Una giornata pienissima per Francis Ford Coppola quella appena trascorsa alla Festa del Cinema di Roma numero 2. Il regista di origine italiana ha concesso interviste, è apparso in TV, ha risposto alle domande del pubblico, ha assistito alla proiezione del documetario Coda, girato dalla moglie Eleonor sul set rumeno di Un'altra giovinezza, e soprattutto ha presentato questo suo nuovo lavoro, decisamente il film più atesso dell'intera kermesse capitolina. E' affollatissima la Sala Petrassi del'Auditorium romano per la conferenza stampa che lo vede protagonista subito dopo la proiezione del film riservata ai media.
Accanto a Coppola, ci sono il direttore della fotografia, il rumeno Mihai Malaimare jr. e il fedele collaboratore al montaggio Walter Murch, oltre alla giovane e brava inteprete Alexandra Maria Lara e al protagonista Tim Roth.
Una domanda per tutto il cast come è stato girare questo grande ritorno di Coppola con un film girato in Romania con pochi mezzi e come siete entrati a bordo del progetto?
Mihai Malaimare jr.: Per me è stato fantastico, questo è solo il mio terzo film ed è essere scelto da Coppola tra tanti è stata una sorpresa.
Walter Murch: Come saprete io e Francis abbiamo lavorato insieme per quarant'anni, ma l'ultima volta avevamo lcollaborato era stato nel 2000. Essendo però anche vecchi amici oltre che collaboratori, quando quando ci ritroviamo è come se ci fossimo visti solo poche settimane prima. Io avevo lavorato in romania per Ritorno a Cold Mountain e pensai subito che questa fosse un'ottima idea: un film ambientato in Romania, su una storia - on un'affascinante storia metafisica - scritta da un rumeno scritto da un rumeno, mi sembrava una sfida incredibile e stimolante a ogni livello.
Alexandra Maria Lara: Mi ricordo quando mi arrivò una lettera con lo script, ero nervosissima, non riuscivo nemmeno ad aprire la busta! Poi mi feci forza e lessi la sceneggiatura, e poi dovevo trovare il coraggio di telefonare a Coppola, ma la prima volta la mia chiamata non fu inoltrata e fui quasi sollevata. La seconda volta mi rispose proprio lui e sentendo la sua voce riattaccai. E quando mi richiamò fui costretta a inventare una scusa. Inutile dire che sono felice e onorata di aver preso parte a questa impresa.
Tim Roth: Io ebbi un messaggio da Francis e immediatamente pensai ad uno scherzo del mio collega e amico burlone, Ray Winstone; richiamai e mi rispose la signora Coppola dicendo ch che il marito era sotto la doccia. Continuavo a non crederci. Poi parlai con Francis, e continuavo a non crederci. Poi ebbi la parte, e continuavo a non crederci....
Francis Ford Coppola: Non è che perché l'ho prodotto io che deve essere un film girato con pochi mezzi: è un film epico e immaginifico, con tante location, i nazisti, etc. Da giovane fui influenzato, come tanti della mia generazione, dal cinema europeo, e non non mi sarei aspettato il mio futuro successo. Solo anni dopo pensai a cosa sarebbe stato essere di nuovo un regista giovane, e questo mi ha suggerito il soggetto di questo film.
La Romania ha un grande fascino e una straordinaria tradizione, e oggi vive un momento di grande vivacità creativa; sono stato onorato di lavorare con tanti talenti romeni.
Come mai tanti anni lontano dal cinema?
Francis Ford Coppola: Non sono stato lontano dal cinema, in questi anni ho continuato a lavorare ai miei script. Il problema è soprattutto che avevo bisogno di trovare il mio spazio per fare un film personale in un ambiente dove si fanno solo film di intrattenimento generico.
Tim Roth, quanto è stato difficile personaggio così complesso?
Tim Roth: All'inizio ero terrorizzato dal personagigo, quest'uomo tranquillo e silezioso, ed ero anche abbastanza preoccupato, ma ho finito per innamorarmi di lui anche se ho la sensazione di non averlo capito del tutto; io sono un uomo superficiale!
Francis Ford Coppola: Mircea Eliade era un uomo timido e riservato, aveva un'enorme cultura ed è considerato il padre dello studio comparativo delle religioni. Quando incontrai Tim fui subito colpito dal suo fascino personale e lovidi subito nei panni di questo eroe di Eliade. Inoltre è regista lui stesso e capisce tutto di regia e di fotografia, quindi è stato molto utile sul set. Si è rivelato davvero un'ottima scelta.
Può approfondire i temi della pellicola?
Francis Ford Coppola: E' difficile dire in poche parole di cosa si parla; il nome di Eliade mi fu fatto da una ex compagna di liceo divenuta orientalista, per approfondire le mie curiosità sul rapporto tra il tempo e la coscienza. La coscienza è un elememento difficiel da rendere cinematograficamente, ma io credo che il tempo di un concetto frutto della nostra coscienza. Il film è parte della mia ricerca su questo argomento, al termine della quale la risposta è che la coscienza è la lingua. Mi sono chiesto, quando ha iniziato a esistere Francy? E credo che sia stato verso i quattro anni, quando avevo appreso i rudimenti del linguaggio
Mi piace pensare che il film sia un po' fiaba simbolica e un po' episodio alla Ai confini della realtà, e credo che possa essere apprezzato semplicemente per le cose fantastiche che succedono a quest'uomo, la storia è immediatamente fruibile e in un secondo momento si può riflettere sul contenuto filosofico. RIvedendolo una seconda volta si potrà apprezzare meglio perché ci si soprende meno di quello che accade. Forse con il biglietto per il film dovrebbero regalare anche una seconda entrata gratis.