Il gatto più comic del mondo
Da quando Robert Zemeckis ha diretto, nel 1988, Chi ha incastrato Roger Rabbit?, che vedeva protagonista un coniglio a cartoni animati alle prese con attori in carne ed ossa, si è fatta strada a Hollywood una certa tendenza che favorisce pellicole in cui immagini vere si fondono con altre virtuali. Sulla scia del successo interpretato da Bob Hoskins, infatti, venne perfino realizzata, dal trash director Fred Olen Ray, un'imitazione fanta-erotica con, tra gli altri, David Carradine: Evil Toons - Non entrate in quella casa (circolato in tv anche con il titolo Evil Toons -Diavolo di un cartone). Grazie ai grandi progressi compiuti nel mondo della computer grafica, quelli che una volta erano soltanto cartoon inseriti in sequenze realmente girate, si stanno trasformando oggi in veri e propri "personaggi viventi", caratterizzati da lineamenti, espressioni e forme che li rendono incredibilmente realistici, addirittura forniti del dono della recitazione.
Il più recente esempio di connubio tra celluloide e computer grafica è sicuramente Scooby-Doo, basato sull'omonima serie a cartoni animati, in cui il noto cagnolone, ricreato digitalmente, scodinzola divertito tra Matthew Lillard e Sarah Michelle Gellar. La formula si è mostrata subito vincente, quindi la Mecca del cinema, dal suo cappello magico, oltre a proporre un sequel del film, sforna ora un altro personaggio recuperato dal mondo dei fumetti e dell'animazione: Garfield,il gatto grasso e pigro, goloso di lasagne, che vive (e ozia) in casa di Jon, giovanotto alla costante ricerca di una ragazza che lo ami.
La storia di Garfield: il film vede il nostro felino alle prese con un nuovo inquilino di casa: Odie, dolce e affettuoso cagnolino affidato a Jon dalla veterinaria Liz, di cui è segretamente innamorato. Geloso nei confronti del suo padrone, Garfield arriva perfino a sbattere fuori casa Odie, ma quando viene a scoprire che quest'ultimo è finito nelle mani di Happy Chapman, cinico presentatore televisivo che si finge amico degli animali, fa di tutto per portarlo in salvo.
Il produttore John Davis (Il dottor Dolittle) ha asserito: "Era ora che Garfield diventasse una stella del cinema. E' pigro, buffo, scorbutico e ha carattere. Non importa se uno ha 5 anni o 50 anni: Garfield è un personaggio con cui chiunque trova il modo di identificarsi".
Peter Hewitt, regista, tra l'altro, de I rubacchiotti, centra perfettamente l'appeal cinico-comico delle vecchie strisce a fumetti, riuscendo a soddisfare, con molta ironia e demenzialità (c'è anche una divertente citazione di Apocalypse Now), spettatori di tutte le età, e senza dimenticare l'immancabile messaggio sociale riservato ai più piccini (cosa è più metaforicamente anti-razzista di un gatto che va alla ricerca di un cane?).
Il personaggio di Garfield, doppiato dal noto presentatore televisivo Rosario Fiorello (ma nella versione originale la sua voce è di Bill Murray) sa destreggiarsi bene, rendendosi simpatico anche nei momenti in cui sfoggia il massimo della sua irritante cattiveria.
Tra i tecnici coinvolti nella lavorazione del film, non possiamo non citare il direttore della fotografia Dean Cundey che, dopo l'esperienza avuta in film come il succitato Chi ha incastrato Roger Rabbit, Casper e Looney Tunes: Back in action, si è ritrovato ancora una volta ad illuminare un set in cui gli attori sono per lo più virtuali.
Purtroppo, l'effetto digitale delle bocche sovrapposte ad animali reali non sono poi così perfette (viene quasi da pensare al vecchio cartoon Clutch Cargo) e, tra uno Stephen Tobolowsky (Ricomincio da capo) ancora una volta nei panni del cattivo ed un ispirato Breckin Meyer (Studio 54) nella parte di Jon, spunta una sprecata Jennifer Love Hewitt (So cosa hai fatto), atta a fare semplicemente da tappabuchi sentimentale.
Ma possiamo tranquillamente chiudere un occhio, rapiti dalla simpatica verve del protagonista assoluto: Garfield.