"I Believe The Children Are Our Future", recitava la prima strofa di una famosa canzone, The Greatest Love Of All. "Credo che i bambini siano il nostro futuro". La recensione de Il futuro siamo noi, il film di Gilles De Maistre presentato come evento speciale di Alice nella città alla Festa del Cinema di Roma e in uscita il 27 maggio, parte da qui. Il futuro siamo noi: il "noi" sono dei bambini che hanno deciso di prendere in mano il proprio destino e di reagire per colmare dei vuoti, per provare a dare qualcosa ai loro coetanei e alla loro comunità. Officine Ubu lancia il film adesso, a poche settimane dalla riapertura dei cinema, ma è chiaro che Il futuro siamo noi è uno di quei film che avrà una tenuta lunga, molto lunga. È un film perfetto per le proiezioni con le scuole e, appena possibile, il consiglio è di contattare Officine Ubu per farlo. Si spera che, durante la prossima stagione, molti ragazzi abbiano la possibilità di vederlo.
José, Arthur, Aissatou, Heena, Peter, Kevin e Jocelyn
José, Arthur, Aissatou, Heena, Peter, Kevin e Jocelyn sono solo dei bambini. Ma non sono troppo piccoli per capire che, nel paese dove vivono, c'era qualcosa che non andava, per opporsi alle ingiustizie. Ognuno di loro ha trovato il modo per reagire, per trovare una soluzione, per impegnarsi per dare un futuro più degno ai propri coetanei. Dall'India al Perù, dalla Bolivia alla Guinea, passando per la Francia e gli Stati Uniti, Il futuro siamo noi è un viaggio tra le nuove generazioni. Se sono tutti come loro, il futuro non potrà che essere migliore.
Josè Adolfo e Arthur: l'ambiente e i senzatetto
Josè Adolfo, 13 anni, viene da Arequipa, Perù. A sette anni ha avuto l'idea di fondare una banca ecologica che potesse aiutare l'ambiente e, allo stesso tempo, aiutare economicamente tanti ragazzi che non hanno i soldi per studiare. Portando alla banca dei rifiuti, i bambini possono aprire un conto in banca, e ricevere del denaro. Arthur, 10 anni, da Cambrai, Francia, ha sempre provato una grande empatia per chi è senza una casa. Così ha deciso di vendere i quadri che realizza per comprare cibo e vestiti per loro. Il suo sogno è quello di comprare un immobile.
Aissatou e Heena: parità di genere e lavoro minorile
Aissatou è una bambina di 12 anni e vive a Conakry, in Guinea. Sta seguendo le orme di Idrissa Bah, che oggi ne ha 19, per battersi contro quella assurda pratica di dare le ragazze in spose quando sono ancora bambine. La sua è un'attività instancabile di informazione e di lobbying, che va dalle persone comuni fino ai politici. In modo che tutte le bambine abbiano ben altre opportunità. Heena ha undici e anni e viene da Nuova Delhi, in India: il suo sogno è fare la giornalista, e lo sta mettendo in pratica grazie a Balaknama ("la voce dei bambini") un giornale scritto dai bambini che lavorano in strada e destinato a loro.
Kevin, Jocelyn e Peter : un sindacato per i bambini
La storia di Kevin, Jocelyn e Peter, 10, 12 e 13 anni, da Potosí, Bolivia, è molto più dura. Perché in Bolivia il lavoro per i bambini è una prassi comune. Così alcuni bambini lavoratori, che lavorano duro nelle miniere e nelle fabbriche di mattoni, ha creato un sindacato per tutelarsi e proteggersi dai datori di lavoro abusivi. Il momento in cui questi ragazzi sono in scena è più doloroso da vedere, rispetto alle altre storie. Ma la loro determinazione e il loro volto fiero ci accompagnano in una storia da vedere.
Come Greta Thunberg
Lo avevamo già capito guardando Greta Thunberg (appare anche lei nel film) e i milioni di ragazzi che insieme a lei hanno manifestato per l'ambiente in tutto il mondo. Un'onda gioiosa e impetuosa che, purtroppo, è stata fermata dalla pandemia e dall'impossibilità di riunirsi. Sembra che nessuno oggi ne parli più, ma ci sembra un'onda che è impossibile fermare. Perché i ragazzi della sua generazione sembrano veramente consapevoli. E per accorgersene non serve guardare lontano, basta vedere i nostri figli che, a otto anni, sono molto più consapevoli e impegnati su certe istanze di quanto lo fossimo noi.
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Si può fare
Per questo è importante che i ragazzi vedano questo film. Perché è un film motivazionale, perché può ispirare le loro azioni, far capire che "Yes, We Can", si può fare. Ovviamente non serve fare cose eclatanti, ma anche una piccola azione, per migliorare le cose. Ma anche perché è importante far capire loro che, in altre parti del mondo, i bambini vivono delle vite che sono spesso molto dure.
Il rovescio della medaglia
Il rovescio della medaglia di queste storie (che partono tutte da quelle di Josè Adolfo per poi tornare alla sua) è che ci si chieda se, per quanto eroico, sia giusto che siano i bambini a dover risolvere da soli i problemi, e che razza di mondo è quello che li ha messi nelle condizioni di aiutarsi da soli, invece di lasciarli liberi di pensare solo a studiare e a giocare. Come vedete, gli spunti che Il futuro siamo noi lancia sono molti. Dirigenti e insegnanti, non vi resta che contattare Officine Ubu e adottare questo film. E farlo vedere a più ragazzi possibile.
Conclusioni
Nella recensione de Il futuro siamo noi vi parliamo di un film perfetto per le proiezioni con le scuole, ricco di spunti e motivazionale. Si spera che molti ragazzi abbiano la possibilità di vederlo.
Perché ci piace
- L'ottimismo del racconto e la particolarità delle storie raccontate.
- La possibilità, per i ragazzi, di avere dei modelli positivi a cui ispirarsi.
- La possibilità di vedere anche altre parti del mondo, dove le vite dei bambini sono molto diverse.
Cosa non va
- Non è un film per chi cerca intrattenimento e basta, ma questo è chiaro.