Le serie tv coreane stanno avendo sempre più spazio, e non solo su Netflix che ha un po' "lanciato" il genere con Squid Game. Paramount+ infatti, grazie all'accordo con TVING porta un altro prodotto seriale dopo il survival Bargain - Trattativa mortale e il crime A Bloody Lucky Day, questa volta mescola al thriller il genere teen drama con Il gioco della piramide, tratta dall'omonimo webtoon e prodotta da Film Monster e CJ ENM STUDIOS, disponibile con tutti i dieci episodi dal 30 maggio. Un nuovo cult a cui appassionarsi o una novità dimenticabile? Scopriamo nella nostra recensione.
Una trama pericolosa
Il gioco della piramide, scritta da Choi Sui e diretta da Bak So Yeon (The Heavenly Idol), vede protagonista Seong Su-ji, una studentessa appena arrivata alla Baekyeon Girls' High School: si è trasferita spesso per via del lavoro nell'esercito del padre ma comincia a stancarsi di essere sempre "quella nuova", tanto più ora che per la prima volta si trova in una scuola per sole ragazze. L'adolescenza, e il liceo, lo sappiamo, sono una vera e propria scuola di sopravvivenza verso l'età adulta - dove spesso anche in ambiente lavorativo le dinamiche non cambiano poi così tanto in realtà. Su-ji scopre ben presto che quell'istituto nasconde un grande segreto, ovvero un gioco tra studentesse che parte da un app e finisce nella vita reale. Il "gioco della piramide" del titolo, che altri non è come si può intuire dal nome un gioco di popolarità, grazie al quale si stabiliscono continuamente le alunne più in alto e quelle più in basso della catena alimentare scolastica, crea una pericolosa dinamica di potere all'interno delle classi, con tanto di punizioni per chi viene votata "più sfigata" del momento.
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Una serie contro il bullismo
Quello che Il gioco della piramide vuole sostanzialmente fare è denunciare il bullismo imperante tra gli adolescenti, e in questo caso farlo in una scuola prettamente femminile è un ulteriore modo per sensibilizzare il pubblico (e i genitori) sul fatto che non sempre i bulli siano necessariamente solo maschi, anzi. Ciò che via via le ragazze riusciranno a fare l'una all'altra, nel corso delle puntate, sia fisicamente sia psicologicamente (il bullismo è un tipo di violenza non solo corporale) è qualcosa di indicibile per cattiveria, sadismo e umiliazione pubblica (anche se un po' troppo tirata per le lunghe). Il loro rapporto coi propri genitori si rivelerà emblematico in tal senso e porterà non pochi colpi di scena e rivelazioni, anche delle dinamiche familiari spesso tossiche che portano i figli a comportarsi in un certo modo, e non solo traumi passati di quei bullizzati che divengono bulli a propria volta. Si prova ad indagare tutte le sfaccettature di questo rapporto malato di potere e popolarità, di status sociale ed emarginazione, attraverso le storie personali e i rapporti le varie protagoniste - Kim Jiyeon (già vista in Twenty-Five Twenty-One), Jang Da A, Ryu Da In, Shin Seul Ki e Kang Na Eon, che non sempre danno il meglio di sé anche a livello interpretativo, a volte troppo esasperato.
Più mystery che sensibilizzazione
Il gioco della piramide vuole sostanzialmente continuare in live action ciò che era già stato fatto in animazione nel meraviglioso La forma della voce. Non solo per i bulli vessati a propria volta e viceversa, magari redenti, ma anche per il dilemma sui cosiddetti "spettatori": se, all'interno di una cerchia bullizzante, qualcuno non fa nulla ma si limita solamente a guardare, è colpevole tanto quanto gli altri? Peccato però che scelga la via del dramma ma anche quella del mystery thriller che sembra un incrocio tra Gossip Girl e Pretty Little Liars, abbassando la gravitas del racconto in favore di una messa in scena e di una regia che risultano più attente alle svolte "succulente" della trama piuttosto che all'evoluzione ed involuzione delle protagoniste.
Nonostante l'attenzione ai vari livelli di lettura e alla rappresentazione della scuola al centro della storia come un luogo claustrofobico - attraverso una fotografia dai colori freddi e un montaggio serrato che snocciola alcuni brevi flashback rivelatori nel corso degli episodi e soprattutto nel finale, andando avanti ed indietro nel tempo e rischiando di confondere lo spettatore - la resa finale non è da bocciare ma nemmeno da elogiare totalmente. Peccato, visto l'importante argomento trattato attraverso app e **video virali che riflettono la società contemporanea.
Conclusioni
Il gioco della piramide, come abbiamo spiegato nella nostra recensione, è un buon tassello da aggiungere all’offerta coreana su Paramount+. Non indimenticabile, poiché vira troppo sul mystery frivolo alla Pretty Little Liars misto a Gossip Girl, tra disparità sociale, cattiverie, ripicche e colpi di scena, ma comunque importante per il tema del bullismo femminile che porta alla luce. La serie prova ad approfondirlo in tutte le sue sfaccettature e dinamiche, con una messa in scena attenta ad evidenziare la lotta per la sopravvivenza dell’ambiente scolastico per molti adolescenti.
Perché ci piace
- La tematica del bullismo (femminile).
- L’attualità del gioco al centro della storia e delle sue implicazioni.
- Il rapporto genitori-figli e bullizzati-bulli.
- La regia claustrofobica.
Cosa non va
- La deriva mystery soap del racconto.
- Le giovani attrici protagoniste non convincono appieno.