
Nel suo caso si tratterebbe di alto tradimento, perché Tim Roth ha già mostrato i muscoli da villain in Casa Marvel, trasformandosi nel distruttivo Abominio visto nel discusso L'incredibile Hulk. Anche lui avvezzo a personaggi difficili da decifrare sino in fondo (Quentin Tarantino ne sa qualcosa), Tim Roth non ha il fisico perfetto ma il guizzo imprevedibile e perfido di un potenziale giullare del male.
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8. Steve Buscemi
A dire il vero quello della fisicità è un problema arginabile, un requisito non imprescindibile, soprattutto quando pensiamo che sia Jack Nicholson che Jared Leto non sono certo dei giganti (a differenza di Ledger che era alto 1,85 cm). Se focalizziamo l'attenzione sulle propensioni attoriali, allora è davvero impossibile non inserire anche Steve Buscemi in lista. Perché ai tanti personaggi esaltati e pazzoidi nella sua filmografia, va aggiunto anche il più recente Nucky Thompson di Boardwalk Empire - L'impero del crimine. Carisma, tratti somatici marcati, espressioni enigmatiche. Un ipotetico grande Joker.
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9. David Bowie
Sfuggente, provocatore, artista puro come pochi. David Bowie ha fatto del trasformismo il suo motivo d'esistere, la cifra stilistica della sua stessa icona. Così come Bowie è stato uomo da palcoscenico, anche il Joker rivela di continuo il suo amore per lo spettacolo, il bisogno viscerale di avere un pubblico da terrorizzare e un teatro nel quale esibirsi. Non sorprende sapere che il Duca Bianco sia stato considerato dallo sceneggiatore Sam Hamm per terrorizzare Gotham nel Batman di Burton. Anni più tardi è stato proprio il mondo del fumetto ad ispirarsi a lui per aggiornare il personaggio e renderlo di nuovo inquietante. Lo sceneggiatore Grant Morrison ha dichiarato di essersi basato su Bowie, al suo essere eclettico, decadente e "leggermente trasandato". Sarebbe stata una grande odissea nella follia.
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10. Willem Dafoe
Probabilmente quando il Joker si trucca da persona normale diventa Willem Dafoe. Concludiamo questo articolo con l'attore che per noi resta la più grande occasione mancata per gli amanti della nemesi di Batman. Siamo certi che anche dopo il suo apprezzato Goblin visto in Spider-Man, sarebbe bastato poco per spazzare via quel cattivo dalla nostra mente e farlo rinascere in altre vesti. Sarebbe bastato un filo di trucco su quegli zigomi pronunciati, un po' di bianco e un po' di rosso su quei lineamenti irregolari dominati da uno sguardo perverso. Dafoe non è che un Joker latente che aspetta di essere scoperto.